l’ITALIA DELLE MASCHERINE E DELL’EVASIONE FISCALE…….

L’ITALIA  DELLE MASCHERINE E DELL’EVASIONE FISCALE……..

Se fossero in vita Alberto Sordi e Mario Monicelli sarebbero già al lavoro per un film sui personaggi che gestiscono la fornitura e la distribuzione delle mascherine, dal commissario plenipotenziario Arcuri alla disinvolta Irene Pivetti, coinvolta in una fornitura milionaria di mascherine non a norma.

Alberto Sordi ha realizzato, anche come regista, il film “Finchè c’è guerra c’è speranza”,in cui interpretava come protagonista la figura del venditore di armi con i cui profitti manteneva l’alto tenore di vita della sua costosa famiglia borghese. In tempi di corona-virus si può essere certi che Alberto Sordi e Mario Monicelli avrebbero saputo, con amara ironia,tratteggiare le figure che si muovono sulla scena delle mascherine, dal governo alla protezione civile alle burocrazie regionali.

Raccontano giornali e telegiornali che oltre il 90% degli italiani è stato responsabile ed ha osservato le disposizioni governative, con ciò consentendo una minore propagazione dei contagi e delle relative conseguenze.

I social hanno,a dire il vero, raccontato un’altra Italia , certamente minoritaria, picaresca e strafottente,spavalda e stupidamente irresponsabile che sfidava il virus a colpi di grigliate,riunioni condominiali, incontri di quartiere , aperitivi di gruppo e patetiche corsette solitarie.

Ma questa  è “ l’Italietta” che conosciamo più direttamente nella quotidianità, a suo modo furba e con una tara culturale che la porta ad aggirare le leggi perché convinta che sottrarsi alle leggi dello Stato è una sorta di risarcimento per tutte le imposizioni che allo Stato si addebitano, le tasse,le bollette, i tributi comunali, l’assicurazione e il bollo auto,il tiket sui farmaci,il pedaggio autostradale ecc.ecc.-E tutto si giustifica: le invalidità fasulle,il reddito di cittadinanza lavorando in nero, il “cartellino” d’ingresso in ufficio fatto timbrare da un altro, il contrassegno di portatore di handicap per fregare il parcheggio riservato a chi ne ha diritto e quella pulsione incontenibile,tipicamente italiana, di saltare la fila dovunque la si trovi.

Si dirà peccati veniali rispetto a chi, nel mentre una pandemia  semina morte e panico,ne approfitta per mettere su il business delle mascherine. Una porcata degna del peggiore capitalismo, giocata sulla pelle della gente, in nome della speculazione e del profitto.A leggere le cronache, personaggi  dal casellario giudiziario poco affidabile, si sono trasformati, cambiando repentinamente ragione sociale, in importatori di prodotti “medicali” aprendo con la Cina estemporanei quanto limacciosi rapporti per la fornitura di mascherine da mettere, non convalidate, sul mercato e con le burocrazie regionali prontissime ad acquistarle.

Quando la speculazione,non adeguatamente contrastata, ha raggiunto il livello di guardia  mettendo rovinosamente a rischio, per l’indignazione popolare, le sorti del governo 5stelle-PD-Iv-LEU è arrivata la decisione tardiva  di fissare per legge il costo della mascherina chirurgica, annunciato a 50 centesimi dimenticando di esentarla dall’ IVA al 22%.

Fatta la legge,però,le mascherine inviate, a detta del commissario Arcuri, nell’ordine di milioni alle regioni  non si sono viste.Le farmacie o dicono di non averne o di avere disponibili quelle che costano da 7 a 10 euro. Va da sé che, per un elementare principio di mercato, se il prezzo fissato per le mascherine è di 50 centesimi tutte quelle acquistate da farmacisti e distributori a un prezzo più alto,vanno in perdita.

A nulla vale che lo Stato si sia impegnato a compensare alle farmacie la differenza di costo fra il prezzo di vendita di 50 centesimi e quello,più alto, pagato dalle farmacie ai fornitori del prodotto. Per le farmacie non va bene perchè, dopo essersi prestate alla lievitazione del prezzo delle mascherine per trarne maggiore profitto, si troverebbero ora a subire una perdita secca, evidentemente avendo difficoltà a documentare il reale prezzo di acquisto per incassare la differenza dallo Stato.

Così vanno le cose in Italia al tempo del corona-virus e non c’è imbarazzo né a livello “ commerciale” né a livello istituzionale. Il commissario Arcuri, sempre meno convincente quando cerca di rassicurare gli italiani, avrebbe potuto affidare ai tabaccai la distribuzione delle mascherine a 50 centesimi ma avrebbe dovuto sfidare il risentimento e la ritorsione politica dei farmacisti.                                                           

Il problema vero,però,rimane quello delle mascherine che non ci sono, contrariamente a quanto afferma il commissario Arcuri.Figurarsi  se il discorso si dovesse spostare sui “tamponi” , sulle RSA abbandonate al corona-virus, sui centri covid-19 e sui ventilatori polmonari.Dove sono ?A chi sono stati dati? In quale quantità? Come sono stati utilizzati?Con l’autorizzazione di chi ?

Da oltre confine, cioè da Bruxelles ma anche oltreoceano, ci osservano e fanno le loro considerazioni.L’Italia chiede soldi all’Europa, chiede considerazione e solidarietà,invoca l’accantonamento temporaneo del debito pubblico per superare l’emergenza sanitaria ed economica ma, se qualcuno fa osservare  che il regime fiscale privilegia gli evasori senza che lo Stato reagisca efficacemente,che ruberie altolocate e corruzione restano impunite, parte il pianto ipocrita sull’Europa cattiva e ingrata con l’Italia.

Rassegniamoci.Se prima eravamo l’Italia dei 100 miliardi di evasione fiscale ora siamo anche l’Italia dei milioni di mascherine che vengono inviate e che non si trovano se non al prezzo dei farmacisti.Sarà il capitalismo, sarà l’onestà-onestà-onestà gridata dal primo partito di governo, sarà per quella vocazione truffaldina che appartiene al segmento delinquenziale e criminogeno del capitalismo italiano, ma agli occhi del mondo siamo l’Italia del più alto debito pubblico, della più alta evasione fiscale e perché no, miserabili fino infondo, quelli senza mascherine protettive perché lo Stato non sa essere all’altezza dei suoi doveri  lasciando che il mercato e le sue bande dettino impunemente e cinicamente le loro condizioni.Perchè, a parte le mascherine, i tamponi,i guanti, l’alcool a 90 gradi che non si trovano,anche i prezzi dei prodotti alimentari di più largo consumo stanno lievitando.Alla fine ,per i soliti noti, il corona-virus sarà stato un grande business per arricchirsi.Come i terremoti.