RASSEGNA STAMPA – Un eccesso il lutto nazionale…

È STATA UNA DECISIONE DELLA PRESIDENZA DEL CDM QUELLA DI DECRETARE- QUALCUNO HA SCRITTO DI “IMPORRE”- IL LUTTO NAZIONALE PER LA MORTE DI BERLUSCONI. MANCANO I PRECEDENTI SE NON QUELLO DELLA MORTE DI CAVOUR NEL 1861. NEMMENO PER ALDO MORO FU DICHIARATO IL LUTTO NAZIONALE. DIETRO GLI ECCESSI LITURGICI E MEDIATICI E LE ESPRESSIONI CONTRITE C’È CALCOLO POLITICO. SI GUARDA A QUEL CHE RIMANE DI FORZA ITALIA UNA VOLTA MORTO BERLUSCONI, ALL’ONDA EMOTIVA CHE SI RIVERBERA SULLE INTENZIONI DI VOTO VERSO NUOVE COLLOCAZIONI, AI 44 DEPUTATI E 17 SENATORI IN CARICA. TUTTO VIENE MESSO IN DISCUSSIONE E LE INCERTEZZE CHE NE DERIVANO PREOCCUPANO PER LA STABILITÀ DEL GOVERNO. COME IN TUTTI I FUNERALI, DIETRO LE QUINTE SI LITIGA E SI BRIGA PER L’EREDITÀ.

Estratto da www.liberoquotidiano.it

[…] Concita De Gregorio […] ha usato le telecamere di Giovanni Floris per chiarire – mentre la camera ardente è ancora aperta – quello che pensa del Cav. “È stato un modello molto negativo”, sentenzia la De Gregorio dopo aver definito “un’esagerazione” il lutto nazionale, i sette giorni di sospensione dei lavori di Camera e Senato, le bandiere a mezz’asta. “C’è qualcosa di stonato in questo”, puntualizza l’editorialista di Repubblica.    […] l’altro ospite di diMartedì, Alessandro Sallusti, non interviene per educazione. Ma basta osservare i gesti del suo corpo per capire cosa sta pensando.  Si trattiene quando la giornalista sostiene che “la vicenda politica di Berlusconi è macchiata da continue menzogne e inizia con la loggia massonica P2”; fa una smorfia quando dice che Berlusconi aveva “l’abitudine di usare il denaro per comprare le persone, dai senatori alle ragazze”, che “ha fatto della corruzione un sistema di governo”, che “ha sdoganato la destra che oggi governa”. Sallusti frena la sua voglia di intervenire quando sente Concita parlare dei rapporti del Cav “con le mafie, dei reati fiscali”. “Tutti difetti ascrivibili anche carattere nazionale”, chiarisce la De Gregorio, “però fra chi si oppone e resiste all’istinto di delinquere e chi delinque c’è una differenza”. A questo punto l’aplomb del direttore Sallusti tentenna e con uno sguardo zittisce Concita.