DEVE METTERSI SUBITO AL LAVORO ELLY SCHLEIN DOPO AVER RICEVUTO IL MELOGRANO DI AUGURIO DA ENRICO LETTA. LA SCHLEIN DOVRÀ MISURARSI SUL FRONTE INTERNO PER TENERE UNITO IL PARTITO E SUL FRONTE ESTERNO PER DARE CORPO ALLA DURA OPPOSIZIONE ANNUNCIATA NEI CONFRONTI DEL GOVERNO DI GIORGIA MELONI CHE, PERÒ, NON ASPETTA PASSIVA. CONTA DI METTERE IN DIFFICOLTÀ LA SCHLEIN QUANDO IN PARLAMENTO, PRIMA DI RECARSI AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO, CHIEDERÀ ESPLICITAMENTE AL PD DEL DOPO LETTA SE È FAVOREVOLE O MENO ALL’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA. LA RICHIESTA, SECONDO QUALCUNO, DOVREBBE METTERE IN DIFFICOLTÀ LA SCHLEIN MA DALL’INTERNO DEL PD SOSTENGONO CHE IL PROBLEMA NON SI PONE.
Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “Il Messaggero”
Stanare Elly Schlein sull’Ucraina. O meglio snidare quel «pacifismo di facciata» del nuovo corso dem che tanto fa antipatia al governo di Giorgia Meloni e alla maggioranza. Capire cioè se il Partito democratico 2.0 alla fine si schiererà in continuità con l’Enrico Letta di stampo draghiano, o se abbraccerà le perplessità su Kiev di Giuseppe Conte. Insomma spingere la neo-segretaria del Pd – che pure ha votato “sì” all’ultima mozione per l’invio delle armi in Ucraina – a prendere finalmente una posizione chiara dopo mesi di funambolismi lessicali e talvolta improbabili distinguo. […] sono già fissati anche data e ora: il 22 marzo alle 9. Quando sarà in Aula per le consuete comunicazioni sul Consiglio europeo in programma a Bruxelles a partire dal giorno successivo, la premier «calcherà la mano» sulla necessità di «continuare l’invio di aiuti a Kiev» e di sostenere «in tutti i modi» la resistenza guidata dal presidente Volodymyr Zelensky. A quel punto Schlein, ormai insediata stabilmente al Nazareno, non potrà più aggirare l’ostacolo. Dovrà fornire indicazioni precise agli eletti del Pd sul come votare la risoluzione o sull’astensione. E se i dem alla fine dovessero optare per il “no”, si interroga un eletto di Fratelli d’Italia, «come farà un ex ministro della Difesa, un’atlantista come Lorenzo Guerini a restare in questo Partito Democratico?». A quanto trapela, in pratica, la premier pare aver concepito come una sfida le parole con cui la nuova inquilina del Nazareno aveva inaugurato la reggenza domenica. Quel «saremo un bel problema per il governo» pronunciato a primarie appena concluse, ha sublimato la verve belligerante di una leader che ha forgiato il suo partito all’opposizione. […] Al punto che sarebbe pronta anche una seconda versione del “piano” qualora l’ordine del giorno di Bruxelles non dovesse fornire margini di manovra sufficientemente ampi per «spingere» con efficacia il concetto del sostegno a Kiev nella risoluzione. Nelle prossime settimane è infatti atteso in Aula il dl con cui l’esecutivo ha aumentato i fondi a disposizione dei profughi ucraini ed esteso la durata dei loro permessi di soggiorno. Un testo che potrebbe allo stesso modo spingere verso una scelta di campo Schlein. […]