OLIVERIO E I FINANZIAMENTI ANNUNCIATI….
Bisogna comprendere il momento difficile che sta attraversando Mario Oliverio,presidente uscente e “rientrante” della giunta regionale . Sta cercando, con alterne furbizie, di imporre la sua ricandidatura al PD e ,non trovando asseriti consensi,vede complotti dappertutto.Naturalmente non si lamenta personalmente ma fa parlare uomini della cordata che , per suo conto, si muovono dentro il PD o che hanno ruoli nel PD.
E’ il caso del presidente del consiglio provinciale di Crotone che denuncia la messa in atto,da parte del PD, di un sondaggio sull’indice di gradimento dei calabresi per come è stata governata la Calabria e rileva che, a suo dire, le domande sono costruite per avere risposte sfavorevoli a Oliverio. Di fatto le domande del sondaggio sono uguali per tutte le regioni in cui si andrà a votare.L’osservazione può valere soltanto per la sanità, nel senso che Oliverio non può rispondere dell’operato decennale dei commissari, ma certamente Oliverio è responsabile per come hanno operato gli uffici regionali del dipartimento sanità che sono alle sue dipendenze.Si è pensato a fare la guerra ai commissari e sono venuti meno all’azione di controllo che avrebbero dovuto esercitare sulla spesa.Si è scoperto, per esempio, che alla Calabria sono stati richiesti dagli ospedali del nord,negli ultimi anni, 50 milioni di rimborsi per cure prestate a pazienti che non erano cittadini calabresi e, quindi, rimborsi non dovuti.
Ma, al di là della sanità, ormai passata sotto il controllo del governo nazionale, è tutto il resto che non può avere giudizi positivi da parte dei calabresi. Oliverio se ne deve fare una ragione. Lui rivendica successi che nessuno ha visto o percepito e continua ad andare in giro per la Calabria, in un tour che è già elettorale, presentando per obiettivi raggiunti obiettivi mancati che aveva annunciato. E’ il suo limite: confondere le parole con i fatti. Si possono fare quattro esempi di problemi, senza sottovalutare gli altri, con i quali i calabresi si debbono misurare ogni giorno: il lavoro,la salute,i rifiuti, i trasporti.
Della salute si è detto e per il lavoro, se si prescinde dal sostegno mantenuto in bilancio ai precari, in una logica assistenzialista, la disoccupazione è rimasta cronicamente a livelli alti in assenza di investimenti e di politiche per il lavoro.Quanto alla gestione dei rifiuti, non è nato nessun nuovo impianto , ancora oggi i rifiuti vengono smaltiti fuori regione e i maggiori costi li pagano i calabresi.Oliverio,anzi, si è liberato dei rifiuti passandoli alla competenza degli ATO provinciali, di fatto ai comuni che non si vede come possano sostenere i maggiori costi i quali, essendo ineludibili, graveranno sui calabresi. Ma non è certamente la soluzione del problema.Con i rifiuti ,anzi, siamo in grande emergenza perché non si esclude che bisognerà smaltirli addirittura fuori dall’Italia. Per i trasporti è di qualche giorno fa la notizia che mancano 24 milioni per garantire il trasporto regionale fino a dicembre e che, a tutt’oggi, non si sa nulla del bando a carattere europeo per appaltare il servizio. Oliverio non ha provveduto e, se non lo farà in tempo utile, il settore verrà commissariato da Bruxelles.Se il servizio verrà appaltato a ditte fuori regione, forse i calabresi potremo così utilizzare i bus del trasporto locale anche la domenica e scoprire perché mai la domenica il trasporto pubblico regionale è del tutto inesistente. Per Oliverio e la sua giunta, ma anche per le giunte che lo hanno preceduto, i calabresi la domenica non hanno diritto al trasporto locale. A nessun consigliere regionale è venuta la curiosità di conoscere le ragioni per le quali la domenica il trasporto pubblico locale è sospeso. Ma dove si rivela con maggiore evidenza il gioco e l’utilizzo degli “annunci” di Oliverio, nel senso che fa passare per risultati conseguiti obiettivi annunciati ma non portati a compimento, è nel rapporto con i comuni.
A distanza di qualche giorno dal convegno di Soverato, dove Oliverio ha convocato 350 sindaci per illustrare risorse “assegnate” ai comuni e risorse da assegnare, un sindaco ha fatto osservare che dei circa 30 milioni già assegnati per interventi nelle aree protette del nostro patrimonio storico-archeologico compresi chiese, monumenti, castelli i comuni ad oggi non hanno visto nulla.Esistono sulla carta ma non vengono erogati.C’è chi lo spiega con le resistenze che oppongono i dirigenti regionali i quali temono, alla vigilia di una consultazione elettorale,di venire coinvolti in finanziamenti orientati più da ragioni politiche che da risultanze oggettive degli interventi necessari. Si è, cioè , in una fase di stallo in cui è tutto fermo perché si ha paura di finire sotto inchiesta giudiziaria e non si può certo dire ,se così dovesse essere, che Oliverio e la sua giunta ne escono bene.Per altro non si comprende come gli uffici esecutivi possano rifiutarsi o ostacolare decisioni assunte a livello di governo.
Ma tant’è, così vanno le cose in Calabria, mentre Oliverio continua ad andare in giro per la Calabria per illustrare ai calabresi i risultati del suo operato. E siccome la Calabria non gli basta o gli sta politicamente stretta, ha scritto una lettera ai governatori delle regioni meridionali per concordare un forum centrato sul regionalismo differenziato, ovvero sulla secessione mascherata che la Lega di Salvini porta avanti utilizzando i referendum di Lombardia e Veneto. Iniziativa da apprezzare ma tardiva e troppo generica sui danni del regionalismo differenziato.
Oliverio non fa alcun riferimento ai 61 miliardi che da 10 anni i ladroni del nord stanno rubando alle regioni del sud usando il trucco della “spesa storica”.Tace Oliverio al riguardo e tace il suo partito, il PD, che con Gentiloni al governo ha avallato la messinscena dei referendum popolari.Ora stanno venendo fuori i numeri veri della spesa pubblica ripartita territorialmente e, quindi il furto impunito consumato ai danni delle popolazioni meridionali.Ma al riguardo tace Zingaretti, tacciono i parlamentari calabresi,tace Oliverio e tacciono i consiglieri regionali,presi come sono dall’incubo di non tornare all’eldorado di palazzo Campanella dove, a circa 15 mila euro al mese se non di più, si ritiene di non dover dare conto nemmeno di che cosa ci si è occupati , nell’ambito del mandato ricevuto, e con quali risultati.Ma il voto è di “scambio” e il problema,quindi, non se lo pongono.