Non è per malanimo che i calabresi non apprezzano il suo quinquennio alla guida della Regione ma è perché non hanno visto miglioramenti in qualunque direzione si guardi: sanità, lavoro, trasporti,rifiuti, investimenti infrastrutturali, welfare trasparente,ricaduta dei fondi europei ,protezione civile, assistenza ai disabili e agli anziani, la lotta alla povertà, il sostegno alle imprese e all’agricoltura, le passività accumulate dagli enti sub-regionali, la mancanza di risultati nel confronto con i governi nazionali, i “cantieri dello sviluppo” mai aperti. (Nella foto Michele Drosi autore della biografia)
Forse era più opportuno dedicare i tavoli tematici alla produzione legislativa del consiglio regionale nei cinque anni trascorsi, unitamente al lavoro delle commissioni, ai debiti della sanità e al miliardo verso fornitori, i pronto-soccorso allo stremo, i reparti che chiudono per mancanza di personale.E poi la gestione dei rifiuti, la Zona a Economia Speciale (ZES), il trasporto regionale e i collegamenti del Porto di Gioia Tauro, le strategie per il turismo, il lavoro che non c’è, la collocazione della Calabria nelle classifiche economico-sociali,le dinamiche della “soglia di povertà”, la fuga di giovani diplomati emigrati in cerca di un futuro, l’indifferenza dei governi nazionali di centrosinistra e non, le penalizzazioni della “spesa storica”, i numeri truccati per derubare il Mezzogiorno dei suoi diritti garantiti dalla Costituzione.(Nella foto la cittadella degli uffici regionali)
Ma, tornando al Covelli, merita la medaglia della faccia di bronzo, dal momento che tra i responsabili di otto anni di “sistema criminale” va annoverato egli stesso insieme – ed a pieno titolo – i suoi referenti politici Adamo, Bruno Bossio e Perugini (lui un po’ meno capo, certo), cioè l’area PD che nel 2011, tra il candidato liberal socialista Paolini e l’esponente della destra modello Scopelliti, cioè Occhiuto, ha esplicitamente scelto quest’ultimo.
Va da sé che la “continuità amministrativa” prevede che,nel succedersi delle amministrazioni elette,i debiti dell’amministrazione uscente passano in carico all’amministrazione che subentra ma non per questo perdono la “paternità”.Un fatto è farsi carico di debiti già esistenti e cosa ben diversa è produrre altri debiti che vanno a cumularsi a quelli ereditati. Fatta questa premessa,per il ruolo che ho avuto nelle amministrazioni guidate da Giacomo Mancini, non penso,insieme agli altri consiglieri comunali di quel periodo,di avere responsabilità di cui chiedere scusa alla Città alla cui intelligenza va portato rispetto. (Nella foto Enzo Paolini)
Voglio ricordarvi che si tratta di un grande e ambizioso esperimento politico. Noi stiamo saltando i partiti ,(che ovviamente non escludiamo) i quali si mostrano drammaticamente incapaci di azioni operative – per non parlare dello squallore generale mostrato di fronte alla tragedia curda. – per mobilitare direttamente cittadini, mettere il Sud e l’unità d’Italia al centro della nostra iniziativa.( Fotomontaggio satirico dopo il voto europeo)
Questo desolante panorama mi induce ad avanzare qui la proposta di costruire un innovativo patto civico fra partiti e movimenti che abbia al centro della sua azione politica la realizzazione di un programma ambientalistico che presupponga il restauro dei nostri territori, ricchi di biodiversità agricole e di patrimoni culturali. Un patto civico guidato da una personalità che non provenga dal ceto politico, che non abbia ricoperto cariche pubbliche di rilievo e che non vi sia mai stata candidata, una personalità che sia stata in prima linea nelle battaglie per l’ambiente e che abbia la volontà e la competenza per risolvere l’altro punto dolente della nostra regione: la sanità.
Di questi “pupari” qualcuno aveva un ruolo riconosciuto e legittimo ma non adeguatamente controllato, come Franco Ambrogio,un plenipotenziario del potere targato PD coadiuvato da qualcun altro che non aveva ruolo riconosciuto, come Nicola Adamo che non era né consigliere né assessore ma , di fatto, è stato ed è a tuttoggi, per la sua abilità, asse portante del potere PD. Ovviamente il potere politico senza la complicità e la connivenza dell’apparato burocratico può fare poco per cui le responsabilità di chi ha generato gli stravolgimenti dei conti comunali vanno ricercate in tutte le direzioni e col dovuto rigore.
Si apprende che il cucuzzaro del centrosinistra, per tenere in campo la disfida al “Nazareno”, da intendersi la sede nazionale del PD dove risiedono politicamente Zingaretti,Oddati e Graziano, assurti a nemici del centrosinistra calabrese così come feudalizzato da Oliverio e dal suo sistema di potere, ha programmato per fine mese “sette tavoli tematici” per spiegare al modo politicizzato perché Oliverio deve essere ricandidato e perché l’accordo possibile fra PD e M5Stelle costituisce una scelta giustizialista, manettara ,destituita di affidabilità politica perché animata da rancore e odio sociale
Ora il problema è che di questi incontri romani nessuno ha saputo niente finchè la notizia non è rimbalzata sulla stampa italiana. Il capo dei servizi segreti che incontra il ministro di una potenza straniera per fornire informazioni non è comportamento previsto e meno che mai autorizzato. Ne va della sicurezza del nostro Paese e della tenuta dei rapporti internazionali. Né possono valere i buoni rapporti fra alleati USA-Italia.
Se è su Callipo che si sta trattando, non si comprende,quindi, se Morra e gli altri sono contrari alla sua candidatura oppure sono contrari all’accordo col PD ma condividono la candidatura di Callipo come espressione di una coalizione di liste civiche capeggiata dal M5Stelle. Più probabile che l’iniziativa di Morra risponda ad esigenze di guerriglia interna al M5Stelle che, a quanto pare,non gode di ottima tenuta. (Nella foto Nicola Morra )
La Lega cala ancora, e in lieve flessione c’è anche il partito di Matteo Renzi, Italia Viva.
Questo rivela l’ultimo sondaggio Swg diffuso dal TgLa7 ieri sera, a circa un mese dal varo del governo giallorosso.
La Lega al momento viene stimata al 32,8, lo 0,8 per cento in meno rispetto al 33,6 del 23 settembre.
Perde mezzo punto anche Italia Viva, che cala al 4,9. Era al 5,4 una settimana fa.
Arretrano anche i Cinquestelle, ora al 19,6, meno 0,4 rispetto a una settimana fa. Sono poco sopra il Pd, stabile al 19,4.
Continua a crescere Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ora al 7,3, 0,6 in più.
Forza Italia invece è ferma al 5 per cento, (era al 5,1).
Non c’è un effetto Verdi dopo la manifestazione dei giovani del Fridays for Future. Sono al 2 per cento.
I calabresi si guardano intorno, dalla sanità come è ridotta al lavoro che non c’è, dai trasporti alla gestione dei rifiuti, alla subalternità ai governi nazionali , all’assenza di strategie credibili di sviluppo., dal porto di Gioia Tauro alla ZES, al turismo. Basterebbe che Oliverio rispondesse alle contestazioni,sotto forma di interrogazioni, che quotidianamente produce il suo compagno di partito e consigliere regionale Carlo Guccione.(Nella foto Pippo Callipo )