COME E CHI HA DEVASTATO LA SANITA’ IN CALABRIA ????

COME  E CHI HA DEVASTATO LA SANITA’ IN CALABRIA ???

A mettere insieme la seduta del consiglio regionale trasmessa  da CAMTELE3-CANALE-114 e la trasmissione  “Report “ di lunedi 30 marzo su RAI3, si ha una rappresentazione drammatica e sconcertante delle condizioni in cui versa la sanità Calabria.

Non ci voleva il coronavirus  per averne consapevolezza ma il sistema consociativo che da sempre è alla base del governo regionale, in cui maggioranza e opposizione si spartiscono  potere, convenienze e privilegi, complice una informazione largamente codina e genuflessa, ha sempre impedito che i calabresi ne fossero consapevoli.

La seduta di insediamento del nuovo consiglio regionale doveva soprattutto eleggere il presidente e l’ufficio di presidenza ma, considerata la gravità della situazione per il virus , non ci si poteva sottrarre all’argomento che impattava ,però, direttamente sul servizio sanitario calabrese, la sua organizzazione e le modalità con cui si affronta l’estendersi dei contagi soprattutto dopo il rientro in massa di calabresi dal nord.

La registrazione della seduta dovrebbe essere ancora disponibile sul sito della Regione e , per chi sa delle responsabilità che discendono dall’essere stati eletti, è da non perdere.Giusto per sapere con chi avremo a che fare per i prosssimi 5 anni.Superata la fase iniziale in cui Pippo Callipo, consigliere anziano chiamato a presiedere, ha assolto con sobrietà all’elezione del presidente e dell’ufficio di presidenza, è subito entrata in scena la politica macchiettistica e senza ritegno con l’intervento del presidente appena eletto, Domenico Tallini.

Protetto dalla mascherina, chino su un foglio manifestamente preparato prima della sua elezione, il suo incipit è stato che non aveva alcun desiderio di ricoprire la carica di presidente ma si piegava alla volontà dell’assemblea e ,precisazione immancabile, sarebbe stato “il presidente di tutti”.

La sfrontatezza dell’affermazione sta nel fatto che da settimane si rinviava l’insediamento del consiglio proprio perché non c’era l’accordo sul suo nome ma, inaspettatamente, il veto posto da Nicola Morra,senatore 5Stelle e presidente dell’Antimafia, il quale ricordava essere il Tallini considerato un “impresentabile”, rinsaldava spirito corporativo e appartenenza alla casta, generando i numeri necessari per eleggerlo,sia pure al terzo scrutinio.

“Impresentabile” non per stile e pronuncia, ringraziamenti di circostanza e saluti rituali  da comitato di quartiere, ma per pendenze giudiziarie, ci si a spettava dal neoeletto presidente un qualche accenno serio, al di là delle banalità sulla gravità del momento, sulla capacità del servizio sanitario calabrese ,per come è stato  ridotto, di affrontare la situazione.Lo farà Jole Santelli, a conclusione di seduta, confermando quanto già dichiarato in più occasioni alla stampa nazionale non senza evidenziare che si trova a gestire una sanità che ha ereditato. Tutti sanno, a cominciare dai 30 consiglieri regionali, che è stata devastata da 10 anni di gestione commissariale e 50 anni di beghe e lotte  politiche per subordinare e asservire la sanità alla rendite elettorali.

Domenico Tallini, oggi presidente, siede in consiglio regionale da 20 anni, probabilmente è il più anziano politicamente, dopo che Pino Gentile ha mancato la rielezione.Lui c’era già ai tempi in cui la spesa sanitaria veniva contabilizzata “omericamente”, cioè a voce o con pizzini di carta, come si ebbe a leggere  sulla stampa nazionale , passando vergognosamente alla storia come “tradizione orale” calabrese della spesa sanitaria.Nessuno lo ricorda.

Tallini si è guardato bene dall’utilizzare l’occasione e la nuova responsabilità per riposizionarsi, fare autocritica per il passato suo e della parte politica che ha rappresentato, prendere impegno per i nuovi 3 ospedali compreso quello di Cosenza i cui progetti si sono insabbiati chissà sulla scrivania di quale  superpagato dirigente.

Non sono stati da meno gli altri, salvo Carlo Guccione che sui mali della sanità è impegnato da tempo, con paciosi interventi di circostanza, autoreferenziali riconoscimenti ai consiglieri per avere affrontato la seduta, letterine di natale sul dramma umano dei contagi e dei decessi ma nessun impegno a fare verità, almeno ora,sulle responsabilità di chi ha ridotto la sanità calabrese e gli ospedali nelle condizioni che la coraggiosa trasmissione di RAI3, “Report”, ha denunciato lunedi sera.

RAI 3, la casamadre del TGR regionale, per cui ancora una volta viene da chiedersi perché mai il tgrai calabrese non fa quello che vengono a fare da Roma i colleghi della redazione nazionale.Domanda: il redattore capo e i giornalisti di RAI Calabria erano a conoscenza di quanto ha rivelato “Report” o lo hanno appreso a casa seguendo la trasmissione come semplici cittadini?

Fra ospedali chiusi, altri fatiscenti, tutti gli altri in permanente emergenza ,per non dire di un ospedale nuovo mai avviato e lasciato ai vandali, la sequenza che ha tramortito in quel momento tutti i telespettatori è quella in cui il responsabile della Protezione Civile, Domenico Pallaria, il più potente  dirigente della burocrazia regionale, dichiara che non ha la minima idea di che cosa sia un ventilatore polmonare.L’Italia che si trova a seguire la trasmissione, da Bolzano a Palermo,resta incredula ,basita, sconcertata. La Calabria non è dato sapere: probabilmente è rassegnata.Ma qualcuno, nelle alte istituzioni, responsabile anche della dignità nazionale, Calabria compresa, non deve aver perso tempo e nel giro di 24 ore sono arrivate le dimissioni del super-dirigente di tutte le giunte,di centrodestra e di centrosinistra,assegnato alla Protezione Civile dalla inconsapevole pulsione del ceto politico verso un genocidio collettivo.Dimissioni ovviamente accolte, prima ancora che verosimilmente sollecitate, da Jole Santelli alla cui coscienza è consegnata la innegabile necessità che la sanità torni nelle competenze del governo nazionale.Le regioni,dalla Lombardia alla Calabria,fatti alla mano, hanno dimostrato di non esprimere la competenza necessaria. A parte imbrogli, carriere facili umiliando competenza e merito, ospedali chiusi, posti letto eliminati  e ruberie .