RASSEGNA STAMPA – ALLE “EUROPEE” GIORGIA MELONI PUNTA AL 30 PER CENTO…

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

Capolista in tutte le circoscrizioni. In campo, alle Europee. Come ieri sul palco di Atreju. Scioglierà ufficialmente la riserva dopo Natale […] Giorgia Meloni ha già lasciato intendere ai suoi fedelissimi che correrà. […] Definirà un successo il raggiungimento di quota 26%, che è la percentuale delle ultime politiche. Ma ha in testa un numero: 30%. Ritiene alla portata quella cifra per Fratelli d’Italia. […] Che Meloni voglia consolidare la propria leadership con il voto europeo l’hanno capito anche Matteo Salvini e Antonio Tajani, che difficilmente potranno evitare di candidarsi a loro volta. Il primo, in particolare, teme questa prospettiva. Da tempo, la Lega del Nord ribolle. La sofferenza è più acuta in Veneto e Lombardia […] dove il corpo produttivo lamenta con i dirigenti locali del Carroccio l’assenza di iniziativa e la scarsa influenza nel processo decisionale nazionale. Questa dinamica ha provocato tensioni sotterranee, in particolare tra il leader e Luca Zaia. Il resto lo fanno i sondaggi, che non sembrano sorridere al vicepremier. La soglia sotto la quale partirebbe il processo interno è il 10%, comunque lontana anni luce dal fantasmagorico 34,3% del 2019. Per tutte queste ragioni, il segretario della Lega ha alzato il tiro contro l’Europa. E ieri, dal palco di Atreju, ha cercato gli applausi dei militanti scandendo gli slogan più cari alla destra, a partire da quelli contro i migranti. Non sembra bastare, a occhio. Meloni insiste a sua volta su tasti cari all’elettorato sovranista. Smette i panni istituzionali da premier per radicalizzare il quadro politico, riducendo la scelta a un bivio: noi, oppure Elly Schlein. La presidente del Consiglio cerca la polarizzazione con la segretaria dem. Ritiene, in questo consigliata dai consulenti che periodicamente la aiutano a stabilire la strategia, che un duello con la leader del Partito democratico la avvantaggi. Questo lascia supporre che al momento debito accetterà anche il confronto televisivo con la numero uno del Nazareno. Meloni non nomina, invece, Giuseppe Conte, anche se si scaglia con insistenza contro le sue politiche: anche questa tattica le è stata consigliata dagli esperti, con la convinzione che tenendo basso il conflitto diretto con il Movimento riuscirà a evitare di incoraggiare la partecipazione al voto dei grillini […].