Insomma vorremmo proporre discontinuità, un cambiamento, una virata sospinta da un vento di un centrosinistra motivato, convinto ed inclusivo che escluda la nomenclatura notoriamente screditata opaca e traditrice e guardi agli interessi di una comunità composita, quella dei diversi ceti sociali che devono essere, tutti, rappresentati e non antagonisti…
Il Centro storico è semidistrutto e forzosamente ripopolato in maniera inadatta. Non solo questa Amministrazione ha lasciato che molti palazzi e case cadessero e si riducessero a ruderi, ma ne ha, addirittura, demolito alcuni, di fondazione seicentesca, fra Corso Telesio e via Gaeta…
Dobbiamo restituire dignità al Castello simbolo della città ridotto a longe-bar per matrimoni e feste del rum, munito di una inutile ed incongrua “voliera” e di un “ascensore missile” che conduce ad una incongrua ed inutile terrazza panoramica costruita al posto del tetto in tegole preesistente…
La Biblioteca civica, orgoglio plurisecolare della colta città rinascimentale, è stata lasciata andare alla deriva e al fallimento economico. L’intervento del Mibact è stato tardivo, per niente risolutivo e, soprattutto, non soddisfacente perché la Biblioteca civica deve rimanere tale, e cioè di proprietà dei cittadini di Cosenza, come è giusto che sia…
Le Zone a Traffico Limitato sono istituite, in tutto il mondo occidentale, per preservare i Centri storici dai danni provocati dai veicoli a motore alle strade ed agli edifici antichi. Che senso ha avuto istituire la ZTL, a Cosenza, nelle strade della speculazione edilizia del secondo dopoguerra, invece di preservare l’integrità e la bellezza architettonica del Centro storico? Su questo dovrà intervenire l’Amministrazione che verrà, ripristinando la vita nel centro storico, magari iniziando dalla Fiera di San Giuseppe nei suoi luoghi secolari…
Dovremo intervenire sul viale parco che è stato distrutto per sostituirlo con un presunto giardino che ha solo ricreato, di nuovo, una barriera fisica fra la parte est e tutto il resto della città che è esattamente il contrario della finalità per la quale era stato concepito da Giacomo Mancini: abbattere la separazione fisica che diventava sociale ed economica fra i quartieri proletari e sottoproletari di Via Popilia, e piccolo-borghese e borghese della città nuova ad ovest, con una metropolitana leggera e non invasiva. Per dieci anni abbiamo avuto – ed avremmo in eredità – una arteria devastata da lavori costosi ed eterni (proprio perché costosi)…
Non solo il sindaco di centrodestra si è opposto alla costruzione di un nuovo Ospedale facendo finta come i suoi amici sedicenti di sinistra di impuntarsi sul sito, Vaglio Lise o Centro città, sul quale costruirlo, ma, per quel che invece gli competeva, non ha arricchito l’offerta sanitaria territoriale in nessun modo, come avrebbe potuto e dovuto…
L’area urbana, infine.
Cosenza è da anni cardine di un’area urbana che non riesce, per il prevalere di logiche campanilistiche, a concretizzare e condividere un servizio di trasporto urbano. Il che rende remota la possibilità della fusione dei consigli comunali, l’integrazione dei tributi e dei servizi essenziali, come la raccolta dei rifiuti, con grande risparmio di costi per le rispettive casse comunali. Necessita, quindi, un sindaco che abbia una visione alta ma anche flessibile del ruolo del capoluogo, per le quote di sovranità che va ad acquisire e che vanno compensate con ruoli comprimari nel rispetto della storia e delle tradizioni delle singole realtà municipali.