RASSEGNA STAMPA

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SEMBRAVA TUTTO CHIARITO SULL’USO DELLE INTERCETTAZIONI MA COSÌ NON È. GIORGIA MELONI HA FATTO INTENDERE AL MINISTRO NORDIO CHE NON È TEMPO DI SCONTRI CON LA MAGISTRATURA SIA PURE CONVENENDO CHE NE VA CORRETTO E LIMITATO L’USO. NORDIO, DAL CANTO SUO, NON MOLLA E MENTRE RICONOSCE ALLA STAMPA IL DIRITTO DI FARE IL SUO LAVORO, CIOÈ DARE NOTIZIA DI QUANTO VIENE A CONOSCENZA, ANCHE SE NON DI PUBBLICO INTERESSE, RILANCIA E SOLLEVA IL PROBLEMA DELLA FUGA DI NOTIZIE DAI TRIBUNALI DOVE DOVREBBERO ESSERE I MAGISTRATI A IMPEDIRE CHE IL CONTENUTO DELLE INTERCETTAZIONI FINISCA AI GIORNALI. ANCHE SALVINI SI DICHIARA CONTRARIO A SCONTRI CON LA MAGISTRATURA MA NELLA MAGGIORANZA DI GOVERNO IL PROBLEMA DI COME DISCIPLINARLE RIMANE ANCORA IRRISOLTO.

1 – MELONI FRENA NORDIO “RIFORMIAMO LA GIUSTIZIA MA BASTA CON GLI ATTACCHI”

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

C’è quel retrogusto di già visto, che quasi sconforta Giorgia Meloni. Un altro governo di centrodestra, un’altra potenziale guerra tra politica e magistratura. Silvio Berlusconi come presenza costante. Ieri, come oggi. Il passato che ritorna è l’incubo che non vuole rivivere la presidente del Consiglio. Il suo timore è di impantanarsi in un conflitto con i pubblici ministeri che può logorare il suo governo. Tanto più che è sostenuto da una maggioranza che sul sostegno o meno delle ragioni dei giudici è già spaccata. E ogni giorno si moltiplicano i segnali di un corteggiamento tra il Terzo Polo e i berlusconiani. Meloni teme questa faglia interna […]    […] ad Algeri, la presidente del Consiglio […] cerca una formula di compromesso. […] «È necessario mettere mano alle cose che non funzionano, sicuramente quello che non funziona è un certo utilizzo delle intercettazioni». Ma, aggiunge, «per mettere mano a questo tema però non c’è bisogno di uno scontro tra politica e magistratura, anzi credo si debba lavorare insieme, quello che provo a metterci io è il buon senso per risolvere i problemi». La presidente del Consiglio non dettaglia quali siano gli abusi, ma più che agli ascolti massici dei magistrati sembra riferirsi alle pubblicazioni sui media. È la via d’uscita che aveva ideato assieme al fidatissimo Andrea Delmastro, sottosegretario poco in linea con il ministro. […] Meloni però parla senza sapere che poche ore dopo Nordio avrebbe espresso posizioni completamente opposte a quelle di Delmastro tornando sulla responsabilità dei magistrati. «La colpa non è di chi pubblica», cioè dei giornali, che «fanno il loro mestiere», ma «di chi non tutela il segreto istruttorio». Sono frasi che di fatto sconfessano la linea della premier […]

2 – IL MINISTRO INSISTE: I PM NON VIGILANO BERLUSCONI: “LO SOSTENIAMO CONVINTI”

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “la Stampa”

Altro che frenare lo scontro con i magistrati, altro che sopire uno scontro tra istituzioni. Il ministro Carlo Nordio […] approfitta di una lunga intervista su Rete4 per tornare su alcuni suoi cavalli di battaglia. È l’occasione, ad esempio, per ribadire che se stralci di intercettazioni irrilevanti finiscono sui media, la colpa è dei suoi ex colleghi magistrati, certo non dei giornalisti: «Quando le intercettazioni vengono pubblicate sui giornali – dice – la colpa non è di chi le pubblica, che fa il suo mestiere, ma di chi non tutela il segreto istruttorio e dovrebbe impedirlo. Se si vuole si può, ma poiché finiscono sui giornali nonostante il divieto di diffusione vuol dire che non si vigila abbastanza». A dargli manforte, già al mattino, era arrivato un altro combattente del fronte anti-magistrati. E quale combattente. Silvio Berlusconi si precipita a coprire le spalle al Guardasigilli. Lo definisce «il nostro ministro», che può valere nel senso che è di tutta la coalizione, ma potrebbe anche essere inteso maliziosamente come un tentativo di sfilare Nordio al partito che l’ha candidato. […] Giorgia Meloni oggi, Matteo Salvini ieri, invocavano in una tregua nello scontro tra politica e giustizia. Ma con Berlusconi si torna a bomba all’antico: «Non possiamo trattare tutti i cittadini come se fossero sospetti mafiosi o sospetti terroristi. Le intercettazioni sono necessarie, ma la privacy va tutelata». E di nuovo si sentono toni alti contro la magistratura politicizzata: «Ci sono pm passati direttamente dai loro uffici giudiziari alle aule del parlamento, nelle file dei Cinque Stelle». Puntualmente Forza Italia fa sapere che a breve sarà presentato un disegno di legge per la separazione delle carriere dei magistrati, come peraltro ha appena fatto anche il Terzo Polo, altro schieramento che stravede per Nordio. […]