Per contro la campagna elettorale avviata in Calabria e controllata da Roma è del tutto silente sulla posta in gioco e si snoda nella stucchevole contrapposizione centrodestra-centrosinistra a fronte di migrazioni elettorali e salti della quaglia da uno schieramento all’altro. Si briga e ci si lancia contumelie per accordi falliti, alleanze negate, in una competizione del tutto surreale fra le nomenclature di partito nella consapevolezza che non si potrà andare oltre la conquista dei seggi riservati in consiglio all’opposizione. Dove la confusione regna sovrana è nel PD che , sordo ad ogni istanza di rinnovamento, ostaggio delle “statue di sale” e delle maschere della vecchia politica, perde pezzi della propria rappresentanza e della propria storia ignorando le sollecitazioni ad aprire il partito a nuove energie, nuove passioni,nuove militanze e tanta aria nuova.(Nella foto Amalia Bruni e Luigi De Magistris )
Ora ci provano con Amalia Bruni, personalità di primissimo piano,ricercatrice di successo,responsabile del centro di neurogenetica di Lamezia Terme che ha dovuto salvare dalla chiusura perché la regione non aveva provveduto a stanziare il contributo di 500 mila euro, una cifra da ridere a fronte delle spese di rappresentanza e dei benefit di cui godono i consiglieri regionali. Amalia Bruni è donna di scienza, impegnata nel sociale e determinata nelle sue scelte. Danno per scontata la sua candidatura ma lei ancora non ha risposto, ha chiesto tempo, si sta consigliando al di fuori del serraglio dei partiti e dei loro mestatori.
(Nella foto Amalia Bruni)
Se per l’attività imprenditoriale può valere il fatturato e la presenza sul mercato per la carica dell’Unicef è legittimo ipotizzare che vi concorrano retrostanti e autorevoli accreditamenti politici unitamente alla benedizione di santa romana madre chiesa che non disdegna di mettere le mani, a parte la tutela dei bambini, nelle vicende terrene contaminate dalla politica.
C’è poi la benedizione laica data alla candidatura di Maria Antonietta da Michele Emiliano, governatore della Puglia che ha già assicurato che verrà in Calabria a tenere comizi a sostegno della candidatura dell’imprenditrice delle strade ferrate.Se si aggiunge che Francesco Boccia, responsabile PD per i rapporti con le regioni e rappresentante della corrente di Emiliano nell’articolazione feudale del potere PD, ci si rende conto che la candidatura non nasce a Paola o a Catanzaro ma a Bisceglie (Barletta), dove pare che la Ventura e Boccia abbiano in comune il luogo di nascita. (Nella foto Maria Antonietta Ventura )
Anche perché Ciconte non ha un disegno accademico del potere e al quotidiano “Domani” lo immortala così in Calabria…«Una commistione tra politica, settori dell’economia, pezzi di massoneria e di ‘ndrangheta, che sta condizionando da anni la vita e il futuro di questa regione. Ci sono anche pezzi importanti di società civile legati all’intervento pubblico, quindi alla politica. Penso ad ingegneri, architetti, avvocati, medici, legati al potere politico in modo non trasparente. Ecco perché un nome non basta, tu devi proporre una alternativa, devi scomporre questo sistema di interessi e riaggregare le forze sane attorno ad un progetto di futuro. Cambiando subito l’immagine e la narrazione della Calabria. È tutto mafia, è tutto ‘nduja, peperoncini, sole e mare. No n è così. La Calabria è cambiata, non sono cambiate le classi politiche dirigenti. La Calabria non conta un tubo in Italia perché ha una classe politica screditata.
(Nella foto Enzo Ciconte)
Di tutto questo “Lord Oliverio” non fa cenno nella sua britannica eleganza così come non fa cenno alle ritorsioni, agli sgambetti, ai boicottagi che Tanzi dovette fronteggiare per portare avanti il suo programma di bonifica e di rilancio del ruolo della Protezione Civile. Gli veniva persino negato il materiale d’ufficio e nemmeno la richiesta di una scrivania venne soddisfatta.La verità è che Lord Oliverio, come Nicola Irto, si schierò dalla parte di coloro che Tansi combatteva acconsentendo alla fine al disegno di farlo fuori. Al suo posto Jole Santelli si trovò ad ereditare il potentissimo dirigente Pallaria, quello passato alla storia perché,in piena pandemia da coronavirus, richiesto dei ventilatori polmonari per salvare vite umane, rispose candidamente che lui di ventilatori polmonari non sapeva nulla e che conosceva appena quelli per difendersi dal caldo.( Nella foto Mario Oliverio )
Ma se De Magistris decidesse di mantenere la sua candidatura autonoma dai partiti in nome di quella rivoluzione che tale può essere soltanto se orientata a chiudere con la vecchia politica, la partitocrazia consociativa, i feudatari di partito, autoreferenziali e comunque sempre governativi, deve dire cosa farà una volta eletto. Perché, in maggioranza o all’opposizione, destra o sinistra, soprattutto in Calabria, il potere logora chi non ce l’ha e questo spiega la ineludibile denuncia di Nicola Irto quando afferma che pezzi del suo partito hanno intese sottobanco con pezzi del centrodestra. De Magistris,per essere credibile, a parte gli accordi su Napoli, deve spiegare la sua rivoluzione alla casalinga di Voghera che in Calabria diventa la casalinga di Taurianova o di Soveria Mannelli.Non c’è rivoluzione possibile se non si convince quel 50 e passa per cento di elettorato che rimane a casa e non va a votare…( Nella foto Luigi De Magistris )
In verità Matteo Salvini ha fatto pipì controvento, autorizzando l’annuncio della candidatura di Spirlì, perché non aveva messo in conto la reazione di Berlusconi. Per due ragioni di tutta evidenza.La prima è che la scomparsa di Jole Santelli non poteva comportare la perdita della presidenza a suo tempo concordata in favore di Forza Italia e che ha avuto come contropartita candidature, regolarmente incassate da Lega e Fratelli d’Italia, in altre regioni. La seconda ragione sta nell’aver lanciato la candidatura di Spirlì mentre Salvini proponeva a Forza Italia la federazione con la Lega, proposta da molti interpretata in Forza Italia come un tentativo di una vera e propria annessione mentre in Fratelli d’Italia veniva interpretato come espediente, s5tudiato a tavolino, per impedire quel sorpasso tanto temuto che sposterebbe in favore di Giorgia Meloni la premiership del centrodestra in un eventuale governo di centrodestra.
Presentazione ufficiale e conferenza
stampa
Anna Falcone
Luigi De Magistris
Caro Enrico,
anzi scusa… caro Segretario del Pd, non sbagliare in Calabria. Almeno tu non cadere dentro asfittiche discussioni dall’epilogo scontato.
Il centrosinistra, quel che resta del centrosinistra calabrese, sta andando a schiantarsi contro un muro.
Le prossime competizioni rischiano di servire solo agli attuali gruppi dirigenti. Per confermare qualche consigliere regionale, per legittimare qualche commissario extra regionale alle prossime elezioni nazionali, per alimentare scontri tra bande. E, intanto, nessuna parola sulla Calabria. Nessuna prospettiva politica. Nessuna attualizzazione del momento storico.
Nel Paese c’è la pandemia. E a Roma governate addirittura insieme a Salvini. Meglio, la Lega ha deciso di governare insieme a voi. Siete distanti anni luce. Eppure nell’interesse collettivo state insieme per costruire le condizioni per tornare alla normalità. E decidete collegialmente le scelte strategiche e la destinazione delle ingenti risorse nazionali che verranno spese in Italia.
In Calabria invece è come se non ci fosse l’emergenza. Tutti si candidano. Tutti mettono veti. Tutti si comportano come se niente fosse accaduto. Tutti danno per scontato che ci si deve per forza dividere anche a queste storiche elezioni.
Franco Bruno
Presidente associazione culturale NeoMedi ed ex Senatore della Repubblica.
Sappiamo, come tutti gli italiani, che nella sanità privata si muovono tanti soldi, e talvolta in maniera illegale, criminale.
E dunque fa bene il Governo a mandare gente che indaghi e colpisca duro.-
Ma perché mettere un poliziotto, un generale dell’arma o della GDF a governare il servizio sanitario? Perché deve scovare i criminali, ovvio.
Ma questo lo fanno le Questure e le Procure, non deve farlo il Commissario alla Sanità o la politica.
di Enzo Paolini
Legittimo chiedersi a questo punto se i parlamentari sono a conoscenza che a Bologna la spesa sanitaria per ogni cittadino è di 84 euro e in Calabria fra 15 e 20 euro.Possibile che non sapessero? Più probabile che sappiano ma, per ragioni di carriera, supinamente allineati alle decisioni delle segreterie nazionali dei partiti e dei governi dai partiti sostenuti.Alla conferenza Stato-Regioni nessun governatore meridionale ha mai chiesto conto al presidente bolognese Bonaccini ,targato PD, della discriminazione.
(Nella foto ambulanze con pazienti in attesa all’ospedale di Cosenza)
Messo di fronte allo scenario incontestabile delle condizioni in cui versano ospedali e centri di vaccinazioni, ha ritenuto di effettuare delle nomine ai vertici delle ASP seguendo un criterio di rotazione o di alternanza, cioè muovendo i manager da una provincia all’altra , non si comprende con quali obiettivi. Se sono bravi e competenti andavano,almeno per il momento, lasciati a operare sul campo dove erano. Se non sono bravi e competenti andavano destinati ad altre incombenze in modo da non continuare a fare danni.
L’operazione del commissario Longo, purtroppo, somiglia alla famosa “ammuina” di borbonica memoria quando a Napoli…
(Nella foto il super-commissario Guido Longo)