Categoria: Politica

LA TARANTELLA CHE JOLE SANTELLI AMAVA….

La storia della tarantella,in verità, a parte il nome che prende dagli spasmi e dai movimenti scomposti cui va incontro chi viene morso dal “ragno nero” della fantasia popolare, risale alla Magna Grecia e non è una danza di malattia e di sortilegi ma di festa, di amore, di energia variamente interpretata ed espressa.Nella tradizione più remota e rispettata è una danza fatta di regole e di simbolismi codificati, dove ogni gesto, ogni movenza ha un suo significato. E’ una danza “laica” anche se nel sud segna e caratterizza le feste  della tradizione religiosa ma c’è stato un tempo in cui la Chiesa dichiarò  la tarantella fuori legge perché di natura demoniaca.

STORIA E SIMBOLISMO DELLA TARANTELLA….

E così dalle feste pubbliche del dio pagano, dalla festa del dio che balla, si passa alla festa nascosta del dio che perdona, rappresentato dal suo apostolo San Paolo protettore dei tarantati nel chiuso dei cortili o nel sagrato della basilica di Galatina che al santo è dedicata e che accoglie ed assiste le vittime della taranta nella fase finale della guarigione. La storia della tarantella è dunque storia di repressione, una repressione che parte dalla cultura egemone e si abbatte sulla cultura contadina, arcaica ed ostinatamente legata alle favole e ai riti della terra e degli astri

L’ULTIMA INTERVISTA DEL PRESIDENTE SANTELLI AL DER SPIEGEL: «LA SPERANZA DEL SUD È L’EUROPA»

Jole Santelli, una carismatica politica del partito di Berlusconi, Forza Italia, ha vinto le elezioni regionali solo a gennaio. Era una donna insolita che sembrava fuori dal tempo, proprio come il suo partito, che da tempo si stava ridimensionando: mentre agitatori come Matteo Salvini dominano il campo di destra in Italia con slogan ad alta voce, Jole Santelli si è affidata a toni moderati. E quando Forza Italia ha ottenuto solo il sei o sette per cento di consensi a livello nazionale, lei ha ottenuto una grande vittoria in Calabria. Ha celebrato la serata elettorale con una danza popolare, la tarantella.

LE PIAZZE IN FIAMME E LE SOMMOSSE ANNUNCIATE….

Il problema da affrontare, con tutte le cautele del caso, è come separare la protesta eversiva e criminogena dalla protesta civile e non violenta, pienamente legittima, di quelle frange che si sentono, nella loro attività, particolarmente danneggiate dalle misure restrittive del governo. Nell’immaginario collettivo merita di rimanere impressa la scena, in piazza Duomo a Milano, della protesta dei lavoratori del mondo dello spettacolo con quei 500 bauli geometricamente allineati e, una volta aperti, simbolicamente vuoti a testimoniare la crisi del settore in tutte le sue articolazioni.

L’ASSEMBRAMENTO CHE OFFENDE IL SENTIMENTO DI UN PAESE…..

Questa umanità afflitta da una ricerca continua di affermazione sociale non desta simpatia in condizioni normali perché si rivela rumorosa e un po’ sguaiata nell’agiatezza che ostenta, figurarsi quali considerazioni smuove nel momento in cui in virtù della sua agiatezza, reale o fittizia che sia, si esibisce nella rappresentazione di una diversità che offende il sentimento diffuso e prevalente di un Paese alle prese con una pandemia che fa oltre 20 mila contagi al giorno, satura gli ospedali, impegna allo stremo medici e infermieri insufficienti a fronteggiare la situazione , mette in ginocchio l’economia e le famiglie che perdono il lavoro e non si ha alcuna certezza sulla uscita dall’incubo e la fine della paura.

LA CALABRIA AGRO-PASTORALE DI GABRIELE MUCCINO…

 L’amore che Muccino dichiara di aver provato durante le riprese “girando” col cuore, in una sorta di simbiosi con l’amore di Jole Santelli per la sua terra, non è in discussione ma non lo assolve dagli stereotipi con cui ha inzavorrato il cortometraggio e che rimandano a sequenze di film già visti e prevalentemente ambientati in Sicilia.Veramente originale la tesi che i fonemi e le inflessioni di alcune comparse nulla tolgono all’emotività delle immagini.E meno male che Jole Santelli voleva una immagine della Calabria più autentica e più rispondente alla cultura e al sentimento di un popolo, senza voler occultare gli aspetti negativi che pure ci sono.

Il cortometraggio di Muccino,insomma, non ci esprime e non ci rappresenta al netto  delle melensaggini che Bova e la Rocio dispensano nel loro girovagare fra mare e monti.Qualcuno avrebbe dovuto spiegare a Muccino che i calabresi con le “coppole” hanno un rapporto critico e il fatto che Muccino sia solito portarla non lo assolve per averne fatto un elemento identitario. ( Nella foto l’opera monumentale di Salvador Dalì “San Giorgio e il drago ” Museo all’Aperto di Cosenza )

MUCCINO:”SPOT CALABRIA CRITICATO?NON ERA UN REPORTAGE..DOVEVO EMOZIONARE “….

E a chi critica “l’asinello che passa”, il regista risponde che “l”asinello c’era veramente, e io l’ho filmato. Criticano l’uso della coppola perché anacronistico? Io dico ce ad esempio io ce l’ho, la uso. Gli abiti dello spot sono per metà di uno dei più grandi stilisti al mondo. Si parla di cose di cui non si sa, solo perché si vuole attaccare questo cortometraggio”, aggiunge Muccino.

NUOVE ELEZIONI: LAVORI IN CORSO NEI RETROBOTTEGA DELLA POLITICA….

C’è un problema da affrontare che condiziona tutti gli altri e cioè la partecipazione al voto.In Calabria la partecipazione è andata sempre più abbassandosi facendo registrare , col referendum del 20 settembre sul taglio dei parlamentari, il tasso più basso di partecipazione e circa l’80 per cento a favore del taglio.Ora deve essere chiaro, a chi non ha ancora capito come funziona in democrazia il meccanismo elettorale vigente, che se va a votare il 35-40 per cento degli aventi diritto e il rimanente 60-65 per cento se ne sta a casa a guardare, vincerà la partitocrazia con i suoi candidati in carriera e l’apparato di potere e di relazioni di cui dispongono.

REGIONI:LE PICCOLE REPUBBLICHE DELLA INADEGUATEZZA E DELL’INCOMPETENZA…

Sta di fatto che la pandemia ha squilibrato ulteriormente il rapporto delle regioni con il governo centrale con un trasferimento di maggiori poteri che vengono esercitati rovinosamente come è dato constatare. Non si può mettere la sanità in mano a manager nominati per appartenenza politica né può essere ridotta a serbatoio elettorale. I bilanci passivi sono lì a dimostrare le loro capacità. In Calabria soltanto le due ASP di Reggio e di Cosenza hanno accumulato un disavanzo prossimo al miliardo di euro per ognuna mentre l’attuale gestione commissariale porta oltre 200 milioni di disavanzo.

LA CORSA ALL’APERITIVO..ALLA MOVIDA…ALLA DISCOTECA..AL MARE..MENTRE IL VIRUS..

Inutili e comunque non ascoltati gli ammonimenti che il virus restava attivo e che con l’autunno ci sarebbe stata la seconda ondata, sulla cui ampiezza e portata non potevano esserci certezze  ma rispetto alla quale bisognava prepararsi e attrezzarsi.Il governo si impegnava a mettere a disposizione risorse e dispositivi e lasciava alle regioni l’incombenza e la responsabilità di predisporre quanto necessitava e cioè strutture  riservate ai contagiati Covid con un aumento dei postiletto proporzionato alla popolazione e ai possibili indici di contagio, con assunzione del personale necessario con appositi bandi, l’acquisizione di mascherine in numero sufficiente per le scuole, gli ospedali, le forze dell’ordine e i centri di distribuzione a prezzo controllato.Di particolare importanza,ovviamente, il tracciamento dei tamponi e l’aumento delle postazioni di terapia intensiva cioè posti letto e personale formato per gestire le apparecchiature. ( Nella foto:aperitivo in piazza )

LA CHIAMAVANO “PASIONARIA AZZURRA”….ERA UNA GUERRIERA BRUZIA….

Quanto agli otto mesi alla guida del governo regionale c’è da sperare che qualcuno dei collaboratori con la lacrima facile al suo decesso, trovi il coraggio di raccontare in quale contesto,politico e umano e con quali e quante resistenze Jole Santelli  ha portato avanti il suo progetto di un nuovo assetto politico-istituzionale, rompendo  vecchi schemi e contrastando le miserabili camarille di puro potere, autoreferenziale e parassitario. Qualcuno dovrebbe rivelare i retroscena del travagliato insediamento del nuovo consiglio regionale, i ruoli da ricoprire, le postazioni da occupare, gli assessorati da assegnare, le presidenze di commissione e la vicenda di quel consigliere neo-eletto che voleva a tutti costi l’assessorato all’agricoltura e per il quale si è dovuta inventare una commissione ad hoc per tacitare lui e la parte politica che lo ha eletto.

LA SCOMPARSA DI JOLE SANTELLI…

Era una donna impegnata in politica ed è risaputo che per una donna esistono ostacoli e difficoltà che Jole Santelli ha sempre saputo affrontare con grinta e autorevolezza.
Ci mancherà e mancherà alla politica calabrese chiamata a sostituirla nel giro di 60 giorni.