Bisogna ora occupare gli spazi liberati dalla criminalità- spiega-Gratteri – e costruire nella legalità occasioni di crescita , di lavoro e di futuro per i giovani calabresi costretti a costruirsi una vita altrove. Forse Gratteri, da magistrato , fa una incursione nel campo della politica ma è anche vero che un’operazione antimafia così spettacolare, se non collocata in una prospettiva di liberazione della Calabria dalla mafia e dai suoi complici nel malaffare, rischierebbe soltanto di criminalizzare ulteriormente una regione e una comunità che già non gode di buona fama. Bisogna dare credito a Nicola Gratteri sulla base della sua competenza e della sua lunga esperienza che ne fanno uno degli esperti di mafia maggiormente considerati e apprezzati all’estero.( Nella foto il procuratore antimafia Nicola Gratteri )
Con la Banca Popolare di Bari , in mano da decenni a una dinastia familiare che ha occupato i vertici gestionali della banca, emergono particolari che lasciano allibiti. Una intercettazione “pirata” di una conversazione fra alti dirigenti della banca, rivela che tutti sapevano, che i bilanci delle filiali erano taroccati ma che non c’era da preoccuparsi perché interessi “ altissimi” da proteggere escludevano il verificarsi del commissariamento. Quanto in alto si dovrebbe andare per capire in testa a chi fossero gli interessi non è dato sapere ma, a quanto pare, salendo salendo, ci si imbatte in inspiegabili negligenze diegli uomini di Bankitalia.
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L’mpegno nel nome dei calabresi onesti«Ogni giorno i cittadini calabresi, oltre a dover lottare per vedere riconosciuti i loro diritti, assistono a inchieste e arresti che svelano quanto l’illegalità si sia radicata fino a farsi sistema nel cuore delle istituzioni. A questi cittadini dobbiamo delle risposte e proprio per loro ho deciso di lanciarmi nella missione di rivoluzionare la Regione».
E così i candidati diventano quattro con relativi sponsor. Occhiuto è sostenuto dalla Carfagna che è in “exit strategy” da Forza Italia con 30-40 parlamentari che non ne vogliono sapere di confluire nella Lega di Salvini dopo il congresso che terrà a battesimo la nuova Lega tutta salviniana. Jole Santelli è la candidata di Berlusconi il quale ha ceduto alle pressioni di Salvini il quale, non potendo indicare un suo candidato, trama per fare emergere Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, che da tempo intrattiene rapporti di sponsorizzazione con esponenti salviniani. L’ipotesi più accreditata è che la Carfagna, già delusa per esserle stato preferito Caldoro in Campania, approfitterà del “caso Occhiuto” per rompere con Berlusconi e lanciare nell’agone politico l’associazione “Voce Libera” cui ha dato vita in attesa di lasciare Forza Italia.Se così sarà Occhiuto dovrà vedersela con la Santelli , con Callipo, con Aiello e Tansi e quasi certamente con Oliverio che, alla fine,correrà in proprio fuori dal PD e contro il PD. Wanda Ferro abbiamo detto è stata già allertata e scalda i muscoli. ( Nella foto Mara Carfagna )
Ci sono i sindaci che hanno ottenuto finanziamenti e ai quali ne sono stati promessi altri.Ci sono i funzionari di partito o comunque esponenti del PD che sono entrati a frotte nelle “strutture” di supporto al consiglio e alla giunta con compensi “di lotta e di governo”, considerato il duplice ruolo di segretario di federazione o di circolo e di dipendente regionale senza obbligo di firma. Poi ci sono i “prenditori” di fondi europei e di finanziamenti regionali che , a stare sul mercato con le proprie gambe e capacità, non durerebbero un mese. (Nella foto Mario Oliverio )
Occhiuto ha cominciato la sua campagna elettorale prima dell’estate e ancora oggi rimane in campo, in attesa che il centrodestra dica una parola definitiva dopo avergli contrapposto la candidatura di Jole Santelli, vice-sindaco con Occhiuto al comune di Cosenza. Occhiuto ha gridato al “tradimento” nei confronti Santelli e si è posizionato come battitore libero , nel caso che non sia lui il candidato. (Nella foto Mario Occhiuto )
Pippo Callipo, candidandosi alla presidenza della giunta regionale, ha di che perdere e non da guadagnare, almeno nel senso di migliorare il suo status. Con le sue aziende sta sul mercato con successo,le sue maestranze beneficiano economicamente degli obiettivi raggiunti, potrebbe godersi la vita viaggiando per il mondo o continuando a coltivare la passione sportiva che ha dato vita a una squadra affermatasi a livello nazionale. ( Nella foto Pippo Callipo )
Ma c’è di più nelle carte processuali e nelle intercettazioni dei “pentiti” e cioè viene fuori che, ribaltatosi l’equilibrio fra le cosche vibonesi, la cosca vincente, per piegare Callipo a pagare il pizzo , dopo avere sparato alle porte delle sue aziende senza ottenere nulla, arriva a ipotizzare il rapimento del figlio che studia a Roma o ,in alternativa, spezzargli le gambe.Il “ pentito” Michienzi,dopo essersi accusato di intimidazione ai danni di Callipo,eseguita su indicazione di Domenico Bonavota per il tramite di Vincenzino Fruci, così si esprime in una intercettazione:”Questo qua (Callipo ndr) non si rivolge né niente….lui ai Mancuso li aiuta…potrebbe aiutare anche noi…per aiutare intendo ESTORSIONE va…!!”
(Nella foto Giuseppe Stalin segretario del PCUS)
Ma ,a voler dare a questo punto per irrinunciabile la candidatura da parte di Oliverio, al di là di tatticismi e bluff, la frantumazione del quadro politico a sinistra è di tutta evidenza. Si dovrà scegliere fra Callipo e Oliverio e c’è grande curiosità per le liste di Oliverio che dovrebbero esprimere sindaci, imprenditori, professionisti. Per i rovistatori dei cassonetti della politica taciuta e non esibita sarà un sollazzo mettere i nomi in relazione ai 5 anni di governo e di potere di Gerardo Mario Oliverio.
( Nella foto Nicola Zingaretti )
Mi accusano per una foto che ho fatto nel 2014 ad un convegno con Wanda Ferro. Conosco Wanda da moltissimo tempo, sono stato ad un convegno e ho detto quello che pensavo. Io non sono un politico, sono un imprenditore. Non capisco logiche politiche. Certo, in quell’occasione mi sono espresso a favore di Wanda Ferro. Ma si ricorda in quella competizione elettorale chi c’era dall’altro lato? Chi avrebbe vinto le elezioni se lei avesse perso?“. Certo, c’era Oliverio, che poi ha vinto e ha governato la Calabria per più di 5 anni: “Ecco, appunto. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Non è questione di destra o sinistra, io non capisco le logiche politiche. Se vinco le elezioni e governo, non farò politica, ma gestione. (Nella foto il simbolo di “Io resto in Calabria” col quale Callipo si presentò nel 2010 )
Sempre più giovani calabresi chiedono di non lasciare, per mancanza di opportunità di lavoro e di prospettive di futuro, la terra dove sono nati e cresciuti. Ho deciso quindi di ascoltare il mio cuore, il mio profondo desiderio di aiutare la mia terra perché da sempre coltivo il sogno di vederla cambiare, evolversi e dare opportunità a tutti. (Nella foto Pippo Callipo )
E qui comincia il dramma umano di Mario Oliverio, comunista della prima ora, cresciuto nella mistica del PCI ma ,nelle sue successive evoluzioni, passando agevolmente dalle lotte proletarie alle cravatte di Marinella , per quattro legislature deputato concluse le quali si è candidato alla guida dell’amministrazione provinciale di Cosenza doppiando il mandato. Oggi Oliverio può vantare un trattamento pensionistico, al di là dell’ attuale indennità di carica, pari a quello dei boiardi di Stato.Almeno così si racconta senza che siano mai intervenute rettifiche o smentite. (Nella foto Mario Oliverio )