Viene difficile pensare che, a cominciare dai proprietari dei terreni inquinati, a nessuno sia venuto il sospetto che la schiuma galleggiante sulle acque del Mucone potesse avere origini dolose ed effetti inquinanti. Risulta,invece, che non sono mancate le segnalazioni e le denunce che,però, sarebbero cadute nel vuoto.Ora sarà la magistratura a individuare le responsabilità, le complicità e le omissioni affidandone il compito a carabinieri,polizia giudiziaria e guardia di finanza.( Nella foto l’inquinamento di un fiume )
Ma anche questa volta si è tentato di far scivolare tutto nel silenzio. Scarsi accenni sulla stampa nazionale, impegnata col Festival di Sanremo. Ancòra più scarse reazioni dal mondo politico, impegnato a litigare. Eppure l’Eurispes ha più o meno confermato ciò che pure la Svimez aveva solo qualche mese fa denunciato. E in base agli stessi dati governativi dei Conti pubblici territoriali, non a piagnonismo meridionale. E cioè i 61 miliardi all’anno sottratti al Sud dal 2009, da quando si sarebbe dovuto riequilibrare la spesa pubblica che favorisce il Nord. ( Nella foto: pagina del Corriere della Sera del 1972 )
Sia come sia, avremmo una supplica, si una supplica laica, da rivolgere a Jole Santelli e cioè di conferire alla Lega di Matteo Salvini la delega alla Sanità e alla ZES (Zona Economica Speciale).Confidando che il ministro Speranza metta fine al più presto alla ulteriore, inutile quanto ingombrante presenza del commissario Cotticelli ,avremmo tutti da imparare come si gestisce la sanità in versione leghista, alla Zaia e alla Fontana insomma. ( Nella foto scena di un pronto soccorso )
– una famiglia dove entrambi i genitori avevano una grave malattia con due bambini che vivevano in una casa umidissima con infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto di una casa limitrofa abbandonata, i cui proprietari erano diversi e all’estero e non erano rintracciabili. Ricordo che su un muro della stanza da letto scorreva acqua e l’armadio era completamente deformato per l’umidità; ( Nella foto il centro storico )
Quel che si svolge in Calabria, in realtà, è un circolo vizioso tra una società civile frantumata e scarsamente indipendente sul piano sociale – per via della ristretta base produttiva e le rare opportunità di lavoro – che avanza ai poteri pubblici domande di piccolo cabotaggio, e un ceto politico che risponde con una politica di breve respiro, di piccoli traffici, gestione personale del potere, senza visione e progetto.
E’ da ritenere che i due, accompagnati da una ristrettissima cerchia di feudatari, abbiano parlato del risultato elettorale, del consiglio regionale e, soprattutto,della formazione della giunta. Se poi si voleva accennare a una scala delle priorità da affrontare, una volta varata la giunta, non c’era che da scegliere da dove cominciare.I gaudenti portavoce della comitiva politica,invece, si sono premurati di far sapere che la cena è stata a base di pesce, che i toni sono stati pacati e cordiali e che non si è assolutamente parlato di politica,meno che mai di assessorati e di priorità delle cose da fare.E’ stata,a quanto pare, una cena “british” all’insegna delle buone maniere e dei protocolli diplomatici. ( Nella foto: il borgo della Chianalea a Scilla)
E’ scontato che dietro il silenzio ufficiale , con i media compiacenti a non disturbare, la trattativa è cominciata e ferve.Le tarantelle e le bevute all’hotel di Lamezia, la notte dei risultati, sono già un ricordo lontano. Come direbbe Umberto Bossi, si tratta di “trovare la quadra”. Uno schema di partenza che viene accreditato vedrebbe la Lega e Fratelli d’Italia posizionati….( Nella foto Jole Santelli )
E’ legittimo pensare che quel 44% è composto da tutto ciò che ruota intorno alla politica e a chi la rappresenta ( casta e filiazioni ai vari livelli) e che dalla politica può trarre diretti vantaggi, economici, professionali, di carriera e quel “traffico di influenze” che la cronaca giudiziaria ci rivela quotidianamente. Se poi dovesse trovare conferma l’affermazione del procuratore Gratteri che la mafia orienta il 20 per cento del corpo elettorale, la conclusione da trarre è ineludibile. Ma volendo prescindere dall’allarme lanciato da Gratteri, si determina comunque un blocco sociale che elegge al suo interno, di volta in volta, la rappresentanza nelle istituzioni di governo.
( Nella foto l’aula del consiglio regionale)
Continuerò a lottare finché avrò vita
Il popolo calabrese si è espresso e la volontà popolare va rispettata, sempre e comunque. Il dato dell’astensionismo deve indurre a una riflessione profonda perché rappresenta una sconfitta di tutti, un pessimo segnale per la democrazia. Non siamo riusciti a smuovere i troppi calabresi delusi da decenni di cattiva politica, ma abbiamo riacceso la speranza in 245mila calabresi che vorrei ringraziare uno ad uno, come ringrazio chi mi ha affiancato in questa battaglia, dai candidati a chi non ha mai fatto mancare il suo sostegno anche al di fuori delle liste.
Sono abituato ad assumermi la responsabilità delle mie scelte e lo faccio anche di fronte alla sconfitta. Lo faccio a testa alta, perché nessuno può negare che, dopo una vita di lavoro, abbia fatto un sacrificio senza stare lì a fare tanti calcoli. Avevo tutto da perdere ma mi sono comunque messo al servizio della Calabria. Abbiamo detto no ai portatori di pacchetti di voti e sapevamo che ciò avrebbe prodotto delle conseguenze, ma siamo orgogliosi di aver rifiutato determinate logiche. Non era mai successo.
Ovviamente c’è amarezza per il risultato, ma chi spera che io lasci il campo libero può rassegnarsi: non finisce qui. Faremo opposizione seria e costruttiva, saremo comunque vigili sull’operato del nuovo governo regionale. Non arretreremo di un millimetro e non daremo tregua ai potentati che opprimono la Calabria. Abbiamo fatto una battaglia di legalità, di dignità e di libertà e continueremo a portarla avanti non solo nel Consiglio regionale ma anche nella società, sui territori, tra la gente.
Continuerò a lottare finché avrò vita affinché i giovani calabresi abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità dei loro coetanei di altre regioni. Non mi rassegno: una Calabria diversa, pulita, non più suddita della vecchia politica, è ancora possibile.
Pippo Callipo
Gli eletti nella circoscrizione nord della Calabria / Provincia di Cosenza
Jole Santelli Lega : Molinaro (5.613) Forza Italia : Gallo (12.053) – De Caprio (3.782)
Jole Santelli Presidente : Caputo Luigi (5.775)
Giorgia Meloni : Morrone Luca (8.110)
Unione di Centro : Graziano Giuseppe (4.877).
Il più votato è stato Gianluca Gallo con 12.053 preferenze, seguito da Luca Morrone con 8.110.
Non è stato invece eletto nella lista Casa delle Libertà Giuseppe Gentile, nonostante sia stato uno dei più votati con 7.821 preferenze.
Pippo Callipo PD: Bevacqua (7521) – Guccione (6263) Io resto in Calabria : Di Natale (4752)
Democratici e Progressisti : Aieta (7454).
I più votati sono stati Bevacqua (7.521), Aieta (7.454) e Guccione (6.263).
Fonte : Sito Ministero dell’Interno
https://elezioni.interno.gov.it/regionali/scrutini/20200126/scrutiniRI183010250000
Ci sono “ padri politici” che passano ai figli il testimone, ci sono burocrati di varia estrazione che si sono guadagnati una candidatura servendo con zelo e complicità la politica delle clientele e dei comparaggi.Ci sono esponenti delle varie professioni che, per i servizi resi e le prebende ricevute, debbono dare il loro contributo candidandosi in proprio o ricorrendo a un candidato che li esprime.Interi nuclei familiari vengono chiamati a dimostrare riconoscenza per qualche favore ricevuto.
Il voto di opinione, là dove esiste, risulta minoritario rispetto al formicaio del “porta a porta”, del fac-simile e del “santino”.La politica non c’è ,è una simulazione, affidata a slogan improbabili in calce ai manifesti murali. Insomma se vota meno del 50 per cento degli aventi diritto in Calabria vincono gli uomini delle clientele e dei comparaggi, i mestieranti e i carrieristi e soprattutto i marpioni di ieri e di oggi.( Nella foto Antonio Albanese nei panni di Cetto Laqualunque)
Ma se per i candidati consiglieri la conoscenza del loro livello politico è sotto il minimo sindacale non è così,per fortuna,per i candidati alla presidenza della giunta. Nel complesso hanno fornito e vanno precisando l’idea o visione che hanno del quadro regionale nei suoi assetti politici, amministrativi e istituzionali.Indicano una scala di priorità delle emergenze da affrontare e con quali cambiamenti di metodo e di organizzazione operativa.
Ma bisogna avere il senso della realtà, delle forze in campo, delle dinamiche possibili nella partecipazione al voto.Non bisogna dimenticare che nelle regionali del 2014 oltre il 50 per cento degli elettori è rimasta a casa. E’ questa l’incognita da cui dipende il risultato. (Nella foto Pippo Callipo )