RASSEGNA STAMPA – Gianfranco Fini irrita il cerchio magico della Meloni…

(nella foto Gianfranco Fini e Giorgia Meloni)

 

INSIEME A UMBERTO BOSSI L’EX – PRESIDENTE DELLA CAMERA E LEADER DI ALLEANZA NAZIONALE HA DATO IL NOME ALLA LEGGE CHE REGOLA I FLUSSI MIGRATORI. MA SONO TRASCORSI CIRCA 20 ANNI E FINI RILEVA IN UNA INTERVISTA CHE VA CONSIDERATA SUPERATA ESSENDO CAMBIATO IL CONTESTO ENTRO IL QUALE LA LEGGE FU VARATA. LO FA CON GARBO E SI CONCEDE SOLTANTO UNA STRONCATURA DEL “BLOCCO NAVALE” CONSIDERANDOLO SOLTANTO UNO SLOGAN ELETTORALE. IMMEDIATA LA RISPOSTA DAI VERTICI DI FDI VICINISSIMI ALLA MELONI CHE EVIDENZIANO LA ESTRANEITÀ DI FINI RISPETTO ALLA LINEA DI FDI NON RINUNCIANDO A RICORDARGLI I DANNI CHE AVREBBE PROCURATO AL PARTITO QUANDO NE ERA L’INDISCUSSO LEADER.

Tommaso Rodano per il “Fatto quotidiano” – Estratti

Le parole del “padre nobile” non sono passate inosservate. Giorgia Meloni non ha apprezzato l’intervista di Gianfranco Fini al Fatto Quotidiano e soprattutto non ha gradito le critiche in tema di immigrazione, seppure attenuate dal giudizio complessivamente positivo sul comportamento della premier. Così ieri pomeriggio sono arrivate le dichiarazioni stizzite dei luoghitenenti di Meloni indirizzate al fondatore di Alleanza Nazionale. Fini – questi i passaggi contestati – aveva detto al Fatto che è ora di superare la legge sull’immigrazione che porta il suo nome e quello dell’ex segretario della Lega: “La Bossi-Fini va cambiata, ha vent’anni e quindi è dati. Prevedeva delle soglie d’ingresso regolari e portò a una sanatoria di centinaia di migliaia di migranti. Questo è il modello da seguire”. Il passaggio più polemico dell’ex presidente della Camera era dedicato al blocco navale: “La politica dovrebbe fare un ragionamento più complesso della battuta giornaliera sul blocco navale tipica di una campagna elettorale. È solo un elemento e anche controverso: l’operazione Sophia, che serviva per controllare gli sbarchi con le navi europee funzionava a metà”. A contestare e minimizzare la portata dei ragionamenti di Fini è stato soprattutto Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia: “Pur essendo sempre un piacere leggere Gianfranco Fini, lo leggiamo come qualsiasi altro commentatore. Diciamo che Gianfranco Fini non detta la linea politica di FdI, mi sembra abbastanza evidente”, ha ironizzato il vicepresidente del Copasir. “Noi abbiamo già dimostrato la volontà di aprire i flussi regolari – ha aggiunto – e abbiamo invertito la tendenza degli anni precedenti in cui si poteva a entra solo illegalmente Nel frattempo è cambiato il mondo”. Più nette e sprezzanti le parole del senatore di FdI Alberto Balboni, ospite di Start su Sky Tg24: “Gianfranco Fini farebbe meglio a tacere, perché con i disastri che ha combinato nella sua storia personale e politica credo che non abbia troppa autorevolezza sull’argomento ”. Dichiarazioni cariche di livore, soprattutto la seconda, che tradiscono il nervosismo nel partito della premier per l’intervista dell’ex presidente della Camera. Fini non rilasciava dichiarazioni pubbliche da diversi mesi: il fatto che sia intervenuto proprio sull’immigrazione e proprio nel momento più delicato per l’esecutivo, a Meloni non è piaciuto per nulla.     (…) Con Meloni il rapporto, almeno ufficiale, è di sereno distacco e reciproco rispetto, ma l’intervista di ieri è stata considerata un colpo basso dalla premier e dai suoi. Nonostante dal principio, con poche eccezioni, Fini ha mantenuto nei confronti del governo e della presidente del Consiglio un atteggiamento sostanzialmente benevolo. In occasione del 25 Aprile aveva invitato Meloni a dichiararsi antifascista – cosa non successa – ma aveva apprezzato la sua lettera al Corriere della Sera, definendola antifascista “nella sostanza”. In un altro intervento su La7 aveva lodato i primi mesi del governo: “Ha fatto cose ampiamente positive”. Anche nell’intervista di ieri al Fatto ha rimarcato che la premier “sta facendo il massimo e sta ottenendo il massimo in sede europea” e ha riservato i giudizi più duri all’alleato-rivale Matteo Salvini.