DEBITO SANITARIO: CHE NON SIA UN REGALO AI DISONESTI E AL MALAFFARE….
Riferisce la cronaca che, anche se di sabato, il neo-presidente proclamato Roberto Occhiuto era al lavoro, al decimo piano della cittadella che porta il nome di Jole Santelli, per dare corso alle priorità della sua agenda di governo.
Al primo punto c’è il disastro sanitario, di cui è ben consapevole, e comunque a ricordarglielo hanno provveduto i cittadini della Piana di Gioia Tauro, rimasti senza ospedale e senza diritto alla salute a seguito della malagestione della struttura che, come ovvio, non ha responsabili e,quel che è peggio, nessuno fino ad oggi li ha cercati.Nemmeno il commissario super-poliziotto mandato in Calabria dal ministro Speranza, dotandolo di pieni poteri ma senza assegnargli il personale necessario e idoneo,a fronte di una acclarata inadeguatezza se è vero che il TAR gli ha contestato di aver interpretato in modo errato una sentenza del Consiglio di Stato.
A conferma della gravità della situazione, negli ultimi giorni, sono deceduti due cittadini colpiti da infarto a causa delle ambulanze giunte dopo un’ora e senza medico a bordo.E’ tutto fermo: le assunzioni di personale, l’acquisto di mezzi per il 118 e i prontosoccorso che operano in condizioni estreme.
Roberto Occhiuto è consapevole della gravità della situazione, ha già incontrato il ministro Speranza e il governo presieduto da Draghi dovrebbe, a giorni, nominarlo commissario per la sanità.Liberare la Calabria dall’immobilismo del commissario Longo sarebbe già un grande risultato, a prescindere da quanto potrà fare Occhiuto al di là del suo ostentato ottimismo.
In campagna elettorale ha affermato che intende sottoscrivere un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per azzerare il debito accumulato e ripartire, con il sostegno del governo nazionale e con l’assegnazione di tecnici competenti, per rimettere in piedi strutture e servizi. Ma azzerare il debito accumulato, con un mutuo ultradecennale o con l’ amnistia di una legge che lo cancella, sarebbe un premio a chi ha ridotto la sanità nelle condizioni in cui versa lasciando impuniti malaffare, ruberie, imbrogli, complicità ai vari livelli decisionali. La farebbero franca e riprenderebbero a saccheggiare la spesa sanitaria con le modalità già sperimentate e cioè le fatture pagate due o tre volte, i bilanci delle ASP non approvati, il contenzioso giudiziario fuori controllo, servizi e forniture prorogate di anno in anno a beneficio delle ditte assegnatarie.
Come ha ammonito in più occasioni Nicola Gratteri è impensabile e da irresponsabili ritenere che la bonifica del servizio sanitario possa avvenire lasciando al loro posto, senza essere chiamato a risponderne, chi il disastro lo ha provocato.Come affidare a Dracula il servizio di trasfusione del sangue.Il debito sanitario piuttosto che di un mutuo o di una legge che lo cancelli ha bisogno di verità, cioè di un accertamento rigoroso di quanto avvenuto e di chi si è illecitamente arricchito grazie alle complicità di cui ha goduto nei palazzi del potere e delle istituzioni.
Il presidente Occhiuto, se non ha cambiali politiche da pagare e vuole fare sul serio, restituendo ai calabresi il diritto alla salute, una volta nominato commissario, con l’ assistenza di tecnici specializzati, per come ha disposto al riguardo la Corte Costituzionale pronunciandosi sul “decreto Calabria”,dovrebbe affidare a una “task force” la ricostruzione dei bilanci non approvati perché manifestamente inaffidabili e così fare verità su tutta la contabilità inquinata e manipolata da chi ne ha avuto la gestione e il controllo. A cominciare dalla KPMG che da molti anni ha il compito di monitorare la spesa sanitaria e ad oggi ha incassato,per le sue prestazioni, 11 milioni di euro, di che cosa si è occupata e con quali risultanze.Poi faccia dare una visitina accurata alla cosiddetta “mobilità passiva”, cioè agli oltre 300 milioni annui pagati agli ospedali del nord per i calabresi che vanno a curarsi fuori regione e vedrà che la verità sul disastro sanitario verrà fuori.I calabresi gliene saranno grati, anche quelli che non l’hanno votato. ( Nella foto Roberto Occhiuto)