LIBIA: CON HAFTAR E AL SARRAJ UN PASTICCIO TUTTO ITALIANO…
Roba da non credere quanto accaduto nella giornata di ieri che prevedeva l’arrivo a Roma dei due leader di opposte fazioni che governano la Libia ,il governo “legittimo”riconosciuto dall’ONU di Al Serraj con sede a Tripoli e quello del generale Haftar, con quartier generale in Cirenaica, che con le sue milizie marcia verso Tripoli per rovesciare Al Seraj.
Una situazione già difficile di per sé complicata dalle influenze di Putin ed Erdogan,con la Francia vigile per gli interessi che ha in Libia. Ebbene il generale Haftar si è presentato all’incontro con Conte a Palazzo Chigi e l’incontro è durato circa tre ore. Congedato Haftar si aspettava Al Seraj, di ritorno da Bruxelles, ma l’aereo ha fatto rotta per Tripoli perché il capo del governo di Tripoli non ha gradito la pressocchè contemporanea presenza a Roma sua e delll’avversario Haftar.Pare che addirittura ignorasse l’incontro di Haftar col presidente Conte.
Ora non bisogna essere esperti di protocolli diplomatici per capire che due nemici che si bombardano a vicenda non possono essere convocati nello stesso giorno e nello stesso luogo.Un errore macroscopico, una forzatura che sfugge ad ogni logica diplomatica.Un errore così imbarazzante di fronte alle cancellerie internazionali che, evidentemente, deve avere una sua spiegazione che qualcuno ha avanzato.
Perché se Conte può avere sbagliato per ingenuità e inesperienza,difficile pensare che alla Farnesina non cogliessero l’anomalia dei due incontri così come programmati. Una interpretazione è che Conte abbia tentato il colpo grosso, cioè fare incontrare Haftar e Al Serraj o comunque spendersi mediaticamente il ruolo avuto nella trattativa per cessare i combattimenti e passare a una soluzione diplomatica.
Ma anche in tale ipotesi ci sarebbe un colossale errore di valutazione atteso che nelle stesse ore Putin ed Erdogan, che forniscono armi e uomini alle milizie contrapposte, firmavano loro un accordo per il cessate il fuoco da far rispettare a partire da giorno 12 gennaio, evidentemente assegnandosi reciprocamente aree di influenza sul territorio libico.
Bisogna dire, almeno per come è stata raccontata la giornata, che tutto ricade su Palazzo Chigi e il presidente Conte.Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, era altrove a un incontro con i ministri omologhi di Francia,Grecia, Egitto e Cipro , anche se circola la maliziosa interpretazione che Conte abbia tentato di oscurare politicamente Di Maio puntando ad incontrare prima Haftar e poi Al Serraj.Gli è andata male e l’Italia, già considerata irrilevante ai fini degli scenari di guerra,Iran e Iraq compresi, ne esce con le ossa rotte come peggio non poteva accadere, umiliata dal rifiuto di Al Serraj di prestarsi a incontrare Conte dopo l’incontro avvenuto con Haftar cui, per altro, si addebita l’uccisione a Tripoli di 30 cadetti a seguito del bombardamento della caserma.Come si è potuto ignorare tutto questo? E dal Quirinale possibile che non sia stata manifestata qualche perplessità sull’azzardo dei due incontri ,uno di seguito all’altro, a Palazzo Chigi ?Attraversiamo tempi di bassissimo profilo e c’è indubbiamente una inadeguatezza di fondo a livello di governo. Non riguarda soltanto Luigi Di Maio che con una lettera a Repubblica affronta la complessità dei conflitti in Medio Oriente e Libia.Se tanto può bastare, si può tornare a parlare dei contributi non versati dai parlamentari 5Stelle alla piattaforma Rousseau che occupano il dibattito politico.Per quanto Paese di furbi e di opportunisti, non ci meritavamo tanto.