A questo si aggiunga che la campagna elettorale in corso è prevalentemente al “chiuso” e si tiene lontana dalle piazze. Basta avere la possibilità di riempire un cinema, un teatro,un auditorium, una sala con truppe di appartenenza e, a parte gli addetti ai lavori, il pubblico vero, quello cioè che non è schierato e vuole informarsi, solitamente non risponde. Ci si faccia caso,per lo più è tappezzeria. La piazza è uno spazio aperto e libero accessibile a chiunque. Il teatro, la sala è uno spazio costruito, identitario,differente dalla piazza.
Pippo Callipo non parla il politichese,il suo linguaggio e’ semplice e diretto, i problemi li inquadra nella loro essenzialità perché tutti possano capire come interagiscono sulle condizioni di vita dei calabresi. Lotta alla corruzione, alle lobies che in combutta con la malapolitica infestano le istituzioni di governo per mettere le mani sulla spesa pubblica, lotta alla mafia con la lupara e a quella con la penna, superpagata, responsabile di farraginose procedure che frenano lo sviluppo e scoraggiano l’attività di impresa, una burocrazia di per sé improduttiva anche perché professionalmente inadeguata ai ruoli ricoperti.
Ora non bisogna essere esperti di protocolli diplomatici per capire che due nemici che si bombardano a vicenda non possono essere convocati nello stesso giorno e nello stesso luogo.Un errore macroscopico, una forzatura che sfugge ad ogni logica diplomatica.Un errore così imbarazzante di fronte alle cancellerie internazionali che, evidentemente, deve avere una sua spiegazione che qualcuno ha avanzato.
A proposito di “storia personale”, considerata patrimonio politico da non sprecare, quella di Mario Oliverio è la storia di un tradimento che appartiene ai suoi comportamenti personali certamente anche non estranei alla storia del suo partito. Oliverio da una parte trattava con i vertici del partito per un compromesso onorevole, ovvero una via d’uscita per poter ritirare la candidatura. Dall’altra stampava manifesti elettorali , tre metri per due, con la sua immagine a “presidente”, apriva la segreteria elettorale a Lamezia e, soprattutto, teneva legati i suoi alleati di centrosinistra con riunioni continue , fino alla firma degli accordi sulle candidature nelle liste. (Nella foto la mattanza della tonnara )
Durante i cinque mesi di campagna elettorale per le Europee del 26 maggio, su Facebook, definito l’ammiraglia del Capitano: 17 post al giorno; 60,8 milioni di interazioni (che vuol dire like, commenti, condivisioni); 40 milioni di like e oltre 5 milioni di ore di video visualizzati. Risultato delle elezioni: Lega primo partito con il 34%. Da giugno i ritmi sono un po’ più lenti ma continua a crescere: i like sui post hanno raggiunto i 52 milioni, 11,5 milioni le condivisioni. Oggi i fan su Facebook sono oltre 3,8 milioni, su Instagram 1,8, su Twitter 1,2. ( Nella foto: Luca Morisi)
Bisogna ora occupare gli spazi liberati dalla criminalità- spiega-Gratteri – e costruire nella legalità occasioni di crescita , di lavoro e di futuro per i giovani calabresi costretti a costruirsi una vita altrove. Forse Gratteri, da magistrato , fa una incursione nel campo della politica ma è anche vero che un’operazione antimafia così spettacolare, se non collocata in una prospettiva di liberazione della Calabria dalla mafia e dai suoi complici nel malaffare, rischierebbe soltanto di criminalizzare ulteriormente una regione e una comunità che già non gode di buona fama. Bisogna dare credito a Nicola Gratteri sulla base della sua competenza e della sua lunga esperienza che ne fanno uno degli esperti di mafia maggiormente considerati e apprezzati all’estero.( Nella foto il procuratore antimafia Nicola Gratteri )
Con la Banca Popolare di Bari , in mano da decenni a una dinastia familiare che ha occupato i vertici gestionali della banca, emergono particolari che lasciano allibiti. Una intercettazione “pirata” di una conversazione fra alti dirigenti della banca, rivela che tutti sapevano, che i bilanci delle filiali erano taroccati ma che non c’era da preoccuparsi perché interessi “ altissimi” da proteggere escludevano il verificarsi del commissariamento. Quanto in alto si dovrebbe andare per capire in testa a chi fossero gli interessi non è dato sapere ma, a quanto pare, salendo salendo, ci si imbatte in inspiegabili negligenze diegli uomini di Bankitalia.
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L’mpegno nel nome dei calabresi onesti«Ogni giorno i cittadini calabresi, oltre a dover lottare per vedere riconosciuti i loro diritti, assistono a inchieste e arresti che svelano quanto l’illegalità si sia radicata fino a farsi sistema nel cuore delle istituzioni. A questi cittadini dobbiamo delle risposte e proprio per loro ho deciso di lanciarmi nella missione di rivoluzionare la Regione».
E così i candidati diventano quattro con relativi sponsor. Occhiuto è sostenuto dalla Carfagna che è in “exit strategy” da Forza Italia con 30-40 parlamentari che non ne vogliono sapere di confluire nella Lega di Salvini dopo il congresso che terrà a battesimo la nuova Lega tutta salviniana. Jole Santelli è la candidata di Berlusconi il quale ha ceduto alle pressioni di Salvini il quale, non potendo indicare un suo candidato, trama per fare emergere Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, che da tempo intrattiene rapporti di sponsorizzazione con esponenti salviniani. L’ipotesi più accreditata è che la Carfagna, già delusa per esserle stato preferito Caldoro in Campania, approfitterà del “caso Occhiuto” per rompere con Berlusconi e lanciare nell’agone politico l’associazione “Voce Libera” cui ha dato vita in attesa di lasciare Forza Italia.Se così sarà Occhiuto dovrà vedersela con la Santelli , con Callipo, con Aiello e Tansi e quasi certamente con Oliverio che, alla fine,correrà in proprio fuori dal PD e contro il PD. Wanda Ferro abbiamo detto è stata già allertata e scalda i muscoli. ( Nella foto Mara Carfagna )
Ci sono i sindaci che hanno ottenuto finanziamenti e ai quali ne sono stati promessi altri.Ci sono i funzionari di partito o comunque esponenti del PD che sono entrati a frotte nelle “strutture” di supporto al consiglio e alla giunta con compensi “di lotta e di governo”, considerato il duplice ruolo di segretario di federazione o di circolo e di dipendente regionale senza obbligo di firma. Poi ci sono i “prenditori” di fondi europei e di finanziamenti regionali che , a stare sul mercato con le proprie gambe e capacità, non durerebbero un mese. (Nella foto Mario Oliverio )
Occhiuto ha cominciato la sua campagna elettorale prima dell’estate e ancora oggi rimane in campo, in attesa che il centrodestra dica una parola definitiva dopo avergli contrapposto la candidatura di Jole Santelli, vice-sindaco con Occhiuto al comune di Cosenza. Occhiuto ha gridato al “tradimento” nei confronti Santelli e si è posizionato come battitore libero , nel caso che non sia lui il candidato. (Nella foto Mario Occhiuto )
Pippo Callipo, candidandosi alla presidenza della giunta regionale, ha di che perdere e non da guadagnare, almeno nel senso di migliorare il suo status. Con le sue aziende sta sul mercato con successo,le sue maestranze beneficiano economicamente degli obiettivi raggiunti, potrebbe godersi la vita viaggiando per il mondo o continuando a coltivare la passione sportiva che ha dato vita a una squadra affermatasi a livello nazionale. ( Nella foto Pippo Callipo )