SE BOCCIA DICE AI CALABRESI :”NON VI LASCEREMO SOLI !! “

SE BOCCIA  DICE AI CALABRESI: “NON VI LASCEREMO SOLI ! “

All’inizio sembrava una cosa seria, un riconoscimento, a livello di governo nazionale, del momento difficile che sta vivendo la Calabria. Tenere la conferenza Stato-Regioni, sia pure “a remoto”,  dalla cittadella regionale era un atto simbolico che poteva avere anche un significato risarcitorio in termini di immagine.
Ma quando l’elicottero ,che portava lui e il responsabile della Protezione Civile, è atterrato a Cosenza  in prossimità all’ospedale da campo messo su dall’Esercito, si è capito che il copione era quello dei terremoti e delle alluvioni :” Lo Stato c’è, non vi lasceremo soli “ dirà poi il ministro Boccia  a Crotone di fronte ai danni e al fango lasciato dal nubifragio che ha sconvolto il crotonese, mettendo insieme la devastazione della sanità e quella provocata dalla bomba d’acqua.
Sono parole che gli italiani conoscono bene e che  le popolazioni colpite dal terremoto negli ultimi anni hanno memorizzato nella carne e nell’animo. Il che non vuol dire che il ministro non fosse sincero…. (Nella foto Crotone allagata )

MORRA DERAGLIA E INSULTA LA MEMORIA DI JOLE SANTELLI…

Sapeva della fragilità del nostro servizio sanitario e non esitò a lanciare l’allarme, la notte dell’assalto dei treni diretti al sud, che in Calabria si rischiava una “carneficina”.Con questa consapevolezza aveva chiesto a Conte di mettere fine alla gestione commissariale e di dotare la Calabria delle strutture, dei dispositivi e del personale occorrente.Risulta che aveva chiesto l’attivazione di quattrocento posti letto, quelli mancanti di terapia intensiva e l’assunzione di  medici e infermieri.Quel che ne è stato lo abbiamo appreso da impietose trasmissioni televisive sulla gestione commissariale.Non è una forzatura affermare che  Jole Santelli ha avviato in pochi mesi quello che i suoi predecessori non hanno fatto in decenni.  Ora siamo finiti in mano a Spirlì ed è troppo facile cogliere la differenza. ( Nella foto il senatore 5Stelle Nicola Morra)                                                                                           

IL SENATORE MORRA FRA IL VOTO DI SCAMBIO E IL VOTO DAL ” DIVANO”……..

Ma non sono i calabresi ad aver dato 11 mila voti a Tallini.Semmai i calabresi hanno la colpa di non andare a votare, lasciando libero il campo agli apparati di partito e alle loro clientele,alle lobby che ingrassano sul saccheggio della spesa pubblica , alle fameliche bande di potere che si annidano nelle istituzioni e negli enti di nomina politica con le relative masse impiegatizie . Il resto lo fanno le famiglie mafiose con la complicità di quella zona grigia delle professioni e dell’imprenditoria che l’emerito procuratore di Reggio,  Pignatone, ha spiegato essere il ventre molle della mediazione e dell’ infiltrazione mafiosa.

QUEI VOTI A TALLINI CHE NON SORPRENDONO…….

l caso Tallini non è che l’ulteriore conferma dell’influenza e del controllo politico-elettorale che l’antiStato esercita sulle istituzioni e sullo svolgimento delle consultazioni elettorali. Tallini è un politico navigato, siede nelle istituzioni elettive da quando militava nell’MSI, è stato consigliere comunale a Catanzaro per lunghi anni, costruendo la sua irresistibile ascesa verso la presidenza del consiglio regionale conquistata alla sua quarta legislatura. Nella foto Domenico Tallini )

Calabria Covid 20 novembre

La Calabria con i 515 contagi di oggi (ieri 506) risulta ora la regione italiana con il maggiore incremento percentuale dei casi, di poco inferiore al 40%, nella settimana dal 13 al 20 novembre. All’ultimo posto la Liguria con un incremento percentuale dei casi inferiore al 15% (vedere grafico della Fondazione Gimbe allegato).
Nonostante ciò si continua a sostenere che siamo in zona rossa solo per la carenza di posti letto.
Il numero dei ricoverati in terapia intensiva rimane stabile con 46 ricoverati (- 1 rispetto a ieri) e i ricoverati con sintomi aumentano di 20 unità.
Ciò anche per i 115 dimessi e per gli 11 deceduti, il numero più alto dal 15 ottobre.
Da sottolineare che i deceduti dal 15 ottobre sono oggi 109. In isolamento domiciliare ci sono 8906 persone (ieri 8536).

Sanità, tutti sapevano del disastro in Calabria

Non è solo un problema economico. Ma più ancora sanitario, politico, morale. Un’emergenza con cui l’Italia («Ma è la Calabria!», chiudono il discorso da decenni troppi leader allargando le braccia come dessero ogni partita per persa) non ha mai fatto davvero i conti. «La ’ndrangheta mette in fuga anche i medici. Otto posti da primario presso l’Unità sanitaria di Locri non si riescono a coprire per l’impossibilità di trovare docenti disposti a far parte delle commissioni»

Da dove viene il disastro della sanità in Calabria

Negli ospedali calabresi il problema di gran lunga più sentito riguarda il personale. In tutta la regione mancano medici, infermieri e personale sanitario. Fra tagli, pensionamenti e procedure rigidissime per le nuove assunzioni – imposte dai commissari per evitare nuovi indebitamenti e ogni sospetto di favoritismo – la quasi totalità delle strutture lavorava sotto organico già prima della pandemia, e oggi sono in condizioni ancora più difficili.
Le persone che lavorano nella sanità calabrese vivono con disincanto l’interesse nazionale per il nuovo commissario regionale, stuzzicato dal fatto che siano circolati nomi molto noti come quelli di Gino Strada e Guido Bertolaso. Nelle conversazioni sui risultati del piano di rientro e delle decine di figure indicate dal governo centrale negli ultimi undici anni, le facce e i nomi si confondono in un unico profilo: maschio, anziano, con una carriera nell’esercito alle spalle, il cui unico obiettivo è quello di risparmiare più soldi possibili per rispettare il piano di rientro, e che per timore di compromettersi o sembrare schierato si isola da tutte le altre componenti del sistema.

[Nella foto il lungomare di Reggio Calabria durante il primo giorno di “zona rossa” (Domenico Notaro/LaPresse)]

GESTIONE COMMISSARIALE: ORA PAGHINO….

L’ipotesi di reato che la magistratura si è avviata ad accertare è di procurata pandemia, nel senso che si dovranno  accertare le eventuali responsabilità personali nella mancata esecuzione delle direttive del governo nazionale e nella mancata osservanza del piano anti.covid  trasmesso a giugno dalla struttura commissariale e rimasto sulla carta.Ma la conferma- se mai ce ne fosse stato bisogno- delle inadempienze della gestione commissariale viene ora dalla repentinità con cui , una volta che si è mossa la magistratura, si è proceduto all’assunzione di medici e infermieri, si sono trovati i posti letto, sono stati svuotati i prontosoccorso, si vanno costituendo le USCA, si è creato un numero telefonico cui rivolgersi (0984-853385) per ogni evenienza e la Protezione Civile ha disposto per gli ospedali da campo dell’esercito. Si è mossa la Regione, facendo ora quello che poteva fare molto prima.Rimane il problema degli ospedali chiusi che restano chiusi e non si comprende , vista l’emergenza, quali ragioni ostano a riaprirli almeno per la prima assistenza sui territori. (Nella foto la sub-commissaria Maria Crocco )

I SINDACATI INVOCANO GRATTERI : POTEVANO PENSARCI PRIMA…..

Nell’esposto-denuncia – proseguono i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – abbiamo segnalato come, in questo periodo di Pandemia, oltre ad errori e/o omissioni nella catena di comando e di controllo delle procedure e all’inefficienza organizzativa, si siano rilevati, tra i diversi soggetti attuatori del Piano Anti-Covid, numeri e dati discordanti sui posti letto in Terapia Intensiva, nei reparti, nei numeri dei tamponi effettuati e processati, nonché sull’assistenza domiciliare.
Nello specifico, ci siamo riferiti a quanto affermato nel Decreto del Commissario ad acta 18 giugno 2020 34/2020”, dove si legge che: “Si è proceduto a potenziare, per quanto possibile, i posti di letto in terapia intensiva e malattie infettive, con la riqualificazione di spazi disponibili o dismessi e con la contestuale riconversione di molti reparti, sia presso gli Hub che presso gli Spoke dislocati nelle cinque province. ( Nella foto Nicola Gratteri )

Politici, massoni e mafiosi. Ecco come hanno spolpato la sanità in Calabria

L’obiettivo che si nasconde dietro la “rivolta” bipartisan della politica calabrese, è un altro, il controllo della sanità pubblica. La vera Fiat della Calabria con un giro d’affari di 3,5 miliardi all’anno, il 75% del bilancio regionale, e 20mila dipendenti. Un bacino elettorale enorme. Ospedali e aziende sanitarie sono stati l’osso che per anni è stato spolpato da una vorace compagnia di politici, circoli massonici e ‘ndrangheta.

PER LA CALABRIA NON BASTA LA ZONA ROSSA…E NEMMENO L’ESERCITO…..

Sulle condizioni in cui versa da tempo l’ospedale di Cosenza esiste una copiosa pubblicistica, con dichiarazioni di medici, sindacalisti, alcuni  esponenti politici non compromessi con i califfati della governance regionale ma c’è voluta la notizia, divulgata dagli organi di informazione, che la commissaria responsapile della gestione dell’Annunziata ha avuto, a giugno, dal governo centrale 2 milioni e 850 mila euro di risorse per predisporre…………….

SPERANZA E ARCURI VERGOGNATEVI !

Otto mesi per dare alla Calabria 6,solo 6, nuove postazioni di terapia intensiva.Alla regione più penalizzata negli investimenti fissi in sanità-15,9 euro pro-capite contro 84,4 pro-capite all’Emilia Romagna-che parte nella Pandemia dalla posizione più sfavorevole e dovrebbe quindi avere molto più degli altri.Non ci sono mezze misure.il ministro della Salute e il commissario devono dimettersi per le scelte fatte e per non aver vigilato….8 mesi 8 per dare alla Calabria 6,dico 6, nuove postazioni di terapia intensiva….Chi ha la responsabilità della politica sanitaria e della gestione dell’emergenza da meno di tutti, anzi non da niente perchè 6 è niente. Questo 6 della vergogna che rimarrà per sempre ha un nome e cognome: Roberto Speranza. Anzi ne ha due. Perchè il secondo nome è quello di Domenico Arcuri e viene prima del ministro. Che avrebbe dovuto vigilare su di lui….L’ineffabile coppia Speranza-Arcuri riesce a superarsi nominando l’amichetto politico di Cesena, Zuccatelli, che ha già fallito a Cosenza è sta fallendo a Catanzaro….