UN TICKET PER VINCERE E ANDARE OLTRE……
Sono in molti ad agitarsi intorno ai miliardi del Ricovery fund che l’Europa ha messo a disposizione dell’Italia e soprattutto del Mezzogiorno. Scoprono oggi i tanti problemi irrisolti che i governi di centrodestra e centrosinistra hanno fatto marcire concentrando risorse e investimenti nel nord evoluto e produttivo sottraendole al sud.
Accade ora , come spiega la metafora dei due motori, che dopo aver privilegiato e puntato tutto sul motore del Nord produttivo si rende necessaria, per la ripresa post-Covid dell’economia nazionale, l’accensione del secondo motore, quello del Sud appunto, consegnato fino ad oggi all’assistenzialismo . La parte produttiva del sud, dove esiste, è stata consegnata ad un ruolo gregario e subalterno. Il Sud ha fatto da sé dandosi da fare con enogastronomia e turismo, ma non è alle cipolle di Tropea che la Calabria poteva affidare le sue possibilità di crescita produttiva.
Si tratta,quindi, per volontà dell’Europa, di mettere fine a decennali ingiustizie di diritti negati e risorse sottratte al Sud per privilegiare le aree cosiddette forti del Paese.Ora che sono annunciati i miliardi in arrivo da Bruxelles parte una mobilitazione eccitata di sindaci, parlamentari, consiglieri regionali, sindacalisti, imprenditori, vescovi e intellettuali di lotta e di governo affinchè i miliardi assegnati al sud dall’Europa non vengano dirottati altrove. Sono gli stessi che in dieci anni di “spesa storica”, cioè il marchingegno in base al quale le regioni che hanno avuto più (centro-Nord) ricevono di più e quelle che hanno avuto di meno (Sud) ricevono di meno, non hanno aperto bocca.Il che vuol dire-esempio concreto- che i Comuni del Sud che non hanno asili nido non ricevono nulla mentre a quelli del Centro Nord , che hanno già gli asili nido, viene confermata la spesa corrispondente.Stessa truffa per la sanità, l’istruzione, i trasporti, il welfare.
Si tratta dunque di pareggiare i conti e di mettersi all’altezza della parte produttiva ed evoluta del Paese, sviluppando tutte le potenzialità fino ad oggi non considerate, contribuendo così , con un apporto determinante, alla ripresa dell’economia nazionale ovvero Pnrr o Recovery fund che dir si voglia.
A questo appuntamento con i miliardi dell’Europa, risolutivo per l’intero Mezzogiorno, la Calabria non può andare col personale politico che ha avuto, ai vari livelli, la guida della Regione. Non si tratta, quindi , di eleggere il successore di Spirlì f.f. né di replicare uno dei tanti test elettorali consociativi destra-sinistra.Per un appuntamento politico così importante, dove tutto il Sud deve pareggiare i conti del passato, necessitano intelligenze attrezzate sul piano della competenza e della conoscenza dei problemi. Si tratta di essere all’altezza dell’occasione che l’Europa offre al Sud, irripetibile per i prossimi 50 anni. La Calabria fra le sue eccellenze mette sul tavolo il Porto di Gioia Tauro, piattaforma logistica nel cuore del Mediterraneo, infrastruttura di rilevanza mondiale sottovalutata e discriminata dai governi nazionali, favorevoli a Trieste e Genova, e pressocchè ignorata dai governi regionali che verosimilmente, per carenza di cultura di governo, non ne colgono le potenzialità e il ruolo strategico.
Fra i nomi messi in campo per la candidatura alla guida della Regione ci sono quelli di Luigi De Magistris e di Anna Falcone che presentano, considerati i vincoli posti da Bruxelles, requisiti di competenza e conoscenza che altri non hanno. De Magistris è stato, prima ancora che magistrato combattente contro corruzione e malapolitica, europarlamentare e successivamente sindaco di Napoli . Anna Falcone, avvocato civilista e costituzionalista, animatrice dei comitati referendari in difesa della Costituzione ed esperta di normative europee, meridionalista formatasi alla scuola di Giacomo Mancini, è espressione di quella sinistra non allineata ,moderna e innovativa, che lavora da tempo a un campo più largo del centrosinistra dialogando con la parte più avanzata e responsabile del sindacato calabrese e con gli intellettuali non rassegnati alla regressione politica e culturale.
La candidatura,quindi, di De Magistris e Anna Falcone dovrebbe essere interpretata dai calabresi tutti non tanto per acquisire elettoralmente la guida della Regione quanto, da quella postazione, per portare avanti la rinascita di tutto il Mezzogiorno facendo valere quei diritti fino ad oggi negati che i partiti tradizionali, subalterni alle direttive romane, hanno avallato col silenzio se non con la connivenza. E’ quanto ci chiede l’Europa concedendoci le risorse necessarie.
E poiché per conquistare la guida della Regione bisogna battere la vecchia politica e la sua logorata rappresentanza, De Magistris e Anna Falcone possono riuscire nell’impresa soltanto mobilitando le nuove generazioni senza presente e senza futuro, partendo dalle università, dal precariato,dai senza lavoro, dagli umiliati del reddito di cittadinanza che non dà benessere e nemmeno quella dignità e autonomia che soltanto il lavoro può dare. Spiegare cioè ai giovani, affinchè lo spieghino alle loro famiglie, che è il loro momento, che il loro futuro è nelle loro mani e che significativamente il progetto col quale l’Europa finanzia il loro futuro si chiama “Next Generation eu “.
Ma i giovani non bastano se nella competizione elettorale non esercita tutto il suo peso quel 54 per cento che si astiene perché non ha alcuna fiducia nella politica e in chi fino ad oggi l’ha interpretata.Bisogna spiegare loro, perché lo spieghino alle loro famiglie, che ospedali, scuole, asili nido, trasporti, strade, ferrovie e soprattutto lavoro si ha la possibilità di realizzarli facendo valere diritti garantiti dalla Costituzione che oggi vengono sollecitati dall’Unione Europea con un apposito stanziamento di risorse.
C’è,tuttavia, sempre il rischio che queste risorse vengano male utilizzate o utilizzate a vantaggio delle solite cricche di potere che hanno impoverito il sud, dissipando risorse più per incapacità e incompetenza che per malversazione. E’ una battaglia che comincia dunque dalla Calabria, perché c’è la competizione elettorale, ma riguarda l’intero Mezzogiorno e, quindi, bisogna vincere in Calabria per andare oltre, per portare il Sud all’altezza del Nord e l’Italia, unita nella crescita, all’altezza del suo ruolo in Europa.
Ecco perché è una competizione elettorale diversissima dalle altre, con una posta in palio che riguarda l’intero Mezzogiorno e le sue giovani generazioni. Due dati per inquadrare un aspetto del problema del lavoro che non c’è: al Centro-Nord il tasso di disoccupazione che è del 9,1 al Sud è del 27,6 mentre il tasso di disoccupazione giovanile, che al Centro-Nord è 21,2, al Sud è del 45,5.Ci si rende facilmente conto- a voler essere consapevoli e responsabili- che questa volta la partita non può essere giocata dal vecchio notabilato con le sue clientele e con al centro il miserabile ricatto del voto di scambio, fondato sul bisogno e la mancanza di prospettive di reddito e di lavoro. Luigi De Magistris ed Anna Falcone hanno i titoli per accendere i fuochi della rinascita, hanno i titoli per parlare ai giovani delle università del Sud e rappresentano in Calabria il ticket politico in grado di condurre la battaglia del cambiamento in nome del Sud ma anche-e qui sta la novità e la svolta- in nome dell’Europa.