DISASTRO SANITARIO: CHI PROTEGGE I MEDICI IMBOSCATI ?
A meno che non sia sfuggita ad una escursione attenta, la notizia del servizio delle “Jene”, martedi 11 su ITALIA UNO, non è stata adeguatamente ripresa dalla stampa cartacea e dalle testate on line calabresi.
Eppure il servizio mette in mutande il vertice della gestione commissariale ma anche quanti hanno alzato le barricate all’annuncio del ricorso a medici cubani per coprire i vuoti di personale medico che ci sono nei reparti e nei prontosoccorso delle strutture ospedaliere.
Non doveva essere un segreto se a un giornalista, di provenienza romana o milanese, dotato di telecamera al seguito, è bastato farsi un giro nelle strutture dove i medici dovrebbero quotidianamente operare,per scoprire medici assenteisti recidivi, imboscati ed altri formalmente assegnati a fare fotocopie dietro qualche scrivania.
E’ bastato chiedere al segretario dell’UIL di Reggio il numero dei medici registrati in carico all’ASP per scoprire che in Calabria se mancano i medici è anche perchè molti hanno lasciato i reparti e “si sono fatti trasferire” a compiti amministrativi. Da chi ? Al momento non è dato sapere ma nella Calabria “saudita”dei califfati della politica politicante , delle clientele e del familismo amorale, non ci vuole fantasia per associare al nome del medico imboscato il nome del personaggio politico che lo protegge e nei confronti del quale è solito sdebitarsi al momento delle competizioni elettorali. Non è un teorema poiché basta chiedere in zona a un bar molto frequentato e i nomi vengono fuori. Ma che i politici facciano clientela trasformando gli ospedali in serbatoi elettorali è noto e, quindi, non sta qui la notizia ma nella rivelazione delle Jene.
Il servizio delle Jene ha rivelato,intervistando il segretario dell’UIL, che all’ASP di Reggio sono registrati 1.220 medici, a vario titolo,che dovrebbero garantire assistenza per 220 posti letto. A Modena, uno degli ospedali più efficienti a livello nazionale, per 1.008 (milleotto)posti letto operano quotidianamente 655 medici. Il punto non è il sovradimensionamento del numero dei medici impegnato per i 220posti letto ,che sarebbe comunque da spiegare, ma la rivelazione è che molti di questi medici sono assegnati a compiti amministrativi che poco hanno a che fare con la professione medica e il diritto alla salute da garantire ai cittadini.
Ora la domanda che viene spontanea e che riguarda Roberto Occhiuto,presidente della giunta regionale nonché commissario alla Sanità con pieni poteri, nonché il supermanager superpagato Profiti che alterna, con doppio incarico la Liguria con la Calabria, è se erano consapevoli di questa realtà quando hanno avuto la geniale intuizione di ricorrere ai medici cubani per integrare gli organici degli ospedali. Può anche darsi che i medici continuerebbero a mancare anche riportando nei reparti i e ai prontosoccorso i medici imboscati dietro burocratiche scrivanie ma non è una ragione per non eliminare il marcio che viene fuori dall’inchiesta delle Jene.
Occhiuto, con la sua “azienda zero”, pronta a partire a inizio 2023, non ha fatto alcun riferimento nei suoi annunci risolutivi ai medici imboscati che esistono in tutte le ASP provinciali. Occhiuto ha consapevolmente taciuto ed occultato il problema degli imboscati poiché è impensabile che ne sia venuto a conoscenza dall’inchiesta delle Jene. Verosimilmente lo scandalo dei medici imboscati porta agli intrecci fra politica e sanità e Occhiuto è sufficientemente navigato politicamente per escludere che anche il suo partito faccia parte della connection.
Ma se -come afferma – con lui alla Cittadella“la musica è cambiata” ,con la Guardia di Finanza impegnata a scoprire il marcio della contabilità e del debito che non torna, ci sarà pure qualche Procura che potrebbe intervenire per verificare dove e con quali modalità i medici imboscati tutelano il diritto alla salute del cittadini. Se, nella pubblica amministrazione, timbrare il cartellino e andarsene a spasso, venendo meno alla prestazione dovuta, è un comportamento perseguibile e sanzionabile, a maggior ragione si dovrebbe intervenire per i medici imboscati. Come auspicava Bertold Brecht di fronte alla miopia della giustizia, il cittadino non rassegnato confida in “un giudice a Berlino”. ( a.l.p.)