RASSEGNA STAMPA – Distruggere Prigozhin a cominciare dall’immagine…

DOPO AVERLO COPERTO DI MEDAGLIE, PRIVILEGI E ARRICCHIMENTI IL CAPO DELLA WAGNER VA DEMOLITO INTANTO NELL’IMMAGINE, IN ATTESA CHE VENGA FATTO FUORI FISICAMENTE. INGLOBATA PARTE DELLA MILIZIA NELL’ESERCITO RUSSO E TRASFERITI IN BIELORUSSIA I REPARTI NON INTEGRATI DELLA WAGNER, RIMANE IL MISTERO DOVE SIA PRIGOZHIN E CHE RUOLO POSSA AVERE NEL RIASSETTO ASSOLUTISTA DEL POTERE DI PUTIN. LE PARRUCCHE, I SOLDI, LE TESTE MOZZATE SONO UN LUGUBRE PROFILO DI PRIGOZHIN CHE DI BEN ALTRE MALEFATTE SI È RESO RESPONSABILE. DI CERTO, SE È IL CREMLINO A DEMOLIRE L’IMMAGINE DI PRIGOZHIN, È DA ESCLUDERE CHE IL CAPO DELLA WAGNER ABBIA POTUTO CONCORDARE IL “FINTO” GOLPE CON PUTIN.

1. LA FOTO DELLE TESTE MOZZATE, ARMI, RUBLI IMPACCHETTATI, LINGOTTI D’ORO, PARRUCCHE, UNA SFILZA DI MEDAGLIE AL VALORE DA PUTIN

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “La Stampa”

Nell’operazione che il Cremlino ha fatto partire ufficialmente per distruggere Evgheny Prigozhin, ieri Izvestia ha pubblicato un servizio con una serie di foto scattate durante la perquisizione nella mansion principale e negli uffici di Prigozhin a San Pietroburgo, e un video. Al netto della propaganda del Cremlino – che in realtà ha creato Prigozhin, e ora tenta tardivamente di distruggerlo – vi compaiono alcuni reperti straordinari per catalogare follia, soldi, potere e violenza del “prigozhinismo”, e dei suoi mentori, ovviamente: Putin e il Gru, i servizi militari russi. Il Cremlino, più che ridicolizzarlo, vuole attaccare la sua figura di leader di una sorta di “populismo della guerra”, la sua figura di leader anti-élite, che fustiga la corruzione dell’entourage di Putin. E dunque queste immagini servono particolarmente alla bisogna, mostrano che lo stile di vita del signore della guerra Prigozhin differisce poco dallo stile di vita dell’élite che critica costantemente. […] Sono visibili cose curiose, come una serie di parrucche per travestimenti, e cose spaventose e inquietanti, come una fotografia con teste mozzate: la foto era incorniciata, nella villa e non negli uffici, e viene qui riprodotta ovviamente schermata. In una foto c’è una giacca su cui sono appuntate le decine di medaglie al valore ricevute da Prigozhin dalla Russia, e culminate con il conferimento da parte di Vladimir Putin della medaglia più importante in assoluto, quella di “Eroe della Russia”. […] Colpiscono anche i tanti rubli impilati (oltre a dollari e altre valute). Come osserva la giornalista indipendente russa Farida Rustamova, «banconote appena stampate in ordinate confezioni di fabbrica. Con l’impronta del dipartimento principale della Banca Centrale per il Distretto Federale Centrale. È interessante, ovviamente, in quale banca è stato servito il ribelle fallito (osiamo supporre in “Russia”) e come questa banca abbia giustificato la richiesta alla Banca Centrale per una tale somma di denaro».

2. LUSSO SFRENATO, ARMI PESANTI, PARRUCCHE E TRAVESTIMENTI: LE FOTO DELLA CASA DI PRIGOZHIN. «SEMBRA QUELLA DI UN BOSS DELLA MAFIA»

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

Con gli occhialoni da nerd. Con la parrucca di sbieco sulla testa. Le foto dei travestimenti di Evgenij Prigozhin sono così improbabili da far pensare a una mossa ben congegnata, non solo per gettare ulteriore discredito sul fondatore della Brigata Wagner. Ma per renderlo ridicolo, che è sempre la cosa peggiore. Per il resto, nessuna sorpresa. Ieri Izvestia, il quotidiano più vicino al Cremlino, ha pubblicato foto e video scattate nella casa di San Pietroburgo dell’uomo che da tredici giorni è ormai diventato l’innominato russo, condannato all’oblio a causa dell’insurrezione militare da lui guidata. Per una volta, è stata fatta una eccezione. Forse perché il materiale iconografico messo disposizione dei media non gli fa fare certo una bella figura agli occhi dei russi, il popolo che sosteneva di voler liberare dalle élite e dai privilegi. Gli oggetti rinvenuti nella sua lussuosa abitazione restituiscono tutte le asperità e le contraddizioni del personaggio. Ci sono un sacco di armi, inclusi costosissimi mitragliatori fuori serie, tipo quello usato da Al Pacino-Scarface nella scena finale dell’omonimo film, per intenderci. Ci sono scatole piene di denaro in contante, c’è un martello formato gigante con sopra la targa «Per negoziare», che riassume un po’ la visione del mondo di Prigozhin e ricorda l’uso fatto di quell’utensile sulla testa dei disertori della Wagner. Non manca un alligatore impagliato, lungo un corridoio che conduce a una sala privata di preghiera piena di icone preziose, prese da chissà dove. L’insieme delle foto della lussuosa dimora, il salone con tende lunghe e scure, le poltrone di pelle, il tavolo da biliardo e l’atmosfera finto antica, così come l’atrio con ampia scalinata e pavimento a piastrelle bianco e nere, allontana l’immagine di Prigozhin uomo del popolo, quella a cui lui teneva tanto e che si era costruita in questi mesi di guerra, dipingendosi come un semplice soldato al fronte. E restituisce invece quella di un nuovo ricco, che ha accesso a privilegi impensabili per il suo popolo. Una persona che lo ha conosciuto bene, e che intende rimanere anonima, definisce questo servizio fotografico come una sentenza sull’immagine di Prigozhin. «Sembra la casa di un boss mafioso degli anni Novanta, quello che lui è sempre stato e ha continuato a essere».    […] L’immagine ha la sua importanza, e quella dell’ex macellaio di Putin ormai è distrutta. […]