LA CORTE BOCCIA IL REFERENDUM LEGHISTA…
DETERMINANTI LE ARGOMENTAZIONI DI PAOLINI E BESOSTRI
E’ stata una decisione sofferta , nel senso che ha richiesto molta discussione, ma alla fine la Corte Costituzionale ha bocciato la richiesta di referendum abrogativo della Lega di Matteo Salvini, finalizzato ad abrogare la quota proporzionale della legge elettorale vigente (il rosatellum) e pervenire al maggioritario secco.
La richiesta era stata presentata da 8 regioni di centrodestra e aveva come regista il solito Roberto Calderoli, esperto in intrighi di leggi elettorali (suo il “porcellum”) e di meccanismi discriminatori (“la spesa storica”) per sottrarre risorse e diritti alle popolazioni meridionali a vantaggio delle opulente regioni del nord.
Questa volta è andata male a lui e a Salvini che cercano di assorbire il colpo parlando di “furto di democrazia” ( Salvini ) e di cancellazione “del popolo e dei suoi diritti”( Calderoli).
Le motivazioni della Corte saranno note in febbraio ma l’elemento che ha portato alla bocciatura, sebbene difficile da semplificare per l’opinione pubblica, è stato spiegato. Il quesito referendario posto dalla Lega è stato ritenuto “ eccessivamente manipolativo” ,nel senso che l’eventuale approvazione avrebbe stravolto il senso e le finalità della legge che si voleva cambiare rendendola incompatibile con i requisiti richiesti dalla Costituzione.
In gioco erano 3 leggi:quella vigente, quella maggioritaria voluta col referendum e quella che, stabilendo il taglio di un terzo dei parlamentari, richiede la ridefinizione dei collegi elettorali. L’eccesso manipolativo consiste nell’aver inserito nella legge maggioritaria la delega al governo per la definizione geografica dei nuovi collegi elettorali. Sta di fatto che in attesa di definire i collegi il Paese sarebbe rimasto senza legge elettorale, poiché quella vigente diventava abrogabile ,quella maggioritaria doveva affrontare il referendum e quella del taglio dei parlamentari era subordinata alla definizione dei collegi elettorali. Da qui l’eccesso manipolativo che ha portato alla bocciatura.
Determinanti sono risultate per la decisione della Corte le argomentazioni esposte dagli avvocati costituzionalisti Felice Besostri ed Enzo Paolini, a nome di Leu e altri comitati di elettori, con la richiesta alla Corte di bocciare il referendum.Decisiva è stata l’obiezione , accolta dalla Corte, che una delega, così come prevista, non si può trasferire da un obiettivo all’altro come se niente fosse.Così Paolini e Besostri : “ Emerge,nel quesito,una manipolazione inammissibile dell’oggetto della delega che, secondo l’art.76 della Costituzione deve essere definito, come i principi,i criteri direttivi e i tempi nei quali va esercitata”.La Corte ha fatto sapere di avere accolto questo tipo di rilievo, considerandolo “assorbente” rispetto agli altri, ed ha decretato la inammissibilità del referendum leghista con buona pace di Salvini e Calderoli .E fa immensamente piacere che a presentargli il conto , per i riflessi politici, sia stato Enzo Paolini ,avvocato “terrone” e cosentino, che insieme a Felice Besostri hanno fatto fallire il disegno pensato da Calderoli.Alla prossima.