È DEL TUTTO NORMALE CHE GIORGIA MELONI SIA ANDATA DI CORSA A PALERMO A CONGRATULARSI CON MAGISTRATI E MILITARI PER LA CATTURA DI MATTEO MESSINA DENARO. E NON PER INTESTARE AL SUO GOVERNO IL MERITO DELLA CATTURA MA PER RICONOSCERE ISTITUZIONALMENTE E AL LIVELLO PIÙ ALTO, DOPO MATTARELLA, IL SUCCESSO DI MAGISTRATI E FORZE DELL’ORDINE. È INVECE CREDIBILE CHE SIA BERLUSCONI CHE SALVINI VEDESSERO NELLA PRESENZA DELLA MELONI A PALERMO, DOPO LA SOSTA DAVANTI ALLA LAPIDE DI CAPACI, UNA OCCASIONE PER GUADAGNARE ULTERIORI CONSENSI NELL’OPINIONE PUBBLICA. SULLO SFONDO CI SONO LE ELEZIONI NEL LAZIO E SOPRATTUTTO IN LOMBARDIA. PREVISIONI E SONDAGGI DICONO CHE FRATELLI D ‘ITALIA AUMENTERÀ I CONSENSI CONSIDEREVOLMENTE A DANNO DI LEGA E FORZA ITALIA. DA QUI LA NECESSITÀ PER SALVINI E BERLUSCONI DI DISTINGUERSI CON PROPRIE POSIZIONI ALL’INTERNO DELLA MAGGIORANZA DI GOVERNO, SOLLEVANDO PROBLEMI DIVISIVI COME LA RIFORMA CARTABIA PER SCARCERAZIONI E INTERCETTAZIONI E L’AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA, BANDIERINA DI SPICCO DELLA LEGA PER GUADAGNARE VISIBILITÀ E CONSENSI. MA LA STRADA È TUTTA IN SALITA.
Estratto dell’articolo di Lina Palmerini per “il Sole 24 Ore”
La cattura del boss mafioso Messina Denaro è stata giustamente celebrata dalla premier che ieri è andata a Palermo a congratularsi con magistrati e forze dell’ordine. […] «Mi fa arrabbiare che non riusciamo mai a festeggiare una vittoria dello Stato» diceva ieri riferendosi all’inclinazione al sospetto, al complottismo. È vero poi che una notizia così clamorosa come l’arresto del boss […] ha dato un po’ di tregua all’assedio non solo comunicativo di questi ultimi giorni. Il riferimento è alle critiche dei suoi alleati che perfino ieri hanno rivendicato il diritto all’identità, nome in codice che talvolta porta al logoramento. In primis Berlusconi che proprio ieri ha confermato la lealtà del suo partito ma anche la facoltà di porre dei temi propri di Forza Italia. Se ne capisce la ragione. In prossimità del voto in Lazio e Lombardia sia il Cavaliere che Salvini hanno il problema di non cedere più consensi al partito della Meloni visto che già alle scorse elezioni di settembre i 5 milioni (e più) di voti persi sono finiti dritti a FdI. Insomma, l’opposizione c’entra poco, tutto si svolge in casa della destra perché Forza Italia e Lega possono risalire solo se riescono a far perdere terreno a Meloni, visto che i consensi non attraversano le frontiere destra/sinistra. […] Le divisioni sono atterrate sul tema della giustizia. Quasi a corollario della giornata di ieri che ha regalato un’inquadratura più illuminata alla Meloni. E dunque, a partire dalle scarcerazioni fino alle intercettazioni – che proprio il Procuratore Capo di Palermo Maurizio de Lucia considera «fondamentali» – fino alla riforma Cartabia, si sentivano solo distinguo. Come dicono nel partito della Meloni, a festeggiare a mezza bocca sono i partner di Governo preoccupati che la cattura del boss faccia bene solo alla popolarità della premier. E quindi cercano un po’ di luce e inquadrature pure loro.