QUIRINALEIDE: IL MERCATO INDECENTE DEL VOTO AL MIGLIOR OFFERENTE…

QUIRINALEIDE : IL MERCATO INDECENTE DEL VOTO AL MIGLIOR OFFERENTE….

Non bisogna farsi distrarre dalle parole altisonanti sui requisiti e il profilo che deve avere il presidente della Repubblica come garante della Costituzione e dell’unità del Paese. Inattaccabile sotto il profilo morale , è chiamato a dare gli incarichi di governo, ratificare la nomina di ministri, promulgare le leggi approvate dal parlamento, presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura(CSM), essere a capo delle Forze Armate oltre che rappresentare la Repubblica nelle relazioni internazionali e nelle visite di Stato. Ci sono molte altre incombenze che ricadono nel cerimoniale ma sono funzioni collaterali a quelle di capo dello Stato.

Un profilo alto, dunque, che richiederebbe anche una provata esperienza politica e una congrua notorietà presso le cancellerie d’Europa e dell’Occidente. Nella realtà le cose vanno diversamente e la storia insegna che, in assenza di maggioranze omogenee politicamente ,l’elezione diventa una operazione di intrighi, di numeri, di tradimenti e di incastri in cui può accadere di tutto.Il voto segreto facilita l’inquinamento del voto fuori dal perimetro della legittima lotta politica e dà luogo a un limaccioso se non sordido mercato fra partiti e all’interno degli stessi partiti.

I nomi che circolano, fatta eccezione per Berlusconi che rimuove con spavalderia il suo passato politico e giudiziario, sono tutti compatibili, ma non con uguale spessore, con i requisiti che si ritiene debbano connotare i candidati alla presidenza.E’ invece il parlamento,per come è rappresentato che sta rivelando di che pasta sono fatti i tanti eletti sull’onda dell’antipolitica e dei “vaffanculo” di piazza e di governo. In questa legislatura oltre 260 hanno cambiato appartenenza politica, circa115 sono finiti nel “gruppo misto”, una sorta di “legione straniera” in cui ognuno risponde a se stesso e mette sul tavolo il voto segreto come arma di contrattazione politica ma anche personale. Saranno in mille e nove a lasciare Camera e <Senato quando si a ndrà a votare per le politiche e tutti sono consapevoli che, per il taglio ai parlamentari,ne verranno eletti seicento.

Si può anche avere indulgenza per gli aspetti umani dei comportamenti perchè, come diceva Longanesi, ogni italiano deve fare i conti, nei momenti critici, con l’imperativo ineludibile“tengo famiglia”.Per molti guerrieri dell’antipolitica assurti al rango parlamentare con 15 mila euro al mese incombe la minaccia reale di perdere i 15 mila e tornare per strada perchè un lavoro stabile non l’hanno mai avuto. Comprensibile ,quindi, che siano disposti a tutto pur di ultimare la legislatura mantenendo l’indennità e maturando il diritto al vitalizio.

Chi grida allo scandalo è ipocrita e dovrebbe spietatamente interrogarsi se fosse lui a trovarsi al loro posto. Questo ,però,può valere per coloro rimasti senza partito e che non hanno un lavoro cui tornare ma non per coloro che, arrivati a piedi, col bus o in taxi a Montecitorio e a Palazzo Madama, hanno scoperto che nelle auto blu ci si muove molto meglio, si sta più comodi, non si va alla pompa di benzina e non bisogna cercare parcheggio.Per chi ama il treno o l’aereo non ci sono limiti, per non dire dei benefit economici e assicurativi nonchè le convenzioni per la cura del corpo e della psiche, comprese le cure termali.Tutto dovuto come compenso per i servizi resi alla collettività e alle istituzioni dello Stato.

Molti di loro hanno imparato a indossare giacca e cravatta, non hanno più l’obbligo di conservare lo scontrino del panino, frequentano i ristoranti della politica, si ingozzano a volontà e i più bravi hanno imparato a leggere in aula gli interventi che tutor stipendiati hanno elaborato dietro le quinte. Si sono autodistrutti nella loro inadeguatezza, nell’incapacità di darsi una cultura di governo per poter essere classe dirigente. Non tutti,ovviamente. Valga per tutti il caso di Luigi Di Maio che, partito con la richiesta di impeachement per Mattarella e con la “sconfitta della povertà”, ha capito che con i vaffanculo non si governa un Paese e si è messo sotto la protezione del Quirinale e della Farnesina senza trascurare la politica politicante. Stando ai numeri che girano in questi giorni di quirinaleide ,fra lui e Conte, attribuiscono a lui il controllo di 200 parlamentari.

Ma per vendersi, costretti o meno, c’è bisogno di un compratore e Berlusconi, che si è sempre comprato tutto, con l’operazione detta “ scoiattolo”, ha dato incarico a Vittorio Sgarbi di portare i “senza partito” e i “senza futuro” a sostegno della sua scalata al Quirinale.Per i più restii a convincersi nel sostenere Berlusconi si muovono Denis Verdini e Marcello Dell’Utri, due strateghi del berlusconismo che non conosce ostacoli. Fanno affidamento sui parlamentari che si propongono “al miglior offerente”.

Comunque vada a finire, nella storia politica della Repubblica questa quirinaleide ci ha messo di fronte a miserie e pratiche mercenarie che certamente non indurranno a ripensamenti quel 50 per cento di corpo elettorale che non va a votare.Nel M5Stelle si è arrivati a minacciare querele nei confronti di chi rivela baratti e trattative segrete .Due esponenti non di terza fila,Fraccaro e Sibilia,sospettati di aver barattato voti,rischiano l’espulsione. Beppe Grillo da lontano osserva e tace, indagato com’è per traffico di influenze.Un dramma per un comico che non fa ridere più e assiste impotente alla fine indecorosa di quanti avevano il compito di smontare il sistema dei partiti per una democrazia in cui “uno vale uno”ed oggi si offrono “al miglior offerente”.