UN CALABRESE VALE LA META’ DI UN TRENTIN-SUDTIROLESE ?
10 DOMANDE AL SEN. FELICE BESOSTRI
Felice Carlo Besostri (Zevio, 23 aprile 1944) è un avvocato e politico italiano, senatore per i Democratici di Sinistra dal 1996 al 2001; è noto per vari ricorsi contro alcune leggi elettorali, in particolare per i ricorsi che hanno condotto all’abrogazione parziale del Porcellum e dell’Italicum.
Alle elezioni politiche del 1996 è candidato al Senato della Repubblica per l’Ulivo nel collegio di Milano 3, in cui ottiene il 35,4% contro il 46,5% di Riccardo De Corato del Polo per le Libertà, ma viene comunque eletto.
È stato quindi capogruppo dei Democratici di Sinistra nella Commissione Affari Costituzionali del Senato nella XIII legislatura. È stato relatore di maggioranza al Senato della L. 482/99, legge quadro che ha dato attuazione all’art. 6 della Costituzione italiana, in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche).
Alle elezioni politiche del 1996 è candidato al Senato della Repubblica per l’Ulivo nel collegio di Milano 3, in cui ottiene il 35,4% contro il 46,5% di Riccardo De Corato del Polo per le Libertà, ma viene comunque eletto.
È stato quindi capogruppo dei Democratici di Sinistra nella Commissione Affari Costituzionali del Senato nella XIII legislatura. È stato relatore di maggioranza al Senato della L. 482/99, legge quadro che ha dato attuazione all’art. 6 della Costituzione italiana, in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche)
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Senatore si ha qualche difficoltà a credere che il tentativo di Mario Draghi di formare un governo dipendesse dal nullaosta della piattaforma Rousseau. In un Paese di 60 milioni di abitanti e di oltre 46 milioni di elettori aventi diritto, i 115 mila iscritti alla piattaforma, di cui 73 mila votanti, suddivisi il 59% per il si e il 41% per il no non hanno rilevanza numerica prima che politica. Può la rappresentanza parlamentare essere subalterna alla democrazia diretta dei clic e condizionare i poteri del parlamento?
No non può essere, per di più il quesito era fuorviante e la piattaforma è manipolabile. Tuttavia, non c’è stata trasparenza neppure nella scelta di Draghi: chi gli ha parlato prima che il suo nome fosse fatto da Mattarella? Con chi si è consultato prima di accettare?
Si è detto che “la democrazia è il governo dei poteri visibili”( Bobbio), solo quando il potere era per “ grazia di Dio” si giustificavano gli arcana impèrii non quando l’investitura è per volontà del popolo.
2)-Si mormora che il governo Draghi sia nato, in presenza di una situazione definita drammatica, da un disegno a tavolino col mandato a Renzi di sfasciare il governo Conte ed a Grillo di garantire la fiducia in parlamento per un governo di unità nazionale. Il fallimento della politica è stato un pretesto o un dato reale del problema?
La politica ha fallito, è un fatto e un pretesto. Senza la seconda ondata di COVID 19 il governo Conte bis non sarebbe entrato in crisi, con quella tempistica. Renzi è stato sottovalutato, senza di lui il governo non sarebbe nato, questo è un fatto, il PD era inizialmente riluttante. Italia Viva come forza politica è fallita, Renzi era alla ricerca di un suo rilancio personale
3)-Nella Repubblica dei misteri e dei depistaggi che attendibilità anno le congiure di palazzo in una situazione di collasso politico, sociale ed economico?
Le congiure hanno più successo in una situazione di collasso e con una legge elettorale, che non consente al popolo di scegliere i suoi rappresentanti dal 2005 con l’approvazione della legge n.270/2005, cioè del Porcellum, il diritto di voto libero, uguale, diretto e personale è stato rubato al popolo nel dicembre 2005 e mai più restituito. Lega e Fratelli d’Italia per un anno hanno ripetuto “bisogna dare voce al popolo” con elezioni anticipate, una presa in giro: in democrazia il popolo ha voce senza che nessuno gliela dia, gli va dato un diritto di voto come Costituzione comanda e poi si voti subito dopo. Non si può più votare, come sicuramente nel 2006, 2008 e 2013 e probabilmente 2018 con leggi, la cui costituzionalità non sia certa e verificata prima del voto.
4)-Il mandato conferito a Draghi di formare un governo non riconducibile e non vincolato a una formula politica è compatibile col dettato costituzionale?
Il governo deve avere la fiducia delle 2 Camere entro 10 giorni dal giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, cosa succede prima del voto di fiducia non è importante dal punto di vista costituzionale. Ci sono prassi non norme vincolanti.
5)-Quanto possono avere influito sulla caduta del governo Conte e sull’incarico a Draghi le valutazioni, attraverso canali riservati, della Casa Bianca,dei Comandi Nato, del Vaticano, dei grandi gruppi imprenditoriali e dei potentati finanziari che hanno investito in Italia ?
Queste cerchie sono appunto i poteri invisibili, i nemici della democrazia. Bisogna ristabilire il circuito virtuoso di elezioni libere, che eleggano un Parlamento, in cui ogni membro rappresenti “la Nazione senza vincolo di mandato”(art. 67 Cost.) e che eserciti le sue funzioni con “disciplina e onore”(art. 54 Cost.) e che i partiti siano le libere associazioni previste dall’art. 49 Cost. formate da cittadini e non congreghe di potere e di carrieristi al servizio dei propri interessi.
6)- 240 miliardi in arrivo dalla UE sono tanti. L’errore di Conte e del suo governo è stato quello di poterne gestire la destinazione tramite un team di tecnici di nomina governativa assistiti da circa 300 quadri esecutivi?
Sono tanti, ma in gran parte un prestito, che prima o poi va restituito. La gestione tramite un team di manager non si è mai concretizzato, ma è stato uno dei fattori di accelerazione della caduta di Conte, che ha scambiato la popolarità, per una forma di investitura diretta. Si è dimenticato di non essere un Prime Minister britannico, che sostituisce i ministri a piacimento, perché leader del Partito, che governa in solitario, ma un Presidente del Consiglio dei Ministri, cioè di un organo collegiale.
La fiducia è data al Governo non al Presidente del Consiglio (art. 94 Cost.).
7)-Il 3 agosto è l’ultima data utile, prima del semestre bianco, in cui il Presidente della Repubblica ha facoltà di sciogliere le Camere. Per quella data dovrà essere varata la legge elettorale che recepisce il taglio dei parlamentari legittimato dal referendum. Considerato il fallimento della politica, la crisi dei partiti, la crisi della rappresentanza parlamentare come se ne esce?
La legge, incostituzionale a parer mio e di autorevoli costituzionalisti, che recepisce il taglio dei parlamentari, purtroppo c’è già è la legge n. 165/2017 (cosiddetto Rosatellum) come modificata, in peggio, dalla legge n. 51/2019 completata con il d.lgs n.177/2020, entrato in vigore il 30/12/2020. Bisogna riuscire a farla mandare in Corte Costituzionale prima che sia applicata, come ci è riuscito con l’Italicum, la legge elettorale renziana n. 52/2015, annullata in parti essenziali con la sentenza n. 35/2017. Una riforma da fare è vietare espressamente la rielezione del Presidente della Repubblica, modificando l’art. 85 Cost. e contestualmente eliminare il semestre bianco, abrogando il secondo comma dell’art. 88 Cost.
8)- Se durante il semestre bianco dovesse venire meno al governo la maggioranza in parlamento quali opzioni si avrebbero?
Dipende se di fatto o in seguito a voto di sfiducia, in tale ultimo caso si deve dimettere e decide il Presidente della Repubblica se rinviarlo alle Camere o indicare un nuovo Presidente del Consiglio. Non può sciogliere le Camere, una decisione che spetta solo al nuovo Capo dello Stato.
Se la sfiducia è data prima del semestre bianco o nuovo incarico o elezioni anticipate, che si possono tenere nel semestre bianco. Se scioglie si applica l’art. 61 Cost., cioè nuove elezioni entro 70 giorni dallo scioglimento, a meno che scoppi una guerra (comb. disp. art. 60 e 61 Cost.).
9)-La nascita del governo Draghi ha fatto esplodere le contraddizioni e i contrasti interni al Movimento 5Stelle. Ad oggi sono oltre 40, fra Camera e Senato, i parlamentari che hanno abbandonato il Movimento. Torna d’attualità il dibattito sul vincolo di mandato. La Costituzione è chiara: il parlamentare eletto non rappresenta né il partito che l’ha candidato né gli elettori che lo hanno eletto ma risponde alla Nazione. Nella pratica i parlamentari che hanno disatteso le direttive del vertice politico hanno dato luogo all’espulsione dal Movimento. Tutto regolare, tutto consentito, nessuna garanzia?
Restano membri a pieno titolo del Parlamento. Se non sono d’accordo con l’espulsione o la decadenza dal M5S, ciascuno può impugnare la deliberazione davanti ad un giudice. Con il divieto di mandato imperativo nasce la moderna democrazia rappresentativa. Taglio lineare del 36,50% dei parlamentari con eccezioni incostituzionali (Trentino-Alto Adige con 1.029.475 abitanti ha 6 senatori, lo stesso numero della Calabria che di abitanti al censimento 2011 ne ha 1.959.050, quasi il doppio, nell’indifferenza della maggioranza regionale)1, proposta di abolire il divieto di mandato imperativo, non rispetto dei diritti quesiti con effetti retroattivi e conversione al Rosatellum dopo averlo combattuto sono le 4 imperiture vergogne dei M5S contro la lettera e lo spirito della Costituzione.
10)-In democrazia 1 vale 1 e l’elezione al parlamento implica il compito e la responsabilità di legiferare sulle più svariate materie. Conoscenza dei problemi e competenza per poterli affrontare sarebbero requisiti imprescindibili ma così non è e la qualità del lavoro parlamentare e della produzione legislativa ne risente. La Costituzione non ha previsto criteri selettivi, sotto il profilo della competenza e della cultura di governo, per eleggere la rappresentanza parlamentare. E’ cosi in tutte le democrazie mature? Come lo spiega ? 1 vale 1 anche per legiferare e governare ? Winston Churchill riconosceva i limiti della democrazia ma osservava che resta la migliore rispetto alle altre forme sperimentate.
Spetta agli elettori eleggere i rappresentati del popolo italiano, ma questo diritto è stato loro rubato nel 2005, questo è il problema, non le qualità dei nominati, la pessima qualità di molti di loro, forse la maggioranza, non è un difetto della democrazia, ma dei gruppi dirigenti dei partiti, che li hanno nominati. Posso sperare che sarebbero meglio se il corpo elettorale potesse scegliere, peggio di adesso non è possibile. Se sono scelti dagli elettori, almeno non si lamenteranno tutti.
1 Un calabrese vale la metà di un trentin-sudtirolese?