PASSATA L’EUFORIA DELLE FESTIVITÀ DI FINE ANNO SI TORNA A FARE I CONTI COL CAROVITA E LE SUE QUOTIDIANE NOVITÀ. NON È SOLTANTO IL CARO-BOLLETTE CHE, A QUANTO PARE, CI PERSEGUITERÀ FINO AL 2024 MA TUTTA LA FILIERA DEI PRODOTTI LEGATI AI COSTI DEL TRASPORTO CHE, A SUA VOLTA, È LEGATO AI COSTI DEL GASOLIO. ANCHE PER I MUTUI BANCARI SONO PREVISTI AUMENTI CHE ANDRANNO A INCIDERE SENSIBILMENTE SUI BILANCI FAMILIARI.
Articolo di Paolo Baroni per “la Stampa”
Tra bollette, aumenti delle tariffe e dei servizi, rincaro dei carburanti, inflazione e trascinamenti dei costi dell’energia su beni e servizi quest’ anno le famiglie italiane, in media, secondo le stime di Federconsumatori dovranno sborsare 2.384 euro in più. Se poi, per caso, un nucleo dovesse anche pagare un mutuo a tasso variabile al conto – stando alle stime del Codacons -andrebbero aggiunti altri 1.260 euro. In conto totale salirebbe così oltre quota 3.600, mangiandosi in pratica due stipendi medi. A trainare rincari, segnala Federconsumatori, «l’aumento dei costi dei beni energetici, che incidono fortemente sui costi di trasporto e produzione, e quindi sui prezzi al consumo di beni e servizi». Il rialzo del costo di energia elettrica e gas «si stima perduri, a fasi alterne, anche nel corso del prossimo anno e sarà aggravato, da aprile, con la cessazione prevista dal Governo delle misure di sospensione degli oneri di sistema, determinando ricadute insostenibili sui bilanci delle famiglie». A pesare di più secondo le elaborazioni di Federconsumatori sarebbero sempre i costi di luce e gas, che con le tariffe di oggi salirebbero di altri 880,8 euro facendo segnare rialzi più contenuti del passato ma pur sempre pesanti, nell’ordine del 38,4 per cento. L’altra voce pesante sui bilanci delle famiglie è quella degli alimentari: in questo caso si parla di un aumento medio del 9,2% pari a 638 euro in più. Terza voce per importanza, inevitabilmente, i trasporti, che cumulano sia gli aumenti dei carburanti che quelli dei biglietti del trasporto pubblico locale già in vigore o previsti in molte città italiane: in questo caso la spesa sale del 5,3% con un aggravvio di 295 euro. Il costo delle prestazioni sanitarie dovrebbe salire del 3,9% (+53,23 euro), la tassa rifiuti del 2,6% (+16,79 euro), le tariffe dell’acqua del 6,2% (+42,16 euro). Tornando all’auto, le assicurazioni obbligatorie comporteranno un aumento di 66,88 euro della spesa (+4,6%), mentre i pedaggi autostradali (+3,8% ma solo su metà della rete nazionale, quella gestita da Autostrade) costeranno in media 3,6 euro in più l’anno. Oltre a questo andranno conteggiati circa 100 euro in più sia per le spese legate alla ristorazione ed ai pranzi fuori casa (95,68 euro per la precisione, +5,9%), sia per quelle relative ai prodotti ed ai servizi per la casa (101,98 euro, +3,2%). La scuola, tra aumenti del costo delle mese e libri di teste, comporterà invece un aggravvio di 24,57 euro (+4,3%), per i servizi bancari invece di pagheranno 11,72 euro in più (+1,6%), mentre per le comunicazioni si dovranno pagare 16,79 euro (+2,2%). Fin qui i conti di Federconsumatori che, come detto ammontano a 2.384 euro in più. Un mutuo a tasso variabile farebbe salire di un buon 50% i maggiori costi: ma mentre rispetto all’inflazione le famiglie hanno pochi strumenti per difendersi, per questa voce c’è la possibilità prevista dall’ultima legge di Bilancio di passare senza costi aggiuntivi ad un mutuo a tasso fisso. Che metterebbe certamente al riparo dai futuri rialzi, ma che a sua volta non potrebbe non scontare i recenti aumenti del costo del denaro. Nonostante tutto questo, secondo una indagine dell’Ufficio Studi Coop, circa 1 italiano su 2 spera di mantenere stabili le proprie spese familiari, ma il 45% ha messo in conto di spendere di più per le bollette ed il 32% per cibo e bevande. Per risparmiare si rinuncia a viaggi, pasti fuori casa e convivialità, e si modificano le abitudini alimentari orientandosi su diete più salutari e senza carne e zero waste, senza sprechi.