Si potrà dire tutto quello che si vuole di “baffino”, alias Massimo D’Alema, ma rimane il dirigente politico di maggiore prestigio e spessore nella disastrata sinistra sopravvissuta al berlusconismo prima ed al renzismo poi.Non ha usato perifrasi e diplomazie nell’intervista che Giovanni Floris gli ha fatto su la 7 ,martedì sera nel talk show che conduce.D’alema ha rivendicato la sua storia e la sua appartenenza alla sinistra, quella sinistra che Renzi vuole ridurre all’impotenza prima e all’inesistenza poi.E’ stato il suo obiettivo sin dal primo momento-afferma D’Alema- e continua a operare in questa direzione senza considerare il danno che fa al PD. E fuori i numeri.Dalle elezioni europee, che segnarono per il Pd un 40 per cento di consensi, il partito ha perso 10 punti fino ad oggi,vale a dire milioni di voti.Così come ha perso le amministrative,vedi Roma,Torino,Napoli.Insomma per D’Alema Renzi è perdente su tutti i fronti e cerca di coprire con la propaganda e la comuinic zione il deficit di risultati concreti.La stessa uscita sul ponte dello stretto è per D’Alema un regalo di Renzi a Berlusconi per i suoi 80 anni.Quanto al referendum,D’Alema sostiene che è una riforma pasticciata che non risolve i problemi e non garantisce stabilità ai governi.Insomma il vero oppositore di Renzi è D’Alema, il quale non ha imbarazzo a riconoscere che con Renzi c’è stata una luna di miele,fatta di reciproci riconoscimenti ma finita perchè lavoravano entrambi a progetti non compatibili fra di loro. Alla battuta se l’stilità a Renzi è dovuta alla mancata nomina in organismi internazionali di prestigio, a cominciare dall’incarico di ministro degli Esteri,D’Alema ha risposto che gli basta la presidenza della Fondazione Italiani-Europei che gli consente di girare il mondo.Ma sotto questo profilo non è stato convincente.Renzi,comunque, è con lui che deve fare i conti dentro il PD. Gli altri,Bersani,Cuperlo, balbettano e attendono fiduciosi una modifica dell’Italicum.Non vogliono soprattutto i capilista bloccati e si comprende perchè.Tutti abbiamo famiglia e la disoccupazione pone problemi seri.Forse a Bersani no, ma ma a Nico Stumpo si.