HA PREFERITO ANDARE A MONZA AL GRAN PREMIO DI F1 DELUDENDO IL GOTHA DELLA FINANZA E DELL’IMPRENDITORIA CHE L’ASPETTAVA A CERNOBBIO. LA MOTIVAZIONE PIÙ ACCREDITATA RIMANDA ALLA TASSAZIONE DELL’ EXTRA-GETTITO BANCARIO CHE L’AVREBBE ESPOSTA A PREVEDIBILI CRITICHE. IN VERITÀ, PENSANDO ALLE EUROPEE, COME LASCIARSI SFUGGIRE UN BAGNO DI FOLLA MOLTIPLICATO ESPONENZIALMENTE DAI MEDIA.
1. MELONI DELUDE CERNOBBIO ASSENTE PER “MOTIVI FAMILIARI” MA POI SCEGLIE LA F1
Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
Un anno fa, a pochi metri dal traguardo della prevista vittoria elettorale della coalizione, Giorgia Meloni andò a Cernobbio a farsi benedire dal gotha del capitalismo italiano. Serviva un’investitura, più o meno la ebbe. A questo giro, dopo aver declinato l’invito – nel dietro le quinte dell’organizzazione si racconta che la presidente del Consiglio avesse evocato «impegni familiari» – Meloni ha preferito il bagno di folla nazionalpopolare del gran premio di Monza. Commenti pubblici al Forum Ambrosetti non se ne fanno, la polemica qui non è di casa, si cerca da sempre di tenere proficui rapporti con tutti, […] Ma la faccenda qualche smorfia, per così dire, l’ha causata. Non ci fosse stata la passerella sportiva in contemporanea nessuno avrebbe obiettato, così invece la sua sa molto di evasione. L’élite usata e poi tradita dalla autodefinitasi underdog? «Non si può fare tutto, andrò il prossimo anno», ha risposto dall’area vip dell’autodromo la presidente del Consiglio a chi le chiedeva il perché dell’assenza. Di sicuro la tassa estiva sugli extraprofitti delle banche non è piaciuta a banchieri e finanzieri vari radunati vista lago, ma in generale il lavoro del centrodestra è apprezzato dalla “business community” riunita a Cernobbio: il televoto ha decretato un netto 69 per cento di valutazioni positive per l’operato del governo. […] Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sempre a proposito della tassa, s’è preso la briga di assumersene la responsabilità, perlomeno per i difetti di comunicazione «che pure ci sono stati». Gesto apprezzato, perlomeno a sentire gli applausi ricevuti dagli astanti. Il gemello sovranista di Meloni, il vicepremier Matteo Salvini, ha invece scelto la strada del “prima il dovere e poi il piacere”. Passaggio veloce al forum munito di slide sulle cose fatte dal governo e clip finale con il rendering del Ponte sullo Stretto, progettato per la prima volta nel 1971; «finalmente l’anno prossimo partiamo», la promessa del ministro delle Infrastrutture. Poi saluti a tutti e transfer a Monza, anche lui per godersi la Ferrari («È una delle poche occasioni in cui mi piace vedere tanto rosso», l’irresistibile battuta dell’ex comunista padano appena arrivato a destinazione). […]
2. LA PREOCCUPAZIONE DI MELONI CHE AVVISA LA MAGGIORANZA (DAL GRAN PREMIO): DOBBIAMO CORRERE DI PIÙ
Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
Le parole di Giorgia Meloni sul perché abbia preferito tifare la Ferrari a Monza e non farsi applaudire dal gotha della finanza a Cernobbio arrivano con la brezza che accarezza il lago: «Non ce l’ho fatta a fare tutto, bisogna fare un po’ e un po’, andrò il prossimo anno…». I manager e i banchieri ospiti (paganti) del forum Ambrosetti la aspettavano e sono rimasti delusi, ma hanno avuto modo di consolarsi con mezzo governo in trasferta lombarda. Per tre giorni tra i marmi, gli stucchi e i giardini pettinati alla perfezione si sono alternati, incrociati e punzecchiati 11 ministri su 24, che hanno fatto a gara nel lodare i loro dicasteri e, nel complesso, le scelte di un governo che «può lasciare un segno nella storia del Paese». […] Ma all’Autodromo gli scatti sono tutti per la premier, che affida il suo stato d’animo sulla situazione del Paese e del governo a una metafora futurista: «La situazione è complessa da maneggiare, il tempio della velocità diventa per noi anche fonte di ispirazione. Abbiamo bisogno di correre di più per far correre di più questa nazione». Un’immagine che rivela quanto alta sia a Palazzo Chigi la preoccupazione per il Pil che cala, la disoccupazione che cresce e il Superbonus che si mangia i già pochi soldi per la seconda manovra della destra e forse anche per le tensioni e le divisioni tra i leader dei partiti. In una Cernobbio per una volta orfana di grandi nomi internazionali, Giuseppe Conte arriva in ritardo e intorno ai tavoli imbanditi per la pausa caffè c’è chi provoca Carlo Calenda: «Il leader dei 5 Stelle ha davvero perso l’aereo o non voleva fare un dibattito da solo con lei?». Il fondatore di Azione se la ride, sentenzia che «il campo largo alternativo non esiste» e nessuno si azzarda a dargli torto. Nel programma di sala era previsto un panel a tre Calenda-Conte-Schlein moderato dal direttore del Corriere Luciano Fontana, ma la segretaria del Pd ha scelto di collegarsi da remoto: scenografia austera e l’annuncio di un «confronto anche aspro col governo» sulla legge di Bilancio. […] Salvini è convinto che il governo durerà 10 anni e realizzerà «la prima produzione di energia nucleare». Peccato che poco prima Pichetto Fratin aveva rinviato alle calende greche: «Del nucleare si occuperà il prossimo governo». Non solo la premier, ma anche molti ministri e sottosegretari di FdI si sono tenuti alla larga. Ci sono Fitto e Nordio, i fotografi cercano Urso con la giovane moglie ucraina e il figlioletto biondissimo e si chiedono perché non ci siano meloniani come Lollobrigida, Sangiuliano, Ciriani, Santanchè, Musumeci, Crosetto, Roccella, Mantovano, Fazzolari… Imbarazzo per la manovra da vacche magre che si prospetta? Un ministro che ha preferito restare a casa risponde così: «Non è il momento delle passerelle. Lo scorso anno Giorgia ha fatto il pieno di applausi e poi siamo tutti impegnati a preparare la kermesse del 24 settembre». Quel giorno, per festeggiare un anno dalla vittoria alle Politiche, Meloni traccerà un bilancio e lancerà la campagna elettorale per le Europee. […] Anna Maria Bernini col suo discorso sul potenziamento delle borse di studio conquista la ex speaker della Camera Nancy Pelosi, che la insegue giù dal palco per farle i complimenti. Adolfo Urso in giardino schiva le domande sulle lentezze del Pnrr, denunciate anche da Paolo Gentiloni: «Nessun ritardo nella spesa, ma perché non sente anche Fitto?». L’ultimo ministro in ordine di apparizione, ma anche il più applaudito, è il responsabile dell’Economia, al quale al mattino Salvini aveva dedicato un pensiero: «Questo è il lago più bello del mondo, con tutto il rispetto per il lago di Varese del ministro Giorgetti».