Nel Paese con un parlamento che ha visto oltre duecento eletti cambiare casacca e appartenenza senza pagare pegno perché mai Renzi e la Boschi,governanti dello stesso Paese,avrebbero dovuto rispettare l’impegno preso per guadagnare consensi alle ragioni del SI. ……………..
E’ a costoro che si è rivolto Matteo Renzo per vincere il referendum, promettendo soldi e investimenti,senza chiedersi del prestigio e dell’effettivo credito politico di cui ritengono di godere……
Presto sapremo con quali criteri sono state fatte alcune nomine, a cominciare dal fratello di Marra promosso a capo dei vigili urbani e da qual tale Romeo cui è stato triplicato lo stipendio che aveva prima della Raggi e che ha invocato la storia come giudice supremo del suo talento. Se la Murano aveva rapporti stretti con i titolari delle costosissime discariche romane, Salvatore Marra era,a quanto pare,intrecciatissimo con gli immobiliaristi romani…………………….
Tuttavia sarebbe miope non vedere nell’arresto caricaturale dei “forconi” il segno dei tempi e cioè la ricerca dello scontro frontale con la politica e con chi la rappresenta.Cavalcare i populismi, parlare alla”pancia” del Paese comporta dei rischi che è da irresponsabili sottovalutare,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Se, a crisi risolta, si scrive e si afferma che la soluzione della crisi è una beffa perché Renzi è più potente di prima e tutti gli altri,in termini di maggior potere,sono stati promossi, a cominciare dalla Boschi, lo si deve al fatto che non c’erano alternative. Il PD si è ricompattato con tutte le sue correnti intorno a Renzi che ha ringraziato del sostegno ridistribuendo i ministeri secondo accordi e fedeltà.Ha lasciato fuori la sinistra interna,quella di Bersani,D’Alema e Speranza ……………………
A ben riflettere l’unico interessato ad andare subito o al più presto possibile al voto è Matteo Renzi., lo sconfitto della consultazione referendaria,il quale sa che ,se rivincita ci può essere, è incardinata a quel 41 per cento di consensi alla riforma costituzionale………………………….
Del resto Renzi è di fronte alla sua prima seria sconfitta se non si tiene conto delle primarie in cui fu battuto da Bersani. Come pure vanno interpretate le parole pronunciate, nell’immediatezza della sconfitta, dai suoi più stretti collaboratori e cioè l’intenzione di “ripartire” da quel 41 per cento………
Il quadro che ne viene fuori è un PD che non trova ascolto e credibilità nell’elettorato calabrese a meno che Oliverio,Adamo,Magorno e i renziani dell’ultima ora non abbiano fatto il doppio gioco,recitando in pubblico la parte dei renziani per il si e dando indicazioni per votare NO nel segreto dell’urna………….
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