MARCO TRAVAGLIO DIRETTORE DEL FQ NON È CHIAMATO IN CAUSA DIRETTAMENTE MA IL TRAVAGLIO C’È E RIGUARDA L’IMPASSE DEL M5STELLE, IL RAPPORTO COL PD, L’IRRILEVANZA NEL VOTO DI BALLOTTAGGIO E LE MANOVRE IN CORSO PER SOSTITUIRE CONTE. COL PD BISOGNERÀ FARE I CONTI ALLE ELEZIONI EUROPEE DOVE NECESSARIAMENTE OGNUNO DOVRÀ CORRERE PER CONTO SUO. INTANTO CONTE NON PUÒ IGNORARE LA CORRESPONSABILITÀ NELLA SCONFITTA DELLE AMMINISTRATIVE. NON ESCLUDE ACCORDI COL PD MA DIFENDE LE BATTAGLIE IDENTITARIE DEL M5S DA OGNI “ANNACQUAMENTO”. ALLA SINISTRA DI PD E M5STELLE VALUTANO LA POSSIBILITÀ DI PRESCINDERE DAL PD E DARE VITA A UNA AGGREGAZIONE PIÙ MARCATAMENTE DI SINISTRA E NETTAMENTE RICONOSCIBILE PER VISIONE E OBIETTIVI.
LA DESTRA RINGRAZIA.
Estratto da corriere.it
«Sono convinto che Giorgia Meloni non si batta con i campi larghi, ma con un’idea diversa di Paese». E poi: «Non si vince perché ci si trova per qualche ora assieme sul palco. Si vince se si elabora una proposta». Il leader del M5S, Giuseppe Conte, risponde così alla segretaria del Pd Elly Schlein, che dopo il trionfo della destra alle elezioni comunali si era lamentata: «Della costruzione di un’alternativa devono farsi carico tutti, non possiamo occuparcene solo noi». Un riferimento appunto al campo largo (mai nato) con il Movimento. «Fare opposizione dicendo “non va bene” è sicuramente un primo passaggio — aggiunge Conte durante una conferenza stampa convocata sul tema “caro-mutui” —, ma se vuoi offrire una speranza devi anche dire come interverresti». E dopo le bacchettate, Conte tende un ramoscello d’ulivo ai dem: «Siamo disposti a dialogare con il Pd, con Schlein, ma su temi, progetti, misurandoci su delle risposte concrete ai bisogni delle comunità territoriali e di quella nazionale, senza annacquare o compromettere le nostre battaglie più significative».
SCHLEIN-CONTE
Estratto dell’articolo di Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”
(…)Il giudizio a caldo di Elly Schlein è che non si cambia il corso delle cose in pochi mesi, e che costruire l’alternativa non spetta al solo Pd. Una reazione tutta in difesa, diversa dai toni a cui la segretaria ci aveva abituati. Alleanze in bilico Ma proprio la ricerca dell’alternativa segnala che è tempo di crisi anche per i Cinque stelle, che si sono dimostrati di fatto ininfluenti. È più che probabile che il risultato non faciliti il dialogo con il Pd, sia perché i dem mirano a contendere il loro elettorato, sia perché le alleanze si sono mostrate perdenti. Tanto più con Giuseppe Conte che sente la sua leadership minacciata da sondaggi sfavorevoli, e con Chiara Appendino e Virginia Raggi alle quali una parte del Movimento guarda per una svolta che li riporti alle origini. Se i leader di Sinistra italiana, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, invitano le opposizioni a costruire un percorso comune, è proprio nella periferia del loro partito che si fa strada anche l’idea che per conquistare il consenso di chi si sente più a sinistra sia necessario prendere le distanze proprio dal Pd. Ed è ancora Carlo Calenda a rivendicare che non si batte il sovranismo con il populismo. Tutte posizioni più che note, che rendono però evidente che quella di ieri per le opposizioni non è stata soltanto una sconfitta, ma anche un’ulteriore ferita che allontana la possibilità, e forse anche la volontà, di costruire un’alleanza in grado di competere con il centrodestra.