AL DISASTRO SANITARIO SI RISPONDE CON LA BORBONICA “AMMUINA”……
Sapeva quello che diceva Nicola Gratteri quando , imperversando il cabaret televisivo sui commissari nominati dal governo per “risanare la sanità” e i disastri provocati dalla loro gestione, affermava che se si voleva essere credibili a voler bonificare la sanità calabrese, da debiti, sprechi e malaffare, il governo doveva mandare in Calabria commissari competenti ma soprattutto-ecco il punto- provenienti da molto lontano, possibilmente Trentino o Valle d’Aosta.
Può sembrare un paradosso, uno schiaffo ai politici che dietro le quinte concordano e decidono. I commissari li nomina il governo ma nel governo decidono i partiti e chi li controlla.Sui commissari , a parte le mortificanti versioni televisive, è stato detto tutto e la loro figura nonché il loro ruolo è decisamente al ribasso.Nessuno ad oggi ha spiegato perché, dovendo nominare un commissario ad acta per rientrare dal debito accumulato, il governo nomina un dirigente della pubblica amministrazione, un generale, un ex-prefetto o altra figura professionale ma tutti, al di là della competenza specifica, in pensione cioè non attivi.Non andava bene Gino Strada perché troppo competente e ingombrante e si è ripiegato sull’ex-prefetto Guido Longo, insediatosi a ottobre-novembre 2019 a capo della sanità calabrese con poteri speciali.
I risultati conseguiti sono nei numeri che quotidianamente segnano l’espandersi incontrastato dei contagi, gli ospedali al collasso, le vaccinazioni e le prenotazioni nel caos, i vaccini arrivati ma che mancano al conto, i furbi che saltano la fila e, certo non per ultimo, i morti che stanno per raggiungere quota mille.
Al punto cui è arrivata la situazione è il governo nazionale che deve intervenire e non per il dato dei contagi e dei morti in valori assoluti ma perché, con buona pace del super-commissario generale Figliuolo, le cose in Calabria non vanno proprio come ha avuto l’ardire di affermare, compiacendosi sia con Spirlì f.f. che con il commissario Longo che, forse incoraggiato da tale inaspettato riconoscimento, si è prodotto in un singolare intervento.
Messo di fronte allo scenario incontestabile delle condizioni in cui versano ospedali e centri di vaccinazioni, ha ritenuto di effettuare delle nomine ai vertici delle ASP seguendo un criterio di rotazione o di alternanza, cioè muovendo i manager da una provincia all’altra , non si comprende con quali obiettivi. Se sono bravi e competenti andavano,almeno per il momento, lasciati a operare sul campo dove erano. Se non sono bravi e competenti andavano destinati ad altre incombenze in modo da non continuare a fare danni.
L’operazione del commissario Longo, purtroppo, somiglia alla famosa “ammuina” di borbonica memoria quando a Napoli arrivò in visita un plenipotenziario inglese portato a visitare la flotta agli ormeggi. Comandante ed equipaggio avevano ricevuto l’ordine (facite ammuina), all’arrivo del plenipotenziario inglese, di iniziare a muoversi in tutte le direzioni , da prua a poppa, da una fiancata all’altra, da sotto a sopra e da sopra a sotto, creando il massimo tramestio possibile come dimostrazione di attivismo, efficientismo e grande capacità di mobilitazione all’occorrenza.Le stesse persone,dunque, da prua a poppa e da destra a sinistra e viceversa senza che quel movimento portasse a qualcosa di concreto, a parte le salve di cannone come omaggio all’ospite straniero.
Vedremo presto quali risultati otterranno i trasferiti da Longo nelle nuove sedi ma restiamo convinti della validità dell’impietoso suggerimento dato da Nicola Gratteri che –siamo sicuri-non scherzava quando auspicava manager sanitari provenienti possibilmente dal Trentino o dalla Valle d’Aosta. Longo gli spostamenti li ha fatti da Vibo a Crotone, da Crotone a Catanzaro e via di seguito restando rigorosamente nei confini della Calabria “saudita”, affidando alle varie latitudini il disastro sanitario a chi ,fino ad oggi, vi ha operato con i risultati che tutti i calabresi hanno sotto gli occhi.Complimenti !