OLIVERIO E LA CALABRIA CHE NON TORNA INDIETRO…

OLIVERIO E LA CALABRIA CHE NON TORNA INDIETRO…

Di ritorno da Vinitaly, evento enologico di grande rilevanza commerciale svoltosi a Verona,che ha visto i brindisi teletrasmessi  del presidente Conte e dei due vice-premier Salvini e Di Maio, passerella per politici e uomini delle istituzioni,  il presidente Mario Oliverio,che di fiere enogastronomiche non se ne è persa una, è intervenuto a un convegno  tenutosi alle Terme Luigiane di Acquappesa, ed ha avuto i toni solenni dello statista che ha salvato la Calabria  tirandola fuori dal pantano delle clientele, delle partecipate parassitarie, dello sfascio economico e produttivo , dei fondi europei inutilizzati  rivendicando i risultati ottenuti nei circa cinque anni di governo regionale.  A sentire lui, un Winston Churcill dopo Dunkerque.

“Abbiamo aperto un grande cantiere che abbiamo definito “Cantiere Calabria” che è in uno stato di avanzata realizzazione e che ora deve essere completato e portato a termine”.Queste le sue parole.Quando,dove, con quali obiettivi ? E’ la domanda cui si vorrebbe risposta.

“Cinque anni non sono stati sufficienti a realizzare-ha proseguito Oliverio-quanto abbiamo  messo in campo.Non abbiamo la bacchetta magica ma abbiamo messo la Calabria in condizione di uscire dal pantano in cui era affossata e lo abbiamo fatto tenendo sempre ferma la barra sul rispetto della legalità”.Legalità e pantano a parte, la bacchetta magica non ce l’hanno nemmeno gli altri presidenti di regione.Ed è proprio perché la bacchetta magica non esiste che tutto dipende dalle capacità, dalla volontà e dalla competenza di chi ha in mano il timone del governo regionale. Se cinque anni non sono bastati per bonificare e ripulire la burocrazia regionale con i califfati dirigenziali, quanti ce ne vogliono di anni?

“Noi non abbiamo aperto segreterie personali per assegnare risorse e per elargire favori” . Ci mancava pure la segreteria personale oltre il decimo piano della Cittadella regionale dove il via vai avrebbe richiesto un impianto semaforico per regolarne i flussi.

E ancora:” Abbiamo chiuso per sempre i mulini dello sperpero e delle clientele,le società inutili che sperperavano le risorse della Calabria e dei calabresi per favorire e incrementare fortune e posizioni personali”.Ma quando mai ! Quel poco di pulizia che c’è stata l’ha fatta la magistratura mentre la Corte dei Conti continua a lamentare che gli uffici regionali non inviano la documentazione  richiesta e dovuta.Traccheggiano , fanno artificiosamente confusione, rendono comunque difficile il lavoro di controllo della magistratura contabile.Con buona pace di Oliverio.

Per la ministra della Sanità, Giulia Grillo, il disastro della sanità in Calabria ha un solo responsabile e lo individua nel presidente Oliverio, il quale avrà pure combattuto i mulini dello sperpero e delle clientele ma non ha fatto controllare al suo alter ego in sanità,Franco Pacenza, i conti della mobilità fuori regione, cioè i calabresi che vanno a curarsi fuori regione. Al direttore del Dipartimento Sanità nominato di recente, Belcastro, sono bastati pochi giorni per scoprire che negli  anni della presidenza Oliverio sono stati pagati agli ospedali del nord 50 milioni di euro per prestazioni non dovute in quanto i pazienti non erano cittadini calabresi.Come dire che, se a Milano qualcuno imbrogliava e rubava, a Catanzaro qualcuno lasciava comunque imbrogliare e rubare.

E sempre Oliverio :“Da nove milioni di bottiglie di vino destinate ai mercati mondiali che si producevano nel 2014 siamo passati ai 16 milioni di oggi”. Bene,bravo e di suo cosa ci ha messo la Regione, a parte aumentarne autorevolmente il consumo in house?

Oliverio non cita risultati specifici, parla di obiettivi perseguiti che, se non si raggiungono, diventano fallimenti. Nel delirio di risultati che solo lui vede “ gli aeroporti internazionali con cui era collegata la Calabria erano solo otto  ed oggi i collegamenti con gli scali internazionali sono diventati 51”.

Sarà pure vero, come l’aumento delle presenze e dei flussi turistici, ma le chiazze di liquami non sono state debellate e l’aeroporto di Reggio e quello di Crotone affannano e sopravvivono alla meno peggio mentre la cosiddetta aviosuperficie di Scalea, oggetto dell’inchiesta “Lande desolate”, strategica per il turismo del Tirreno, dopo i miliardi investiti, è tornata ad essere terreno di pascolo per capre e armenti.

Non sapendo quali meriti accampare,Oliverio rivendica a suo merito che da Paola a Roma,oggi,si arriva in tre ore. Non parla dei treni soppressi mentre sa bene che l’utilizzo delle “frecce” da parte di Trenitalia risponde a strategie aziendali sulla base dei flussi di viaggiatori registrati.

Ma ci fermiamo qui perché Oliverio non ha detto nulla su Gioia Tauro,la ZES (zona a Economia Speciale), la Via della Seta che ha visto escluso il porto di Gioia Tauro, la gestione dei rifiuti  spediti   fuori regione e passata  recentemente  ai Comuni  per non dover rispondere di una emergenza che si annuncia imminente. Non ha detto nulla degli “ospedali da incubo” oggetto di sconvolgenti inchieste televisive come non ha detto nulla  della disoccupazione, soprattutto  giovanile,  e delle difficoltà delle imprese a stare sul mercato . Nel rivendicare il merito di avere messo a frutto i fondi europei, ha omesso di specificare  in quali settori, con quali prospettive, con quali beneficiari e con quali  aspettative di risultati.

La Calabria è la regione che per le inefficienze nella gestione delle risorse è  la più tartassata con le addizionali Irpef per i tanti buchi nelle voci del bilancio regionale, a cominciare dalla sanità.La regione più povera che paga più tasse, questa la realtà.

Eppure Oliverio avrebbe la possibilità di controbattere alle nostre e altrui critiche  con una decisione semplice semplice e cioè rispondere alle tante interrogazioni o quesiti che il consigliere regionale Guccione, del suo stesso partito, gli ha posto nel corso dei cinque anni. Oliverio non ha mai risposto e questi non sono tempi per ammettere-ci rendiamo conto- umanamente che le cose,purtroppo, non sono andate come avrebbe voluto. Eppure dovrebbe partire da questa ammissione per chiedere ai calabresi di dargli una seconda possibilità,  una volta che la sua ricandidatura diventerà ufficiale.