NEL PRINCIPATO DI RENDE SI TORNA A VOTARE…( 2 )

 

NEL PRINCIPATO DI RENDE SI TORNA A VOTARE…( 2 )

Sul piano politico,però, la rivoluzione  avviene a valle della vicenda giudiziaria esplosa e porta alla guida del comune l’avvocato Marcello Manna espressione e risultato di una confusa e ibrida alleanza politica  che,  pur esprimendo formazioni politiche di centrodestra sia pure con identità camuffate, si propone con connotazioni civiche in modo da non  non escludere eventuali  apparentamenti, stabili o occasionali,  con segmenti o fuoriusciti del  centrosinistra.

Marcello Manna prende in mano le redini dell’amministrazione comunale in una situazione di pre-dissesto finanziario. Professionalmente è un penalista affermato ma senza alcuna esperienza politico-amministrativa al suo attivo. La sua candidatura è stata voluta da Jole Santelli, molto ascoltata ad Arcore, ma l’elezione alla carica di primo cittadino è ostaggio del cartello elettorale che lo ha sostenuto. La sindacatura prende l’avvio senza scosse nella maggioranza, una volta concordata la spartizione degli assessorati e delle deleghe.Il rapporto più difficile è con la rappresentanza del gruppo Gentile che non intende limitarsi ad un ruolo gregario e ancillare. Vuole contare sulle scelte e sulle decisioni e vuole contare sulle nomine e gli incarichi dirigenziali.Quando si arriva alla rottura, insanabile, comincia il gioco delle trasmigrazioni da maggioranza a opposizione e da opposizione a maggioranza senza alcuno  imbarazzo , considerato che il candidato a sindaco del centrosinistra, PasqualeVerre, antagonista di Manna voluto da Principe, finisce per schierarsi a supporto  di Manna. Fra sussulti, minacce e ritorsioni si arriva bene o male a fine sindacatura e poco è mancato che Manna andasse sotto a seguito dei giochi che hanno portato all’elezione di Franchino De Rango in consiglio provinciale a danno di AndreaCuzzocrea che abbandona Manna e la maggioranza. Si è sfiorato lo scioglimento anticipato del consiglio se non fosse intervenuto a sostegno di Manna,col suo voto determinante,il consigliere in quota alla Lega di Matteo Salvini.

Salvo imprevisti, sempre possibili, si va al voto di maggio col sindaco uscente che a tutt’oggi non ha sciolto l’ambiguità della sua collocazione politica visto che,appena qualche mese fa, ha firmato come sindaco il manifesto per la ricandidatura di Mario Oliverio a presidente della giunta regionale.

Considerata la situazione finanziaria del Comune Manna ha potuto fare ben poco ed è largamente condivisa l’opinione che la qualità della vita, conseguenza del funzionamento dei servizi, a Rende è peggiorata.Manna si è impantanato nella bonifica della Legnochimica, nel contrasto Occhiuto-Oliverio per l’avvio dei lavori della metropolitana, nel mancato  appalto del parco acquatico abbandonato a se stesso e alle erbacce, nella raccolta differenziata avviata  con parziali risultati e soltanto qualche settimana fa è riuscito a far passare in giunta il contrastato progetto di un complesso ospedaliero ad alta specialità portato avanti dal gruppo imprenditoriale de “I Greco”. Anche per il sindaco che uscirà dalle urne di maggio ci saranno i problemi irrisolti che ha avuto Manna riconducibili in gran parte alla massa debitoria che grava sulle casse comunali. (Continua )