QUELLA CAROVANA DI AUTO BLU DEL MOVIMENTO 5 STELLE

QUELLA CAROVANA DI AUTO BLU DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Ormai la crisi che sta attraversando il Movimento5 Stelle non la nega più nessuno. Semmai se ne danno interpretazioni diverse, tutte legittime purchè i numeri vengano rispettati e non rimossi.Dalle politiche del 2018 il M5S si è più che dimezzato,stando ai sondaggi, mentre i numeri delle regionali dicono che è crollato o, almeno, che a livello locale non ha rappresentanza politica. Alessandro Di Battista, che persegue un suo obiettivo interno al Movimento, non usa mezzi termini e definisce il risultato delle regionali la sconfitta più pesante nella storia del Movimento.Luigi Di Maio aveva cercato di parare il colpo rivendicando per i 5Stelle il risultato del referendum sul taglio dei parlamentari ma non ha funzionato.Semmai il 30 per cento dei NO acquistava rilevanza politica rispetto a quel 97 per cento del voto parlamentare che aveva approvato la legge.La crisi del Movimento è però più complessa delle semplificazioni che si leggono sulla stampa.Parte dai vertici e cioè dalla distanza che si è creata fra le posizioni di Grillo e quelle di Casaleggio dietro le quali si vanno schierando deputati e senatori, vecchia guardia e new entry.Non c’è nulla di nuovo in queste dinamiche e non deve sorprendere se il Movimento è proiettato a costituirsi, con gli Stati Generali,in partito.Rimane però il fatto che chi rappresenta il Movimento ha subito una mutazione di immagine e di identità.Non è il caso di criminalizzare la carovana di auto blu giunte all’agriturismo dove si è tenuta l’assemblea degli eletti ma segna il percorso politico del Movimento, dalle piazze del “vaffa” al governo del Paese.Chi non ricorda il video “costruito” di Roberto Fico che sale su un bus a alla stazione Termini per raggiungere Montecitorio per insediarsi nella terza carica dello Stato,la presidenza della Camera.Era anche il tempo che si litigava sugli scontrini dei panini e dei mezzi di trasporto ed oggi ritengono non più dovuto il contributo mensile alla piattaforma Rousseau.Una divisione del Movimento, tagliata con l’ascia, distingue un’ala governativa che fa capo a Grillo, Di Maio e Fico da una che vuole rimanere “movimentista” e che avrebbe riferimento in Casaleggio e Di Battista. Ma il meglio e il peggio deve ancora venire.