Fonte: Calabria.live
Per la Camera dei deputati la regione Calabria, con una popolazione di 1.959.050 abitanti al censimento del 2011 e 404 comuni alla data della relazione, è inclusa in un’unica circoscrizione elettorale che comprende la Città Metropolitana di Reggio Calabria e le province di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. La legge n. 51/2019, applicata secondo le modifiche introdotte dalla legge di riforma costituzionale n. 1/2020, assegna alla circoscrizione 5 collegi uninominali e 8 seggi plurinominali per la Camera dei deputati, per un totale di 13 seggi. Per il Senato della Repubblica le disposizioni di legge richiamate assegnano alla regione 2 collegi uninominali e 4 seggi plurinominali per un totale di 6 seggi.
per gli ospedali di
Catanzaro (170 milioni più 40)
Cosenza (375 milioni più altri 45)
Reggio Calabria (180 milioni)
Crotone (25 milioni)
Lamezia Terme (20 milioni).
per ammodernamento tecnologico (86 milioni)
per edilizia sanitaria e sociale (300 milioni)
per 6 case della saluta (49 milioni)
al “Mater Domini” di Catanzaro per adeguamento impiantistica (25 milioni)
per 3 grandi presidi ospedalieri
Sibaritide (143 milioni)
Palmi (150 milioni)
Vibo (143 milioni)
La Calabria con i 515 contagi di oggi (ieri 506) risulta ora la regione italiana con il maggiore incremento percentuale dei casi, di poco inferiore al 40%, nella settimana dal 13 al 20 novembre. All’ultimo posto la Liguria con un incremento percentuale dei casi inferiore al 15% (vedere grafico della Fondazione Gimbe allegato).
Nonostante ciò si continua a sostenere che siamo in zona rossa solo per la carenza di posti letto.
Il numero dei ricoverati in terapia intensiva rimane stabile con 46 ricoverati (- 1 rispetto a ieri) e i ricoverati con sintomi aumentano di 20 unità.
Ciò anche per i 115 dimessi e per gli 11 deceduti, il numero più alto dal 15 ottobre.
Da sottolineare che i deceduti dal 15 ottobre sono oggi 109. In isolamento domiciliare ci sono 8906 persone (ieri 8536).
Non è solo un problema economico. Ma più ancora sanitario, politico, morale. Un’emergenza con cui l’Italia («Ma è la Calabria!», chiudono il discorso da decenni troppi leader allargando le braccia come dessero ogni partita per persa) non ha mai fatto davvero i conti. «La ’ndrangheta mette in fuga anche i medici. Otto posti da primario presso l’Unità sanitaria di Locri non si riescono a coprire per l’impossibilità di trovare docenti disposti a far parte delle commissioni»
Negli ospedali calabresi il problema di gran lunga più sentito riguarda il personale. In tutta la regione mancano medici, infermieri e personale sanitario. Fra tagli, pensionamenti e procedure rigidissime per le nuove assunzioni – imposte dai commissari per evitare nuovi indebitamenti e ogni sospetto di favoritismo – la quasi totalità delle strutture lavorava sotto organico già prima della pandemia, e oggi sono in condizioni ancora più difficili.
Le persone che lavorano nella sanità calabrese vivono con disincanto l’interesse nazionale per il nuovo commissario regionale, stuzzicato dal fatto che siano circolati nomi molto noti come quelli di Gino Strada e Guido Bertolaso. Nelle conversazioni sui risultati del piano di rientro e delle decine di figure indicate dal governo centrale negli ultimi undici anni, le facce e i nomi si confondono in un unico profilo: maschio, anziano, con una carriera nell’esercito alle spalle, il cui unico obiettivo è quello di risparmiare più soldi possibili per rispettare il piano di rientro, e che per timore di compromettersi o sembrare schierato si isola da tutte le altre componenti del sistema.
[Nella foto il lungomare di Reggio Calabria durante il primo giorno di “zona rossa” (Domenico Notaro/LaPresse)]
L’obiettivo che si nasconde dietro la “rivolta” bipartisan della politica calabrese, è un altro, il controllo della sanità pubblica. La vera Fiat della Calabria con un giro d’affari di 3,5 miliardi all’anno, il 75% del bilancio regionale, e 20mila dipendenti. Un bacino elettorale enorme. Ospedali e aziende sanitarie sono stati l’osso che per anni è stato spolpato da una vorace compagnia di politici, circoli massonici e ‘ndrangheta.
Otto mesi per dare alla Calabria 6,solo 6, nuove postazioni di terapia intensiva.Alla regione più penalizzata negli investimenti fissi in sanità-15,9 euro pro-capite contro 84,4 pro-capite all’Emilia Romagna-che parte nella Pandemia dalla posizione più sfavorevole e dovrebbe quindi avere molto più degli altri.Non ci sono mezze misure.il ministro della Salute e il commissario devono dimettersi per le scelte fatte e per non aver vigilato….8 mesi 8 per dare alla Calabria 6,dico 6, nuove postazioni di terapia intensiva….Chi ha la responsabilità della politica sanitaria e della gestione dell’emergenza da meno di tutti, anzi non da niente perchè 6 è niente. Questo 6 della vergogna che rimarrà per sempre ha un nome e cognome: Roberto Speranza. Anzi ne ha due. Perchè il secondo nome è quello di Domenico Arcuri e viene prima del ministro. Che avrebbe dovuto vigilare su di lui….L’ineffabile coppia Speranza-Arcuri riesce a superarsi nominando l’amichetto politico di Cesena, Zuccatelli, che ha già fallito a Cosenza è sta fallendo a Catanzaro….
Il saccheggio delle risorse della sanità in Calabria è consustanziale alla vita stessa della regione Calabria; uno strumento formidabile di potere e di consenso e non sarà certo un caso che tutti i governatori, di ogni colore, facciano a sportellate con il governo nazionale da oltre 10 anni per riappropriarsi della gestione della vorace macchina sanitaria.
Siamo in emergenza e non c’è più tempo da perdere o prevedere lavori di ristrutturazione di ospedali se dovessero durare mesi.
Sarebbe bene attivare la protezione civile, l’esercito, le Ong. . .
Cotticelli ha spiegato, nello studio de La7, che il piano anti-covid lui lo ha elaborato a giugno in base alle direttive del governo, disponendo come andava organizzata la rete ospedaliera, l’acquisizione dei dispositivi di sicurezza, la formazione delle USCA, unità speciali di primo contatto, ma non toccava a lui realizzarlo ma al commissario nazionale Arcuri che impartiva direttamente istruzioni alle ASP ritenute soggetti attuatori delle misure di prevenzione. ( Nella foto Saverio Cotticelli)
“per quanto concerne la rete ospedaliera, la regione registra gravi ritardi nell’implementazione della rete ospedaliera stessa, la rete emergenza urgenza e le reti tempo-dipendenti”;
“l’attività delle strutture ospedaliere risulta poco performante ed evidenzia il sostanziale ritardo nella messa a regime delle azioni di riorganizzazione programmate da parte delle aziende sanitarie, nonché l’assenza di una governance a livello regionale”.
( Nella foto il commissario Cotticelli)
Il fragile sistema sanitario calabrese credo che quasi certamente non avrebbe retto soprattutto nei prossimi mesi l’impatto con questi tassi di crescita dei contagi, senza l’approvazione di misure di contrasto alla diffusione del Covid.