La Cina, già dal 2010, controlla il porto del Pireo di Atene ma è risultato complicato spostare le merci risalendo i Balcani, per cui i cinesi hanno interesse a mettere i container su navi di minore stazza e appoggiarsi ai moli italiani. Per Trieste le trattative sono già in una fase avanzata e per Genova si annuncia un accordo che prevede un intervento per le opere di allargamento del porto. Per Gioia Tauro, invece, non si registrano proposte avanzate né iniziative della rappresentanza parlamentare calabrese verso il governo affinché nel memorandum si tenga conto del porto e delle sue potenzialità. (Nella foto: Orlandino Greco)
Non sappiamo se configura profili di responsabilitrà penale non aver presentato bilanci dal 2013 all’ASP di Reggio ma di sicuro nessuno ne ha chiesto conto. Se oggi il nuovo direttore generale,Belcastro,soltanto prendendo in esame un solo anno di esercizio ha scoperto che abbiamo pagato agli ospedali delle regioni del nord decine di milioni di euro per pazienti non calabresi-che quindi non avevano diritto- e per prestazioni non dovute, vuol dire che siamo ai livelli massimi di negligenza e inadempienza rispetto ai doveri di ufficio.
Proponiamo il passaggio in questione ( ma suggeriamo di andare a leggere tutto l’editoriale) così come lo abbiamo estratto dal Corriere della Calabria, datato 4 marzo.Non abbiamo commenti da fare ma confidiamo molto che il nuovo corso zingarettiano ne tenga conto.Meglio ancora, ne chieda conto a quelli che, non da oggi, vengono chiamati capi-bastone. Ecco il passaggio dell’editoriale :
Si tende a scaricare sui budget della sanità a gestione privata le inefficienze e gli sprechi delle strutture pubbliche, arrivando a non riconoscere le prestazioni erogate e non si vede come ciò non possa portare ad un inevitabile contenzioso. (Nella foto: Saverio Cotticelli)
Quanto alle primarie calabresi, orfane di discussioni,dibattiti e confronti, è stata la solita conta da tabulato. Mario Oliverio è stato il primo a congratularsi con Zingaretti con un vaniloquio in cui postula quale dovrà essere il futuro prossimo a venire del PD e le sue sorti progressive. Un modo maldestro di furberia paesana, in effetti, per mettere il cappello sul risultato e sminuire l’apporto di Guccione e Censore cui,invece, viene riconosciuto di avere fatto un ottimo lavoro.(Nella foto:Nicola Zingaretti )
Quanto alle responsabilità per la ministra del “governo del cambiamento”il solo responsabile è il presidente della giunta regionale,Mario Oliverio, che avrebbe dovuto espletare tutti i controlli che competono alla Regione sulla correttezza e sulla trasparenza della spesa sanitaria.Questi controlli non ci sono stati e Oliverio non è mai intervenuto in proposito né sugli uffici né sui dirigenti del dipartimento nè sui commissari. (Nella foto: la ministra della Sanità Giulia Grillo)
IN CALABRIA OSPEDALI DA INCUBO
Ci volevano “Le Jene” su Italia Uno per mettere a nudo in che condizioni versano gli ospedali in Calabria. Sapevamo dei drammi che si consumano quotidianamente nei pronto-soccorso degli ospedali calabresi, dell’emigrazione sanitaria negli ospedali del centro-nord con una spesa per le casse regionali di circa 350 milioni di euro ma non sapevamo che in alcuni territori la sanità calabrese è sotto il controllo o l’influenza della ‘ndrangheta. La situazione più incredibile la presenta l’ASP di Reggio dove mancano i bilanci dal 2013 ed è ricorrente la prassi della doppia fatturazione, cioè di prestazioni pagate due volte. La legislatura che si avvia a scadenza ha di fatto ruotato intorno alla sanità e alla guerra fra Oliverio e i commissari nominati dal governo nazionale col risultato che Le Jene ci mettono sotto gli occhi con la loro inchiesta coraggiosa .All’interno dell’articolo il video delle Jene.
Perché sarà pure vero che Lega e 5Stelle ,per la diversità di obiettivi, di base sociale e posizionamento geografico, sono legati da un “contratto” da cui discende l’alleanza politica per realizzarlo ma l’anno che stiamo vivendo non diventerà bellissimo, non ci sarà la crescita, meno che mai il boom di Di Maio e a quelli che andranno in pensione con quota 100 non corrisponderanno altrettante assunzioni. Ci sarà,invece, da piangere perché bisognerà ricorrere a nuova tassazione, aumento dell’IVA e -perché no?-una “patrimoniale” che soltanto chi è ricco potrà sopportare agevolmente.
Da qui la sceneggiata messa in atto del “referndum interno”, espressione di democrazia diretta, dove viene chiamata la base degli iscritti a pronunciarsi on line se concedere o meno l’autorizzazione.Non si è mai saputo come funziona in concreto la piattaforma Rousseau inventata dalla Casaleggio e gestita con criteri e modalità che soltanto la Casaleggio conosce né come viene garantita la trasparenza del voto. (Nella foto:Davide Casaleggio )
A leggere il libro di Marco Esposito, che soprattutto ogni sindaco meridionale dovrebbe leggere, la domanda che chi legge si pone subito è dove erano e cosa facevano i parlamentari del sud. Oggi che siamo arrivati alla svolta finale con l’autonomia fiscale, finalizzata a togliere risorse destinate al sud, appare evidente, grazie al libro di Esposito, che siamo in presenza di una congiura guidata dalla Lega per sottrarre risorse al sud, tramite il fondo nazionale perequativo, per destinarle all’economia e ai servizi dei territori “padani”.
( Nella foto: Giancarlo Giorgetti )
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Si può essere più sprovveduti di così ? Cioè il vice-premier di un governo amico, alleato nell’UE, si incontra con rappresentanti di un movimento violento, sedizioso, eversivo, dichiaratamente golpista, di fatto ingerendosi nelle vicende interne della Francia. Ancora più penosa la giustificazione addotta da Di Maio: sono andato all’incontro non come vice-premier italiano ma come capo di un movimento politico. In questa affermazione c’è tutto il personaggio e il dramma politico che sta vivendo l’Italia sempre più isolata , dopo la posizione sul Venezuela, nel contesto internazionale. E ora Di Maio che, con quel che-guevara di quartiere di Di Battista, va in Francia a legittimare l’eversione dei gilet gialli. (Nella foto: Di Maio e Di Battista)
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Il femminismo era ancora di là da venire quando Rita Pisano si batteva in difesa delle donne e dei loro diritti senza invocare “quote rosa” e “pari opportunità”. Era una donna combattente, senza complessi verso l’universo maschile, dotata di una forte personalità che faceva valere nelle competizioni politiche e nella stessa vita di partito. (Nella foto: il ritratto di Rita Pisano dedicatole da Pablo Picasso )