ALL’EXPO DI DUBAI GIOIA TAURO E LA CALABRIA POSSIBILE…..
Non è stata la solita comparsata con seguito turistico di burocrati , politici e faccendieri di esportazione la giornata dedicata alla Calabria al padiglione Italia. Il presidente Occhiuto l’ha studiata bene la presenza della Calabria a Dubai come occasione per parlare,prima che agli emirati arabi e ai grandi manager dell’economia mondiale, al governo nazionale.
L’asso nella manica di Occhiuto è il porto di Gioia Tauro, con il retroporto e la ZES (Zona Economica Speciale) che fino ad oggi non ha trovato l’innesco per decollare. Posto ciò che rappresenta il porto di Gioia Tauro con le sue banchine e i milioni di container che movimenta nel cuore del Mediterraneo, Occhiuto chiede al governo se intende ancora ignorarne le potenzialità da mettere a frutto al servizio non solo della Calabria ma dell’intero Paese. Soprattutto con i tempi che corrono e con la dipendenza che abbiamo per il gas nei confronti della Russia.
Occhiuto ricorda al governo che esiste per Gioia Tauro un progetto di rigassificatore della Sorgenas che ha bisogno soltanto di un aggiornamento per il tempo trascorso. Sarebbe in grado, con le sue banchine, di accogliere le grandi navi che trasportano gas liquido e immetterne nella rete SNAM 12 miliardi di metri cubi di gas, pari circa a un terzo del gas che importiamo dalla Russia. Come dire che oggi Gioia Tauro serve all’Italia. E Occhiuto fa bene ad alzare l’asticella del suo pressing sul governo ricordando che,sempre a Gioia Tauro, accanto al rigassificatore c’è un progetto di oltre dieci anni fa per la “piastra del freddo”, ovvero un grande impianto per la surgelazione dei prodotti alimentari che potrebbe fare di Gioia Tauro un punto strategico dell’agroalimentare a livello europeo.
A Dubai hanno partecipato la ministra per il Mezzogiorno, Carfagna, e il ministro delle infrastrutture ,Valentini, che per parte loro hanno dato assicurazione che il porto di Gioia Tauro verrà infrastrutturato per essere ben collegato alla rete ferroviaria e alla rete autostradale. Assicurazioni queste non nuove che necessitano di riscontri e di conferme.
Ma chi ha bene inquadrato le potenzialità di Gioia Tauro e più in generale le possibilità della Calabria è stato Nicola Gratteri, il procuratore antimafia per eccellenza, il quale ha crudamente affermato che bisogna fare per Gioia Tauro quello che si è fatto per i porti del Nord. Non è concepibile che le grandi navi scaricano i container sulle banchine di Gioia Tauro per essere poi trasportati su navi più piccole ai porti del nord. Bisogna-ha affermato Gratteri- realizzare l’alta velocità collegata al porto e consentire ai container di raggiungere tutte le destinazioni ferroviarie dell’Europa. Stesso discorso per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e per la superstrada Reggio-Taranto che oggi si percorre “ a spezzatino”.Dalla Calabria -ha ammonito Gratteri a fronte di chi boicotta l’alta velocità-partono ogni giorno 20 bus diretti a Milano e Torino dove si arriva dopo 10/12 ore. Con l’alta velocità questa discriminazione non esisterebbe. Niente assistenzialismo dunque-ha ammonito Gratteri- ma infrastrutture come ce l’hanno le regioni del nord e, rivolto al ministro Valentini, gli ha detto a muso duro: “ Se poi c’è qualcuno che sostiene che investire in Calabria nell’alta velocità non conviene perchè c’è la mafia, ebbene lei pensi a fare le infrastrutture che alla mafia ci pensiamo noi”. Occhiuto, dunque, sa su chi può fare affidamento ma deve destrutturare la burocrazia regionale e crearne una all’altezza. Diversamente non c’è partita e perderemo l’ultimo treno dello sviluppo possibile.