ELEZIONI REGIONALI SI VA PER “BANDE”……
A osservare lo scenario politico, dopo la venuta di Zingaretti in Calabria per ufficializzare la candidatura di Pippo Callipo e dopo la conferenza stampa di Oliverio che annuncia la sua candidatura con una coalizione di liste civiche, si potrebbe pensare che ormai il dado è tratto e non si torna indietro.
Ma in politica non bisogna escludere nulla poiché tutto è possibile.Per definizione.La politica,quando è declinata al plurale di forze politiche in campo, è sempre e comunque punto di sintesi o di compromesso fra posizioni che si confontano o si combattono.Le dinamiche fra forze politiche con autonoma connotazione vengono poi assunte all’interno delle singole forze per regolare gli equilibri interni e conquistare la leadership.
Fra il PD di Zingaretti e il PD di Oliverio,si fa per dire, è iniziata una partita a poker che non si è ancora conclusa. Oliverio ha simulato una sollecitazione esterna e ha lanciato il bluff proponendo a Zingaretti di lavorare insieme ad una candidatura di superamento che implichi preventivamente il ritiro suo e di Callipo. Zingaretti gli ha risposto confermando la venuta in Calabria, il sostegno a Callipo e il pranzo con le maestranze dell’azienda Callipo.Game over,tempo scaduto insomma,troppo tardi.
E invece no.Dall’eremo di San Giovanni in Fiore,dove Oliverio si è ritirato a meditare chiedendo consiglio allo spirito dell’Abate Gioacchino, parte via facebook un appello disperato a non chiudere la comunicazione, a non ritenere la situazione irreversibile. Si può ancora- secondo Oliverio- evitare la rottura del centrosinistra. Ma è tattica ,gioco messo su da Oliverio per accreditare una sua disponibilità a farsi indietro e poter poi sostenere che non sarà per sua responsabilità se, alla fine, sarà “costretto” a candidarsi. Un gioco che potrebbe andare bene per il consiglio comunale di San Giovanni in Fiore ma non quando in campo, con Callipo, c’è il segretario nazionale del PD.
Con compassionevole indulgenza si può comprendere il dramma umano di Oliverio ma non ha titoli e statura politica per trattare alla pari con Zingaretti e tanto meno porre aut-aut. Dal canto suo Zingaretti ha invitato Oliverio a “deporre le armi” ed a rientrare nei ranghi del partito rendendosi parte attiva per contrastare l’avanzata sovranista della Lega di Salvini.
A indebolire ulteriormente la candidatura di Oliverio, proprio nel giorno della ufficializzazione della candidatura di Callipo, i giornali pubblicano una graduatoria della Swg degli indici di gradimento riscossi dai governatori regionali. Gerardo Mario Oliverio, con buona pace dei trombettieri e dei turibolari , di video di audio o di carta stampata, che lo precedono all’arrivo nei teatri affollati, è ultimo.
Manon è tutto, perché una volta annunciata la candidatura, con supporto di liste civiche, fuori dal PD e contro il PD, non tutti sono disponibili a seguirlo nell’avventura. La prima a lasciare l’incarico regionale è la rappresentante della Lega delle cooperative che aveva offerto la sua collaborazione a Oliverio per la comune militanza nel PD. A seguire si dà per imminente la presa di distanza di due consiglieri regionali fino ad oggi vicinissimi a Oliverio mentre Luigi Incarnato, col suo PSI pret a porter in Calabria, dovrà qualche spiegazione al PSI nazionale che col PD di Zingaretti non ha interesse a rompere.
Ma ,a voler dare a questo punto per irrinunciabile la candidatura da parte di Oliverio, al di là di tatticismi e bluff, la frantumazione del quadro politico a sinistra è di tutta evidenza. Si dovrà scegliere fra Callipo e Oliverio e c’è grande curiosità per le liste di Oliverio che dovrebbero esprimere sindaci, imprenditori, professionisti. Per i rovistatori dei cassonetti della politica taciuta e non esibita sarà un sollazzo mettere i nomi in relazione ai 5 anni di governo e di potere di Gerardo Mario Oliverio.
Ma le “bande”, a quanto pare, si vanno formando anche nel centrodestra dopo il veto, posto da Salvini e subìto da Berlusconi, sulla candidatura di Mario Occhiuto e del fratello Roberto, vice-capogruppo di Forza Italia a Montecitorio. Sarà molto probabilmente Jole Santelli a correre per la presidenza della giunta regionale ma , secondo voci insistenti, il sindaco di Cosenza non rinuncia e rimane in campo. Se così dovesse essere si avrebbe nel centrodestra una situazione speculare a quella nel centrosinistra.
Rimane da vedere cosa farà il M5Stelle , ancora lontano da una candidatura largamente condivisa e per una buona parte favorevole all’alleanza col PD e alla candidatura di Pippo Callipo. La situazione resta liquida, tutto è provvisorio fino all’ultimo giorno utile per la presentazione delle candidature e delle liste. In questo Oliverio ha ragione ,non è mai troppo tardi. Bluff o non bluff, però, troppo facile replicargli :” E’ vero, rassegnati e fatti responsabilmente da parte !”