ORMAI È ASSODATO CHE GIORGIA MELONI HA GRANDE DIMESTICHEZZA CON TELECAMERE E MICROFONI PER CUI LE SUE PERFORMANCE NON DEBBONO SORPRENDERE. DOPO UN VELOCE RODAGGIO CON I SUOI “APPUNTI” SU FACEBOOK HA DEBUTTATO CON SUCCESSO IL PRIMO MAGGIO PERCORRENDO DISINVOLTAMENTE I CORRIDOI DI PALAZZO CHIGI FINO ALL’AULA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN ATTESA E, SUONANDO VEZZOSAMENTE IL CAMPANELLO DI COMANDO, HA INIZIATO LA SEDUTA, CON UN SORRISO DI COMMIATO IN PRIMO PIANO. A SEGUIRE LA PASSEGGIATA NELL’ACQUA E NEL FANGO DELLA ROMAGNA ALLAGATA, IN FAVORE DI TELECAMERA, A PORTARE SOLIDARIETÀ E CONFORTO ALLE POPOLAZIONI COLPITE. UN ALTRO SUCCESSO DI COMUNICAZIONE “COL CORPO” PIÙ CHE CON LE PAROLE. INFINE A TUNISI, PRESSATA DAGLI IMPEGNI IN AGENDA, SI È ESIBITA IN UNA SIMULATA CONFERENZA STAMPA CHE NON AVEVA GIORNALISTI PRESENTI. UN MONOLOGO, INSOMMA, SPACCIATO PER INCONTRO CON LA STAMPA. DOV’E’ IL DRAMMA? NESSUN DRAMMA MA LA SCHLEIN SI ADEGUI E SI DIA UNA STRATEGIA COMUNICATIVA. LE PAROLE DA SOLE NON BASTANO SE L’IMMAGINE E LA POSTURA NON SONO ALL’ALTEZZA DELLE PAROLE.
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “www.repubblica.it”
C’è il leggio. C’è il microfono, anche se l’audio sembra quello ambiente, catturato quindi da un cellulare o da una macchina fotografica. C’è la postura della leader tipica di quando si dichiara alla stampa. Ci sono pure i fogli che servono a raccontare della visita di oggi a Tunisi, fondamentale per il nodo migratorio. Sembra il solito incontro con la stampa, oppure uno di quegli appuntamenti istituzionali in cui un premier incontra un altro capo di governo e poi dichiara ai cronisti, senza magari concedere domande, ma con i giornalisti schierati comunque in sala a vedere e ascoltare. La scenografia è quella di sempre, ma stavolta qualcosa non torna: non c’è nessuno di fronte alla presidente del Consiglio. E soprattutto: non ci sono i giornalisti. Meloni tocca il microfono, lo sposta, si guarda spesso attorno, come a cercare sguardi dei presenti. Si intravede anche un flash. Un normale videomessaggio, come negli ‘Appunti di Giorgia’, impacchettato però come una dichiarazione alla stampa. Giorgia Meloni parla per nove minuti e dodici secondi. […] Per ragioni di agenda e per il prolungarsi degli incontri con le istituzioni tunisine, fanno sapere, Palazzo Chigi ha dovuto cancellare l’annunciato incontro con la stampa. I giornalisti italiani al seguito e quelli italiani già presenti in Tunisia non incrociano la presidente del Consiglio. La questione viene risolta nel modo più semplice: dichiarazioni senza domande (di certo, non quelle degli italiani, mentre non è dato sapere se sia invece presente qualche cronista tunisino). Un lungo monologo della presidente del Consiglio e una diffusione ampia, anche sui social della leader. Un videomessaggio, dunque. Niente di diverso da un videomessaggio. Però con la scenografia classica degli annunci pubblici. Il teatro scelto è quello del presidente della Tunisia, i due portoni di legno massiccio a fare da contorno alle parole di Meloni. […]