Il ministro di suo ci ha messo un querulo sussulto governativo affermando, nel corso del sopralluogo di fronte all’opera eseguita :” In Calabria lo Stato c’è! “.Espressione quanto mai infelice, se incardinata alla “più grande aula bunker del Meridione”, poiché attesta specularmente che la criminalità ,nello specifico quella mafiosa, ha accresciuto la sua influenza,la sua presenza e la sua attività criminosa.Lo Stato semmai c’è perché Gratteri , la sua squadra di giovani magistrati, la Guardia di Finanza, i Carabinieri, la Polizia stanno combattendo una battaglia dura e difficile lasciando ad altri le ambigue processioni e le fiaccolate antimafia con in testa i politici che praticano l’antimafia con il rischio e la vita degli altri.( Nella foto l’aula bunker )
Lasciando da parte stile, oratoria e lessico, soffermiamoci su alcuni interventi di cui ci siamo imposti di non rivelare il nome ma che impietosamente CAMTELE3 ha mandato in onda per tre giorni. L’impressione prevalente che si ha, nella sequenza degli interventi manifestamente omissivi, è come se a parlare siano parlamentari che con i disastri della Calabria non hanno nulla a che fare, come se fossero testimoni incolpevoli di un dramma che non li riguarda .
Undici anni di gestione commissariale consociativa con una spesa sanitaria generosa quanto dissipatrice, bilanci non presentati, voragini di passività, doppie fatturazioni ,ospedali chiusi, medici e infermieri non sostituiti, emigrazione negli ospedali del nord con un costo per le casse regionali di oltre 300 milioni di euro, spesa sanitaria pro-capite meno della metà rispetto al centro-nord. Non abbiamo sentito nulla nemmeno la spiegazione che la gestione commissariale si è resa necessaria per il debito accumulato proveniente dalla gestione “politica” degli assessori regionali che la rendicontazione della spesa la facevano a voce.
C’è stato un consigliere regionale che si è particolarmente indignato sollecitando punizioni esemplari per chi ha abusato o,peggio ancora, millantato lavoro non svolto. L’ASP di Cosenza con un suo comunicato ha affermato che è tutto in regola, la delibera di spesa è legittima, la legge è stata rispettata.Dovremmo stare tranquilli e invece no, perché se c’è addirittura una legge che prevede e autorizza prestazioni di lavoro “straordinario” in situazioni oggettivamente “ordinarie”, vuol dire che da qualche parte c’è il trucco: nella legge stessa o nelle prestazioni di lavoro straordinario. (Nella foto Simonetta Cinzia Bettelini commissario all’ASP di Cosenza)
” In 140 per una Calabria aperta”
Il consenso di cui la destra gode si basa sull’astensione
della maggioranza, il 56%, dell’elettorato calabrese.
Signi ca che più di metà della popolazione della regione è
priva di rappresentanza e non l’ha trovata nell’offerta
politica delle regionali dello scorso gennaio. Anche di
questo elettorato fa parte quella società vitale che non
sale mai alla ribalta dei media: donne e uomini che
lavorano, in ogni campo e ad ogni livello, fuori da
condizionamenti criminali e da pressioni indebite,
amministratori e amministratrici innovativi,
imprenditori e imprenditrici che aprono nuove strade,
associazioni di volontari che suppliscono le carenze del
welfare, esperienze di cittadinanza attiva, pratiche di
politica autorganizzata, comunità di accoglienza dei e
delle migranti, reti di produzione e circolazione culturale
dentro e fuori le istituzioni scolastiche e universitarie,
reti di connessione fra calabresi residenti e calabresi
della “diaspora”.
Questa estate alcuni illustri medici, professori universitari, che non hanno però competenza specifica nella diffusione dei virus, hanno affermato che il Covid era clinicamente morto invitando i cittadini a muoversi liberamente. Poi si è sostenuto che la seconda ondata non era come la prima o che si moriva con il Covid ma non per il Covid, quando è stato dimostrato che rispetto al numero medio dei morti negli anni precedenti c’è stato un forte aumento sia nella prima che nella seconda ondata.
In Italia il 15 ottobre i morti per il Covid sono risultati 36.372, il 6 dicembre sono pari a 60.078. In Calabria il 15 ottobre erano 104, oggi 343. Una strage.
di Vincenzo Gallo
In Italia ieri sono stati registrati circa 1000 morti, in Calabria dal 15 ottobre sono decedute oltre 200 persone, altre ne moriranno.
Il primo obiettivo della classe dirigente dovrebbe essere quello di salvare vite umane, e quindi di ridurre i contagi, aumentare posti letto e tamponi, evitare assembramenti soprattutto in luoghi chiusi.
di Vincenzo Gallo
Bisogna partire dal presupposto che se il virus colpisce indiscriminatamente senza risparmiare nessuno- democraticamente dice spiritosamente qualcuno-è anche vero che economicamente non colpisce tutti allo stesso modo.Se uno dispone- per esempio- di 100 mila euro accantonati in banca ha certamente diritto di essere curato e guarito ma,forse, non rientra fra i poveri e gli indigenti né vi può rientrare chi è titolare di seconde case, immobili,barche, macchine di lusso e rendite di posizione. Tutt’al più si può riconoscere a questi soggetti una agevolazione nel pagamento di tasse e tributi , rateizzando o comunque spostando il saldo a pandemia finita e a “ripresa” incominciata.
(nella foto assembramento allo shopping del venerdi)
Fonte: Calabria.live
Per la Camera dei deputati la regione Calabria, con una popolazione di 1.959.050 abitanti al censimento del 2011 e 404 comuni alla data della relazione, è inclusa in un’unica circoscrizione elettorale che comprende la Città Metropolitana di Reggio Calabria e le province di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. La legge n. 51/2019, applicata secondo le modifiche introdotte dalla legge di riforma costituzionale n. 1/2020, assegna alla circoscrizione 5 collegi uninominali e 8 seggi plurinominali per la Camera dei deputati, per un totale di 13 seggi. Per il Senato della Repubblica le disposizioni di legge richiamate assegnano alla regione 2 collegi uninominali e 4 seggi plurinominali per un totale di 6 seggi.
Altro aspetto drammatico, il divario scolastico e formativo, già evidente nei servizi per l’infanzia: «I posti autorizzati per asili nido rispetto alla popolazione sono il 13,5% nel Mezzogiorno ed il 32% nel resto del paese. La spesa pro capite dei Comuni per i servizi socioeducativi per bambini da 0 a 2 anni è pari a 1.468 euro nelle regioni del Centro, a 1. 255 euro nel Nord-Est per poi crollare ad appena 277 euro nel Sud. Nel Centro-Nord, nell’anno scolastico 2017-18, è stato garantito il tempo pieno al 46,1% dei bambini, con valori che raggiungono il 50,6% in Piemonte e Lombardia. Nel Mezzogiorno in media solo al 16%, in Sicilia la percentuale scende ad appena il 7,4%».«Infine – si legge nel Rapporto – il Sud presenta tassi di abbandono assai più elevati: nel 2019, ultimo anno per cui sono disponibili i dati, gli early leavers meridionali erano il 18,2% a fronte del 10,6% delle regioni del Centro-Nord. In cifra fissa si tratta di 290mila giovani. Valori più elevati si registrano nel Mezzogiorno sia per i maschi (21% a fronte del 13,7% del Centro-Nord) sia per le femmine (16,5% a fronte del 9,6% del Centro-Nord)». ( Nella foto Luca Bianchi-Direttore Svimez )
per gli ospedali di
Catanzaro (170 milioni più 40)
Cosenza (375 milioni più altri 45)
Reggio Calabria (180 milioni)
Crotone (25 milioni)
Lamezia Terme (20 milioni).
per ammodernamento tecnologico (86 milioni)
per edilizia sanitaria e sociale (300 milioni)
per 6 case della saluta (49 milioni)
al “Mater Domini” di Catanzaro per adeguamento impiantistica (25 milioni)
per 3 grandi presidi ospedalieri
Sibaritide (143 milioni)
Palmi (150 milioni)
Vibo (143 milioni)
SE BOCCIA DICE AI CALABRESI: “NON VI LASCEREMO SOLI ! “
All’inizio sembrava una cosa seria, un riconoscimento, a livello di governo nazionale, del momento difficile che sta vivendo la Calabria. Tenere la conferenza Stato-Regioni, sia pure “a remoto”, dalla cittadella regionale era un atto simbolico che poteva avere anche un significato risarcitorio in termini di immagine.
Ma quando l’elicottero ,che portava lui e il responsabile della Protezione Civile, è atterrato a Cosenza in prossimità all’ospedale da campo messo su dall’Esercito, si è capito che il copione era quello dei terremoti e delle alluvioni :” Lo Stato c’è, non vi lasceremo soli “ dirà poi il ministro Boccia a Crotone di fronte ai danni e al fango lasciato dal nubifragio che ha sconvolto il crotonese, mettendo insieme la devastazione della sanità e quella provocata dalla bomba d’acqua.
Sono parole che gli italiani conoscono bene e che le popolazioni colpite dal terremoto negli ultimi anni hanno memorizzato nella carne e nell’animo. Il che non vuol dire che il ministro non fosse sincero…. (Nella foto Crotone allagata )
Sapeva della fragilità del nostro servizio sanitario e non esitò a lanciare l’allarme, la notte dell’assalto dei treni diretti al sud, che in Calabria si rischiava una “carneficina”.Con questa consapevolezza aveva chiesto a Conte di mettere fine alla gestione commissariale e di dotare la Calabria delle strutture, dei dispositivi e del personale occorrente.Risulta che aveva chiesto l’attivazione di quattrocento posti letto, quelli mancanti di terapia intensiva e l’assunzione di medici e infermieri.Quel che ne è stato lo abbiamo appreso da impietose trasmissioni televisive sulla gestione commissariale.Non è una forzatura affermare che Jole Santelli ha avviato in pochi mesi quello che i suoi predecessori non hanno fatto in decenni. Ora siamo finiti in mano a Spirlì ed è troppo facile cogliere la differenza. ( Nella foto il senatore 5Stelle Nicola Morra)