Plenum Corte Costituzionale. Radicali in digiuno da due settimane chiedono ai Presidenti di Senato e Camera sedute permanenti e votazioni ad oltranza

Comunicato dei dirigenti e dei militanti radicali impegnati da due settimane in uno sciopero della fame di dialogo con i massimi rappresentanti dello Stato italiano

Martedì 1 dicembre, Camera e Senato si riuniranno in seduta comune per la ventinovesima volta, per eleggere i tre giudici della Corte Costituzionale mancanti per completare il plenum, come da dettato costituzionale prescritto.

Da mesi si impedisce alla Corte Costituzionale di poter funzionare a pieno regime; la necessità di completare il plenum è un’urgenza ribadita autorevolmente dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella; ed è uno dei tre obiettivi dell’azione che vede dirigenti e militanti radicali impegnati in uno sciopero della fame cominciato due settimane fa.

Anche i presidenti del Senato Pietro Grasso e il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, finalmente, prendono posizione; e rivolgono appelli perché questo vulnus sia finalmente sanato. Pertanto rispettosamente chiediamo ai presidenti del Senato e della Camera di essere conseguenti a quanto dichiarano: si impegnino formalmente, qualora anche la seduta di domani debba avere esito negativo, per la convocazione delle Camere in seduta permanente e predisporre votazioni ad oltranza. Non esistono ostacoli formali, anzi, esistono in materia, precedenti: anche nel 2002, sempre per iniziativa radicale, la questione dei giudici costituzionali mancanti, venne finalmente risolta in questo modo.

Siamo confortati, in questa nostra richiesta, dai moniti preoccupati e allarmati di decine di giuristi e operatori del diritto, primi tra tutti i presidenti emeriti della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola e Giovanni Maria Flick.

Per quel che ci riguarda, nel confermare che la nostra iniziativa di satyagraha prosegue, ricordiamo che la nostra azione nonviolenta di dialogo riguarda obiettivi proposti da Marco Pannella e fatti propri dal Partito Radicale; e in particolare:

a) la cessazione delle violazioni alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e del diritto comunitario;

b) una campagna dello Stato italiano in sede Onu per la transizione allo stato di diritto codificando – per affermarlo – il diritto umano alla conoscenza;

c) le iniziative parlamentari volte a dare seguito all’unico messaggio alle Camere dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il quale ha ricordato che “è fatto obbligo per i poteri dello Stato, ciascuno nel rigoroso rispetto delle proprie attribuzioni, di adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo cessino”.