RASSEGNA STAMPA – Stabili i sondaggi su partiti e governo…

NESSUNA VARIAZIONE DI RILIEVO NELL’ULTIMO SONDAGGIO COMMISSIONATO DA REPUBBLICA. FRATELLI D’ITALIA OSCILLA FRA IL 29 E 30 PER CENTO CON UNA LEGGERA FLESSIONE RISPETTO A FEBBRAIO RIMANENDO PRIMO PARTITO. SEGUE IL PD CHE SALE VERSO IL 21 PER CENTO MENTRE IL M5S RUOTA INTORNO AL 15 SENZA SOTTRARRE CONSENSI AL PD. IL GOVERNO DELLA MELONI CONTINUA A GODERE DELLA FIDUCIA DEI SUOI ELETTORI CON UNA PERCENTUALE ALTISSIMA FRA GLI ELETTORI DI FDI. FORZA ITALIA BENEFICIA ANCORA DELL’IMPATTO EMOTIVO BERLUSCONI MA LA GUERRA DI SUCCESSIONE È APERTA. SALVINI E LA LEGA NON FANNO PASSI AVANTI E DEBBONO SUBIRE LA LEADERSHIP INCONTRASTATA DELLA MELONI.

Estratto dell’articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica”

Il tratto più evidente che “segna” i risultati del recente sondaggio condotto da Demos per Repubblica è, sicuramente, la “stabilità”. Una “novità”, dopo gli avvenimenti dell’ultimo decennio. Che hanno rovesciato, più volte, il profilo e gli equilibri politici pre-esistenti. Nel segno e nel nome della “rottura” con il passato. La scomparsa di Silvio Berlusconi, in particolare, ha chiuso il tempo della Seconda Repubblica. Sorta nel segno della “personalizzazione”. Di più: dei “partiti personali” Che si identificano con il leader. Sorgono e scompaiono insieme al “capo”. L’ultimo atto di questo percorso storico recente è, sicuramente, ispirato dai Fratelli d’Italia. Un partito che ha una storia, ma, alle elezioni politiche del settembre 2022 si è imposto “nel nome di Giorgia Meloni”. Anche perché era l’unico partito “escluso” dai governi del Paese. Fino a ieri. E da decenni l’anti-politica alimenta il consenso. Oggi, però, il partito e la (il) leader appaiono ancora saldamente davanti a tutti, nelle preferenze degli elettori (intervistati). Con l’eccezione, fra i leader, di Mario Draghi. “Escluso” dalla scena politica da Giuseppe Conte. I Fd’I, per quanto saldamente davanti agli altri partiti, con il 29% dei consensi, negli ultimi mesi hanno perduto qualche decimale. E un punto e mezzo, dallo scorso febbraio. Tuttavia, la pressione e l’opposizione “dell’altra parte” appaiono limitate. Il Pd, distanziato di oltre 8 punti, è risalito al 20,6%. Di poco, rispetto ad aprile. Ma oltre 3 punti in più, da inizio anno. Quando si era fermato al 17,5%. Dietro, lo scenario si conferma stabile. Il M5S al 15%. Gli altri partiti sotto il 10%. La Lega: 8%. FI: 7,8%. Più lontani, i partiti del Terzo Polo: Azione e Italia Viva, oggi ben distanti. Fra loro. Infine, Verdi e Sinistra Italia. E +Europa di Emma Bonino. Insomma, si tratta di un quadro “noto”. Che non ha subìto mutamenti significativi, nell’ultimo periodo. Tanto più se valutato sul piano degli schieramenti. Il sostegno elettorale alla coalizione di governo, infatti, resta largamente maggioritario, nonostante emergano sensibili tensioni interne. Per quanto lontano rispetto agli indici proposti dalla coalizione guidata da Mario Draghi. Che, però, coinvolgeva “quasi” tutti i partiti. Con l’eccezione dei Fd’I. Non per caso… Dall’altra parte, però, il “campo largo” di Centro Sinistra rivela “distanze larghe” e crescenti fra i due “attori politici” principali: PD e il M5S. A svantaggio dei 5S. Sul piano dei consensi. Si spiega anche così la previsione sulla “durata” del governo. Una larga maggioranza dei cittadini, infatti, ritiene che “durerà” a lungo. Poco più di metà delle persone intervistate (51%) ritiene che resterà in carica “fino alla fine” della legislatura. E, secondo un ulteriore 11%, almeno un altro anno. Per de-merito dell’opposizione, forse, più che del governo