(nella foto Matteo Salvini)
NON AVENDO SOLUZIONI DA PROPORRE PER I FLUSSI DI MIGRANTI CHE STANNO “INVADENDO” LAMPEDUSA, SALVINI SBROCCA E ARRIVA A CONSIDERARE UN ATTO DI GUERRA LO SBARCO IN MASSA DI MIGRANTI. È CONVINTO CHE DIETRO GLI SBARCHI CI SIA UNA REGIA CHE PUNTA A METTERE IN DIFFICOLTÀ IL GOVERNO DELLA MELONI. CHI POSSA AVERE UN INTERESSE DEL GENERE NON LO SPIEGA E CERCA DI SGANCIARSI DALLE RESPONSABILITÀ DEL GOVERNO DI CUI È VICE-PREMIER PER NON DOVERNE PAGARE IL PREZZO NELLE URNE DEL VOTO EUROPEO.
Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto Quotidiano”
Lampedusa scoppia, il governo Meloni si spacca e denuncia il complotto dell’Unione europea e dei Paesi, come Germania e Francia, che chiudono le frontiere con l’Italia. (…) Ma a parlare della questione è soprattutto Salvini che si presenta di fronte alla stampa estera per parlare delle alleanze europee. Il leghista va giù durissimo. Denuncia un “atto di guerra” da parte della criminalità che gestisce gli sbarchi e poi grida al complotto: “Sono convito che ci sia una regia dietro questo esodo – aggiunge – Ne parleremo pacatamente in seno al governo italiano, ma non possiamo assistere ad altre scene simili”, spiega il leghista aggiungendo che non esclude alcun intervento da parte del governo. Ma che l’esecutivo si spacchi in due lo dimostrano le parole di Antonio Tajani, che pochi minuti dopo su Twitter prende le distanze dal leader del Carroccio: “Non so se c’è una regia, Salvini avrà notizie che non ho, c’è una situazione internazionale complicata, ma questo non deve essere uno strumento per andare contro l’Europa, abbiamo bisogno di più Europa non di meno Europa, non dobbiamo isolarci”. Il Patto di Dublino, dice il vicepremier di FI, “deve essere superato”. Posizioni che riflettono una competizione in vista delle elezioni europee che andrà avanti fino a giugno. Tant’è che Salvini ieri ha aggiunto un passaggio importante sulle alleanze europee: “Questa Europa non ci aiuta, siamo soli. Con Marine Le Pen la gestione degli sbarchi sarebbe diversa”. E ancora un messaggio alla premier provando a bruciarle ogni patto in Ue, a partire dalla riconferma della presidente della Commissione: “No a un accordo con socialisti e Von der Leyen”, spiega Salvini che ieri ha riunito i suoi a casa di Angelucci a Marino per il compleanno di quest’ultimo. Tajani deve giocare la parte del “moderato” e dice “no” a un accordo con Afd e Le Pen e sì a quello con Ecr. Meloni dà prova di equilibrismo: “è prematuro parlare di alleanze” ma che “di solito non faccio accordi con la sinistra”. Lo scontro sulle alleanze Ue si gioca anche su Viktor Orban. Meloni e Salvini lo rincorrono: ieri il leghista gli ha chiesto di entrare nel gruppo di Identità e Democrazia, la premier oggi sarà a Budapest per un summit sulla Demografia e ha aggiunto all’ultimo minuto un pranzo proprio col premier ungherese non previsto (Meloni doveva ripartire per Roma alle 12) per chiedergli di entrare nei Conservatori.