REGIONALI CALABRIA: PARTE LA “MACCHINA DEL FANGO”…
In ogni campagna elettorale, a tutte le latitudini, esiste uno strumento di lotta politica il cui utilizzo è direttamente proporzionale al grado di civiltà che una comunità, un Paese, una regione ha raggiunto. Negli Stati Uniti , quelli della bibbia e della pistola sul comodino, l’aggressione al candidato antagonista non esclude i colpi sotto la cintola e la rivisitazione del suo passato ove non conta se da studente ha fatto il lavapiatti per mantenersi agli studi ma se ha fumato una canna in allegra compagnia. Peggio se ha avuto un esaurimento nervoso, una sindrome depressiva per non dire se è ricorso a cure psichiatriche. Oggi che la macchina del fango si serve dell’algoritmo e delle fake news, è in grado, a quanto pare, di produrre danni decisivi ai fini del risultato.
Scendendo alle latitudini della “Calabria saudita” c’è da registrare una nota ispirata e apparsa su una testata on line , che riguarda Anna Falcone tirata in ballo nel gioco delle candidature possibili. Anna Falcone, avvocato costituzionalista e intellettuale militante della sinistra, con le sue battaglie ha maturato una visibilità politica e mediatica a livello nazionale che soltanto qualche sprovveduto politico da retrobottega può mettere in discussione.Sono i rischi e i prezzi che si pagano alla politica quando un anonimo manovratore della macchina del fango cerca di portare, ai suoi livelli , una figura politica che si è battuta a fianco di Gustavo Zagrebelsky e Pietro Grasso in difesa della Costituzione.
L’anonimo ispiratore della nota , nell’intento di ledere l’immagine politica di Anna Falcone per bloccarne la temuta “discesa in campo” nella competizione elettorale, è andato a rovistare ,a modo suo, nel curriculum politico di Anna Falcone cercando di piegare fatti e avvenimenti a una costruzione politicamente diffamatoria.
Evidentemente il nome di Anna Falcone, che come tanti calabresi si è fatta avanti da sola, con competenza e prestigio, a livello nazionale, in una competizione elettorale senza personalità politiche di spicco, preoccupa e disturba i manovratori occulti della politica calabrese di bassa cucina, che con bassa cucina rispondono, con le falsità più basse, per rivolgersi “ alla pancia” di una popolazione allo stremo. Ma su Anna Falcone, non ci sono scheletri nell’armadio da svelare: il suo problema è proprio la sua libertà, politica in primis, il fatto di non essere mai stata “portaborse” di qualcuno e, soprattutto, dei soliti noti. Men che meno espulsa dal partito Socialista di cui è stata, molti anni fa dirigente nazionale, e da cui si dimise proprio per incompatibilità ambientale e democratica con la dirigenza regionale e il malcostume dei congressi. Al contrario onestà intellettuale imporrebbe di menzionarla per aver portato a casa, proprio da responsabile nazionale donne del PSI, la storica battaglia sulla doppia preferenza di genere che fece presentare per la legge elettorale della Campania e che, da lì passò a patrimonio di tante altre leggi elettorali e strumento di uguaglianza fra uomini e donne nelle candidature e nella rappresentanza politica.
Il resto è storia recente: pochi calabresi si sono distinti tanto a livello nazionale, e non per ragioni politiche, o incarichi di partito, ma per battaglie democratiche a difesa della nostra Costituzione. Renzi e i suoi supporters se lo ricordano ancora! Sarebbe corretto che anche le “redazioni”, cartacee e on line, se lo ricordassero prima di ospitare fango e fandonie inventate sul suo conto. Fare sponda e, in qualche modo, avallare-si auspica per leggerezza- queste costruzioni diffamatorie spiega e giustifica la riluttanza dei calabresi, affermatisi per identità politica e visibilità culturale, a impegnarsi per la Calabria. C’è evidentemente qualcuno che non vuole che si impegnino! La mediocrità, per emergere e affermarsi, deve fare terra bruciata intorno a chi mediocre non è. E stavolta chi ci ha provato con Anna Falcone è andato a sbattere perché di “borse” Anna Falcone ha portato soltanto la sua.
Non sarà certo un caso che certi articoli non firmati ma verosimilmente ispirati compaiano dopo il rifiuto di Anna Falcone di candidature al ribasso su vicepresidenze farlocche che non garantiscano nessun rinnovamento e nessuna discontinuità politica con il passato. Nessun dramma comunque per un’operazione politicamente diffamatoria, finalizzata ad inquinare il dibattito politico in corso sulle candidature, perché c’è voluto poco a capire quale sinedrio di statisti alle prese col codice penale ha ispirato la nota incautamente pubblicata.