RASSEGNA STAMPA

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FILIPPO FACCI DALLE COLONNE DI “LIBERO” ANALIZZA L’ORACOLO DELLA MAFIA, BAIARDO, ORMAI OSPITE FISSO NELLA TRASMISSIONE DOMENICALE DI MASSIMO GILETTI COME CONOSCITORE DELLE VICENDE E DEI MISTERI DI “COSA NOSTRA” SICILIANA. DI SICURO HA PREVISTO, CON DUE MESI DI ANTICIPO, L’ARRESTO O -SE SI VUOLE- LA CONSEGNA DI MATTEO MESSINA DENARO ALLA GIUSTIZIA. A TUTT’OGGI NON HA ANCORA SPIEGATO ATTRAVERSO QUALI DEDUZIONI HA IPOTIZZATO LO STATO DI SALUTE DI MMD E LA SUA IMMINENTE “CONSEGNA”. DAL CARCERE LO SMENTISCE LO STESSO MMD AFFERMANDO CHE SOLTANTO CINQUE PERSONE DELLA SUA CERCHIA FAMILIARE SAPEVANO DEL TUMORE E CHE BAIARDO “SE LO È INVENTATO”. DIFFICILE CREDERCI PERCHÉ LA RIVELAZIONE, DATA LA RILEVANZA E LE IMPLICAZIONI, NON POTEVA CHE ESSERE “AUTORIZZATA”. MA NON DAI FRATELLI GRAVIAMO CHE, SE ERA NEL LORO INTERESSE L’ABOLIZIONE DELL’ERGASTOLO OSTATIVO, LA “PROFEZIA” DI BAIARDO NE HA BRUCIATO OGNI MINIMA POSSIBILITÀ. PIU’ REALISTICAMENTE, DUNQUE, BAIARDO È IL TIPICO PERSONAGGIO SOVRACCARICO DI CONTRADDIZIONI CHE SI PRESTA PER ESSERE MANOVRATO DA MENTI RAFFINATISSIME.

Estratto dell’articolo di Filippo Facci per “Libero quotidiano”

Non meriterebbe neanche un lungo articolo, Salvatore Baiardo, favoreggiatore dei boss stragisti Filippo e Giuseppe Graviano, condannato per falso e calunnia, uno che da una vita chiede soldi in cambio di rivelazioni sempre smentite, uno che da settimane è ospitato come un oracolo da Massimo Giletti su La7 – che spiace dirlo, impiegherà anni a nettarsi le scarpe dall’escremento che ha pestato – e insomma lui, Baiardo, incarcerato dal 1995 al 1999 e giudicato inattendibile da molteplici fonti giudiziarie e giornalistiche: tanto che gli unici che gli hanno dato retta, nonostante l’inaffidabilità gli fosse incisa sulla fronte oltrechè sulle carte, sono stati Report su Raitre all’inizio del 2021 e appunto Giletti da qualche settimana, contribuendo così a riavvelenare e raffrescare pozzi da tempo prosciugati.

A scanso di equivoci: Baiardo ha detto talmente tante sciocchezze che non è riuscito neppure a ottenere lo status di collaboratore di giustizia, e il fango che in questi giorni sta rigettando sui fratelli Berlusconi (tra altri) si è seccato più volte per via giudiziaria, come detto: ma gli insuccessi delle procure ormai vengano riproposti per via mediatica e questa cosa viene chiamata giornalismo.

Il primo a smentire e a dichiarare inattendibile Baiardo fu il procuratore Giuseppe Nicolosi (oggi a Prato) che negli anni Novanta fece parte del pool di magistrati fiorentini che indagò sulle stragi mafiose: il 18 gennaio scorso, a Skytg24, ha precisato oltretutto che sulle stragi «abbiamo fatto cinque inchieste, senza ottenere risultati che potessero essere spesi in un processo».

Baiardo, con un memoriale di quattro pagine, cercò di smentire ciò che risulta in giudicato dalle sentenze, ossia che Giuseppe Graviano premette il bottone del telecomando che ammazzò Paolo Borsellino e la scorta in via D’Amelio. Questo tentativo di depistaggio ha cercato di ricordarlo anche il collega Enrico Deaglio, in collegamento con Giletti su La7, ma è stato letteralmente zittito da un intervallo pubblicitario.

Anche l’ex procuratore di Palermo Giancarlo Caselli in più occasioni ha notato come Baiardo abbia cercato di minimizzare i delitti dei fratelli Graviano.

[…]

Sulla sua inaffidabilità si è espresso anche il colonnello dei Carabinieri Andrea Brancadoro: il 6 marzo 2020, durante il processo «Ndrangheta stragista» […]

Durante il processo «Ndrangheta stragista» anche il dirigente di Polizia Francesco Messina parlò dei tentativi di Baiardo di tirare in ballo Berlusconi, ma le sue dichiarazioni non finirono in nessun’inchiesta perché Baiardo non le confermò

[…]

Ma passiamo ai giornalisti. Il primo che amplificò le parole di Baiardo fu Vincenzo Amato, giornalista locale della Stampa che tempo dopo lo liquiderà così: «La mia personale impressione è che lui venda un po’ di fumo per cercare di ritagliarsi un qualche spazio […]».

Nel 2012 ci caddero anche Peter Gomez e Marco Lillo del Fatto Quotidiano […] Gomez ha capito l’inaffidabilità del personaggio, tanto che domenica sera, sempre sa Giletti, ha inveito e alzato i toni contro Baiardo dandogli dell’avvelenatore di pozzi con un innegabile «atteggiamento mafioso».

Il 4 gennaio 2021 ci cadde anche Report di Raitre (volontariamente, a questo punto) che già intervistò Baiardo anche a proposito della fattualmente inesistente agenda rossa del giudice Borsellino, mai ritrovata. Sempre a «Report», Baiardo anticipò cose poi «rivelate» anni dopo a Giletti sui rapporti fra Silvio Berlusconi e la mafia, riparlando della vacanza dei Graviano in Sardegna vicino alla villa di Berlusconi.

Insomma niente di nuovo e tutto di vecchio: più una patente di inaffidabilità che passa da Baiardo direttamente ai giornalisti che fingono di riscoprirlo. «Perché Berlusconi non lo querela, se è inattendibile?» si è chiesta una squalificata collega durante la trasmissione di Giletti, domenica sera; «così capiamo qualcosa di più», ha fatto eco un altro. Così si ricomincerebbe: cause, carte, processi, verbali da pubblicare e ripubblicare per anni.