SANITA’-SE NON SARANNO INDIVIDUATI E SANZIONATI I RESPONSABILI DEL DISASTRO VUOL DIRE CHE E’ TUTTO FUFFA  POLITICA….

SANITA’-SE NON SARANNO INDIVIDUATI E SANZIONATI I RESPONSABILI DEL DISASTRO VUOL DIRE CHE E’ TUTTO FUFFA  POLITICA….

Dopo che i commissari hanno aperto il vaso di Pandora della sanità calabrese e ne sono uscite fuori tutte le ignominie di una politica sanitaria assoggettata alle clientele elettorali e alla sistemazione di manager fedeli allevati in casa per occupare le posizioni di potere dalle quali si manovra la spesa sanitaria , dopo che la ministra Grillo ha dovuto riconoscere che la situazione si è “incancrenita” e che urgono decisioni risolutive,il panico corre negli avamposti politici e burocratici della spesa sanitaria.

Il generale Cotticelli e il sub-commissario Schael hanno addirittura convocato i revisori dei conti di aziende sanitarie e ospedaliere e, papale papale, hanno detto loro che nell’azione di bonifica di cui necessita la sanità calabrese verranno perseguiti i profili di responsabilità amministrativa e penale  che emergeranno nella conduzione delle strutture e nella gestione della spesa.

Si comprende il panico perché i manager rispondono in proprio e non potranno discolparsi chiamando in causa i politici che li hanno nominati e alle cui influenze e direttive si sono adeguati. Il disastro della sanità calabrese  è tutto nei numeri.Fra aziende sanitarie e ospedaliere, su un totale di nove, sette presentano  disavanzi di bilancio per complessivi 157 milioni di euro.

All’ASP di Reggio Calabria non si fanno bilanci dal 2013 e le doppie e triple fatturazioni sono quasi la regola e non l’eccezione.Dal 2015 al 2018 le passività ammontano a circa 500 milIoni e ciò, denunciano i precari non stabilizzati, a fronte di un risparmio di quasi eguale importo per il blocco delle assunzioni e conseguente abbattimento della spesa per il personale.

La migrazione sanitaria di calabresi che vanno a curarsi negli ospedali del centro-nord è ragguagliabile,in termini di costi,  a oltre 300 milioni di euro. In pratica gli ospedali del nord funzionano e incassano alla grande grazie ai  flussi di pazienti che dal sud “scappano” al nord ,con grandi sacrifici, perché la salute non si può affidare a strutture che la politica ha ridotto a livelli da quarto mondo, a cominciare dai pronto-soccorso. Più si è speso e più la situazione è peggiorata. E’ venuto persino fuori che circa 50 milioni di euro sono stati indebitamente pagati dalla regione a ospedali del nord per prestazioni erogate a pazienti non calabresi che, evidentemente, disponevano di complici negli apparati che gestiscono la spesa sanitaria dentro e fuori la regione.

Il generale-commissario Cotticelli ha evidenziato con linguaggio crudo e inequivocabile l’abnorme spesa per i contenziosi giudiziari, sbagliando a prendersela con gli avvocati ,che intervengono quando le aziende sanitarie non rispettano gli accordi e i tempi di liquidazione del dovuto. Pare che soltanto l’Asp di Cosenza abbia un contenzioso in atto che viaggia verso un miliardo di euro.Se ora il decreto annunciato dalla ministra Grillo prevede la rimozione del manager (direttore generale) che viene valutato negativamente per come ha operato, è il minimo che ci si aspetta . Non ci si dovrebbe stupire più di tanto se nella Calabria “saudita” la politica ha premiato i manager che hanno presentato bilanci in passivo.Perchè tutto si tiene, livello politico, livello burocratico e livello manageriale con le praterie della spesa sanitaria aperte alle fameliche clientele che ruotano intorno al 70 per cento del bilancio regionale poiché a questa percentuale si avvicina la spesa sanitaria.

Un controllo fatto in questi giorni e segnalato dal consigliere regionale Guccione mette in evidenza che, su circa 1.500 posti letto per acuti ne sono disponibili e attivi soltanto mille e cento all’incirca.Come si fa a pretendere che diminuisca la spesa per ricoveri e prestazioni fuori regione?

Da parte dei camici bianchi si reagisce sostenendo che parlare delle inefficienze e delle disfunzioni del servizio sanitario alle varie latitudini della Calabria scredita le strutture e mina la fiducia dei cittadini.Sarà vero ma non è certo il silenzio la soluzione.

Da parte dei politici si grida all’invasione di campo, alla violazione  delle competenze del governo regionale, al “colpo di Stato” per imporre dall’alto misure  ritenute risolutive. Magari fosse così. Sotto campagna elettorale non è mai accaduto che si facessero operazioni di bonifica nel liquame della spesa pubblica e non sarà certo con la Calabria che si metterà fine alle complicità del sistema. Eppure sarebbe fortemente educativo mettere in chiaro chi, in questi anni, si è illecitamente arricchito con la spesa sanitaria e su quali coperture, compiacenze e complicità ha potuto fare affidamento. Non si vede cos’altro potrebbero essere i profili di responsabilità amministrativa e penale evocati dai commissari Cotticelli e Schael. Ovviamente viene da chiedersi se qualche procura competente, a fronte di notizie criminis di siffatta rilevanza e dopo le inchieste televisive su alcuni ospedali, non avrebbe già dovuto aprire un fascicolo.Ma tant’è. Se chi ha portato al disastro la sanità calabrese, come sostengono i commissari e la ministra, non verrà individuato, sanzionato e reso inoffensivo per il futuro, vorrà dire che si è trattato di fuffa politica mentre si poteva fare sul serio.