Marco Bresolin per “la Stampa” – Estratti
La candidatura di Charles Michel alle Europee, e il conseguente spauracchio di un Consiglio europeo guidato temporaneamente da Viktor Orban, hanno già provocato un primo effetto: il nome di Mario Draghi è ormai entrato nella lista dei possibili candidati per sostituire l’ex premier belga. L’indiscrezione è stata lanciata ieri dal Financial Times: il quotidiano economico-finanziario della City ha un certo peso nella “bolla” di Bruxelles e questo è bastato per trasformare una ricorrente voce di corridoio in un’ipotesi che ora potrebbe finire ufficialmente sul tavolo dei negoziati tra i leader. Anche se, tra gli addetti ai lavori nei palazzi Ue, non è facile trovare qualcuno disposto a scommettere che alla fine la nomina si concretizzerà veramente. A meno che non si tratti di una soluzione temporanea. Sul cammino dell’ex premier ci sono diversi ostacoli: come fanno notare fonti parlamentari, con la sua nomina, le famiglie politiche avrebbero un incarico in meno da spartirsi e non è un mistero che la presidenza del Consiglio sia rivendicata soprattutto dai socialisti che non l’hanno mai ottenuta. Inoltre, a Bruxelles, c’è la consapevolezza che la nomina di Draghi sarebbe difficile da digerire per Giorgia Meloni: in Italia potrebbe essere letta come un commissariamento, ma soprattutto la premier perderebbe la possibilità di ottenere un ruolo pesante all’interno della prossima Commissione