Il problema da affrontare, con tutte le cautele del caso, è come separare la protesta eversiva e criminogena dalla protesta civile e non violenta, pienamente legittima, di quelle frange che si sentono, nella loro attività, particolarmente danneggiate dalle misure restrittive del governo. Nell’immaginario collettivo merita di rimanere impressa la scena, in piazza Duomo a Milano, della protesta dei lavoratori del mondo dello spettacolo con quei 500 bauli geometricamente allineati e, una volta aperti, simbolicamente vuoti a testimoniare la crisi del settore in tutte le sue articolazioni.
Questa umanità afflitta da una ricerca continua di affermazione sociale non desta simpatia in condizioni normali perché si rivela rumorosa e un po’ sguaiata nell’agiatezza che ostenta, figurarsi quali considerazioni smuove nel momento in cui in virtù della sua agiatezza, reale o fittizia che sia, si esibisce nella rappresentazione di una diversità che offende il sentimento diffuso e prevalente di un Paese alle prese con una pandemia che fa oltre 20 mila contagi al giorno, satura gli ospedali, impegna allo stremo medici e infermieri insufficienti a fronteggiare la situazione , mette in ginocchio l’economia e le famiglie che perdono il lavoro e non si ha alcuna certezza sulla uscita dall’incubo e la fine della paura.
L’amore che Muccino dichiara di aver provato durante le riprese “girando” col cuore, in una sorta di simbiosi con l’amore di Jole Santelli per la sua terra, non è in discussione ma non lo assolve dagli stereotipi con cui ha inzavorrato il cortometraggio e che rimandano a sequenze di film già visti e prevalentemente ambientati in Sicilia.Veramente originale la tesi che i fonemi e le inflessioni di alcune comparse nulla tolgono all’emotività delle immagini.E meno male che Jole Santelli voleva una immagine della Calabria più autentica e più rispondente alla cultura e al sentimento di un popolo, senza voler occultare gli aspetti negativi che pure ci sono.
Il cortometraggio di Muccino,insomma, non ci esprime e non ci rappresenta al netto delle melensaggini che Bova e la Rocio dispensano nel loro girovagare fra mare e monti.Qualcuno avrebbe dovuto spiegare a Muccino che i calabresi con le “coppole” hanno un rapporto critico e il fatto che Muccino sia solito portarla non lo assolve per averne fatto un elemento identitario. ( Nella foto l’opera monumentale di Salvador Dalì “San Giorgio e il drago ” Museo all’Aperto di Cosenza )
E a chi critica “l’asinello che passa”, il regista risponde che “l”asinello c’era veramente, e io l’ho filmato. Criticano l’uso della coppola perché anacronistico? Io dico ce ad esempio io ce l’ho, la uso. Gli abiti dello spot sono per metà di uno dei più grandi stilisti al mondo. Si parla di cose di cui non si sa, solo perché si vuole attaccare questo cortometraggio”, aggiunge Muccino.
C’è un problema da affrontare che condiziona tutti gli altri e cioè la partecipazione al voto.In Calabria la partecipazione è andata sempre più abbassandosi facendo registrare , col referendum del 20 settembre sul taglio dei parlamentari, il tasso più basso di partecipazione e circa l’80 per cento a favore del taglio.Ora deve essere chiaro, a chi non ha ancora capito come funziona in democrazia il meccanismo elettorale vigente, che se va a votare il 35-40 per cento degli aventi diritto e il rimanente 60-65 per cento se ne sta a casa a guardare, vincerà la partitocrazia con i suoi candidati in carriera e l’apparato di potere e di relazioni di cui dispongono.
Sta di fatto che la pandemia ha squilibrato ulteriormente il rapporto delle regioni con il governo centrale con un trasferimento di maggiori poteri che vengono esercitati rovinosamente come è dato constatare. Non si può mettere la sanità in mano a manager nominati per appartenenza politica né può essere ridotta a serbatoio elettorale. I bilanci passivi sono lì a dimostrare le loro capacità. In Calabria soltanto le due ASP di Reggio e di Cosenza hanno accumulato un disavanzo prossimo al miliardo di euro per ognuna mentre l’attuale gestione commissariale porta oltre 200 milioni di disavanzo.
Inutili e comunque non ascoltati gli ammonimenti che il virus restava attivo e che con l’autunno ci sarebbe stata la seconda ondata, sulla cui ampiezza e portata non potevano esserci certezze ma rispetto alla quale bisognava prepararsi e attrezzarsi.Il governo si impegnava a mettere a disposizione risorse e dispositivi e lasciava alle regioni l’incombenza e la responsabilità di predisporre quanto necessitava e cioè strutture riservate ai contagiati Covid con un aumento dei postiletto proporzionato alla popolazione e ai possibili indici di contagio, con assunzione del personale necessario con appositi bandi, l’acquisizione di mascherine in numero sufficiente per le scuole, gli ospedali, le forze dell’ordine e i centri di distribuzione a prezzo controllato.Di particolare importanza,ovviamente, il tracciamento dei tamponi e l’aumento delle postazioni di terapia intensiva cioè posti letto e personale formato per gestire le apparecchiature. ( Nella foto:aperitivo in piazza )
Quanto agli otto mesi alla guida del governo regionale c’è da sperare che qualcuno dei collaboratori con la lacrima facile al suo decesso, trovi il coraggio di raccontare in quale contesto,politico e umano e con quali e quante resistenze Jole Santelli ha portato avanti il suo progetto di un nuovo assetto politico-istituzionale, rompendo vecchi schemi e contrastando le miserabili camarille di puro potere, autoreferenziale e parassitario. Qualcuno dovrebbe rivelare i retroscena del travagliato insediamento del nuovo consiglio regionale, i ruoli da ricoprire, le postazioni da occupare, gli assessorati da assegnare, le presidenze di commissione e la vicenda di quel consigliere neo-eletto che voleva a tutti costi l’assessorato all’agricoltura e per il quale si è dovuta inventare una commissione ad hoc per tacitare lui e la parte politica che lo ha eletto.
Era una donna impegnata in politica ed è risaputo che per una donna esistono ostacoli e difficoltà che Jole Santelli ha sempre saputo affrontare con grinta e autorevolezza.
Ci mancherà e mancherà alla politica calabrese chiamata a sostituirla nel giro di 60 giorni.
Rimasto senza volti nuovi e idee, il Movimento Cinque Stelle non ha più nulla da proporre mentre a livello nazionale risulta schiacciato fra i dem relativamente rinvigoriti e l’andreottismo di Giuseppe Conte. ( Nella foto Luigi Di Maio )
LA TRASMISSIONE SULLA STORIA DI COSENZA ANDATA IN ONDA LUNEDI 12 SUL CANALE 54 DI RAI-STORIA ALLE 21.10 PUO’ ESSERE RIVISTA SU RAIPLAY.
COSENZA OGGI PER LA SUA IMPORTANZA LA RIPROPONE NELLA SEZIONE VIDEO
Il generale,prima di andar via, ha il dovere politico e morale di dire ai calabresi,tramite gli organismi di legge, dove ha trovato il marcio e a quali interessi porta il marcio nella sanità calabrese. In basso e in alto.Il generale lascia intendere che ha anche i nomi dei signori della sanità calabrese che tirano le fila del debito accumulato, dei bilanci passivi delle ASL, delle consulenze,dei contenziosi legali, della costosa migrazione dei calabresi negli ospedali del nord . (Nella foto Saverio Cotticelli)